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Nuova battuta d’arresto per Olivia Hussey e Leonard Whiting: la loro causa contro Criterion respinta in tribunale

Olivia Hussey e Leonard Whiting, noti per il loro indimenticabile ruolo in “Romeo e Giulietta” di Franco Zeffirelli, hanno subito un’altra sconfitta legale. Dopo una prima causa fallimentare che li vedeva opposti a Paramount Pictures, la coppia ha tentato di rivolgersi a Criterion, implicando che la recente riedizione del film avrebbe violato i loro diritti. Tuttavia, una giudice della Corte Superiore ha deciso di bocciare la loro seconda iniziativa legale, sollevando interrogativi sul processo di realizzazione cinematografica e sulla rappresentazione del nudo in gioventù.

La controversa scena di nudo e le prime cause

Nel centro della disputa legale c’è una scena altamente discussa in “Romeo e Giulietta“, in cui Hussey e Whiting sono ripresi nudi. Questa sequenza, che mostra i due giovani attori, ha suscitato polemiche soltanto dopo l’uscita del film nel 1968. Secondo quanto dichiarato dai querelanti, il consenso per girare la scena fu ottenuto dai loro tutori, ma Hussey e Whiting hanno sostenuto che il nudo non era stato menzionato fino al giorno delle riprese. Franco Zeffirelli, il regista, li avrebbe convinti a girare quella sequenza, promettendo che non sarebbe stata inclusa nel montaggio finale.

Nuova battuta d’arresto per Olivia Hussey e Leonard Whiting: la loro causa contro Criterion respinta in tribunale

La prima causa intentata da Hussey e Whiting ha toccato vari aspetti legali, tra cui sfruttamento e abusive molestie. Tuttavia, la Corte aveva già respinto tali accuse, lasciando i due attori a cercare giustizia per una seconda volta, rivolgendo la loro attenzione a Criterion, che ha recentemente pubblicato una versione rimasterizzata del film.

La seconda causa e la decisione della Corte Superiore

A febbraio 2024, Hussey e Whiting hanno tentato di far valere un nuovo argomento legale contro Criterion, sostenendo che la qualità migliorata della scena di nudo nella riedizione avesse infranto ulteriormente i loro diritti. La coppia ha affermato che la nuova edizione mostrava un rendering digitale della scena che evidenziava fotografie ritoccate dei loro corpi nudi, rendendola inaccettabile e ancora più offensiva rispetto a quanto visto in precedenza.

Tuttavia, la giudice Holly J. Fujie ha rapidamente respinto questa nuova denuncia, affermando che non vi era alcuna modifica sostanziale che giustificasse un ricorso alla Corte rispetto alla decisione pregressa. Secondo la giurisdizione della Corte Superiore, il confronto visivo tra la riedizione del 2023 e le versioni precedenti non avrebbe mostrato modifiche significative, in particolare per quanto riguarda la scena controversa. La decisione ha messo in evidenza l’importanza della necessità di prove concrete quando si avanzano accuse così gravi.

Implicazioni legali e culturali

Le cause legali intentate da Hussey e Whiting non riguardano solo la loro personale esperienza ma sollevano anche interrogativi più ampi sulla rappresentazione e il consenso nel cinema. Questa vicenda giuridica è sintomatica di un problema più grande che circonda il mondo dello spettacolo, in cui la ribalta mediatica e la libertà artistica possono scontrarsi con i diritti individuali degli interpreti.

La storia di “Romeo e Giulietta” di Zeffirelli continua a influenzare il dibattito sul consenso, in particolare quando si tratta di scene di nudo con attori minorenni. Con la crescente attenzione ai problemi di abuso e sfruttamento nel settore, queste cause legali sono emblematiche delle lotte che molti artisti affrontano quando i loro diritti e la loro dignità sono messi in discussione.

La sentenza della Corte Superiore contro Hussey e Whiting evidenzia la complessità del bilancio tra la libertà creativa e il diritto dei singoli a vedere difesi i propri interessi. Il futuro del dibattito è quindi aperto, con esperti legali, artisti e la società che partecipano a una conversazione sempre più necessaria.

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