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Al Pacino rivela la sua sorprendente esperienza con Il padrino: cinquant’anni senza vederlo

Al Pacino, icona del cinema americano, ha svelato una curiosità sorprendente: non ha visto Il padrino per oltre cinquant’anni. Questo film, diretto da Francis Ford Coppola e uscito nel 1972, è considerato una pietra miliare della cinematografia mondiale e continua a influenzare generazioni di cineasti e spettatori. Nel suo recente libro di memorie, Sonny Boy, l’attore condivide dettagli inediti sulla sua esperienza personale con la pellicola che ha definito la sua carriera, rivelando il percorso emozionale che lo ha portato a escludere dalla sua vita un’opera di tale importanza.

La premiere di Il padrino e la decisione di non guardarlo

Al momento della premiere de Il padrino, Al Pacino si trovava nella splendida cornice del Loew’s State Theatre di Times Square. Indossava un papillon che lo ha fatto sentire giovanile e carismatico, ma all’interno si sentiva tutt’altro che a suo agio. Racconta di essere stato travolto dall’attenzione dei media e dalla pressione del momento. Nonostante il clamore, ha scelto di abbandonare la sala prima che il film iniziassero a essere proiettato. Pacino ha dichiarato: “Non volevo vedere il prodotto finito.” La sua decisione ha radici profonde, legate a dubbi e insicurezze personali.

Al Pacino rivela la sua sorprendente esperienza con Il padrino: cinquant’anni senza vederlo

Il padrino rappresentava un’immagine riflessa di se stesso che non permetteva di osservare, un’opera di cui sentiva la responsabilità di non esserne spettatore. Questa paura che lo ha accompagnato per anni ha portato Pacino a evitare anche le visioni casuali del film, salvo qualche raro frammento durante trasmissioni televisive. Il timore di ritrovarsi davanti alla sua interpretazione lo ha accompagnato nel corso della sua vita, da attore giovane a star affermata.

Il primo incontro con Marlon Brando e la lotta con la timidezza

Pacino ha rievocato anche il suo primo incontro con Marlon Brando, un momento che si è impresso nella sua memoria. La scena si svolse in un contesto informale, ma l’immagine di Brando “ricoperto di sugo di pollo” ha contribuito a rendere quel ricordo vivace e autentico. Questo particolare aneddoto dimostra l’umanità di due attori leggendari che, dietro al grande schermo, vivevano esperienze normali e talvolta divertenti, che hanno contribuito a costruire la loro amicizia.

Nonostante la presenza di Brando e l’ammirazione che nutre nei suoi confronti, Pacino ha confessato di aver lottato per affrontare i suoi sentimenti di vulnerabilità nei panni di un attore. “Non sono mai riuscito a guardarmi sullo schermo mentre altre persone mi guardavano,” ha affermato, delineando un conflitto che molti artisti possono comprendere. Questa profonda lotta interiore lo ha spinto a prendere le distanze dalla sua arte, temendo che l’ammirazione potesse trasformarsi in giudizio.

La visione tardiva di Il padrino e la rivelazione finale

Dopo decenni di astinenza, Al Pacino ha finalmente visto Il padrino in occasione del cinquantesimo anniversario del film, proiettato al Dolby Theatre di Hollywood. Tale esperienza si è rivelata straordinaria e intensa, poiché ha potuto apprezzare pienamente il lavoro sua e di tutto il cast. Ha definito la visione come “edificante” e ha notato la complessità del racconto cinematografico, dove ogni scena contiene numerosi elementi che si intrecciano, rendendo il film un capolavoro senza momento di noia.

Il celebre attore ha riflettuto su quanto fosse assente dalla sua vita un’opera alla quale aveva dato così tanto e sull’impatto emotivo del rivederlo ora, con occhi nuovi. Con la maturità e l’esperienza accumulate negli anni, ha riconosciuto il valore imperituro di Il padrino e la bellezza della storia che racconta. Questo momento ha rappresentato non solo un riavvicinamento al suo passato, ma anche un’affermazione del suo contributo all’arte della recitazione, ridimensionando il suo rapporto con le aspettative e il pubblico.

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