Il recente lancio del nuovo profumo di Federico Fashion Style, noto parrucchiere di Anzio, ha sollevato un coro di critiche sui social network. Chiamato “Circumcised”, il nome del profumo ha suscitato scalpore, e il cartellone pubblicitario con un’immagine controversa ha aggiunto olio sul fuoco. L’evento di presentazione ha visto la partecipazione di numerosi personaggi di spicco, ma è il dopo festa che ha destato maggiore attenzione per le reazioni del pubblico.
Il lancio del profumo “Circumcised”
Mercoledì 23 ottobre, Milano è stata scenario di un sofisticato evento presso il The Manzoni, dove Federico Fashion Style ha presentato il suo nuovo profumo “Circumcised”. Durante la serata, il noto hair stylist ha descritto la fragranza come «un rituale olfattivo» in grado di «svelare la sua anima più intima». Nonostante l’accoglienza inizialmente festosa, il nome del profumo ha catalizzato le attenzioni dei critici. Infatti, il termine “circumcised,” che tradotto significa “circonciso,” ha destato immediatamente interrogativi e polemiche, in quanto molte persone hanno ritenuto che fosse inappropriato per un prodotto destinato al mercato della bellezza.
Il lancio è stato accompagnato da un post su Instagram, dove Federico ha esaltato le caratteristiche della sua ultima creazione. Tuttavia, i trascorsi con la comunità social sono stati tutt’altro che trionfali. I follower hanno cominciato a esprimere opinioni fortemente critiche, sottolineando il contrasto tra l’estetica del profumo e il suo nome provocatorio. Insomma, quello che doveva essere un evento celebrativo si è trasformato in un campo di battaglia virtuale.
Le critiche sui social media
Il post pubblicato da Federico Fashion Style non ha tardato a generare reazioni accese. Gli utenti hanno iniziato a commentare con esplicito sarcasmo, evidenziando che il nome del profumo potesse risultare inadeguato e addirittura buffo. Alcuni hanno ironizzato sulla scelta, suggerendo che un’équipe creativa avesse pensato che un nome simile fosse appetibile per il mercato. “Immagino che conclave di team creativi sia servito per ritenere che il taglio del prepuzio fosse un ottimo nome per un profumo,” ha scritto un utente, evidenziando un punto di vista condiviso da molti.
La serietà della questione è emersa nel flusso di commenti, dove gli utenti hanno interrogato il significato del termine. “Ma hai visto sul vocabolario cosa significa? Cos’è un profumo per riti ebraici?” ha replicato un altro commenter, evidenziando l’incomprensibile connessione tra il prodotto e il nome scelto. La frustrazione era palpabile, con utenti che si chiedevano se “l’eleganza fosse sconosciuta” a chi aveva immaginato tale marketing. La reazione massiccia dei social ha portato a una polarizzazione dell’opinione pubblica, facendo emergere come la scelta di un nome possa influenzare le percezioni e il successo di un prodotto.
L’immagine controversa nella pubblicità
Se il nome del profumo ha scatenato polemiche, l’immagine del cartellone pubblicitario ha aggiunto un ulteriore strato di critica. Nel poster è visibile un uomo seminudo dalla faccia angosciata, mentre tiene in mano una boccetta di “Circumcised”. Molti hanno ritenuto che l’espressione dell’uomo fosse più spaventosa che invitante, suscitando commenti stupefatti su come una tale immagine potesse promuovere un profumo. Anche la nota influencer Selvaggia Lucarelli ha avuto parole dure per l’immagine, affermando che l’uomo apparisse “chiaramente sotto sequestro” o costretto a un contesto indesiderato.
Il cartellone ha generato una reazione nell’ambiente social, contribuendo alla diffusione della polemica. Commenti come “Vorrei capire perché sullo sfondo c’è un ragazzo chiaramente sotto sequestro” hanno destato l’attenzione sulla questione dell’appropriato uso delle immagini di marketing. La combinazione tra un nome controverso e un’immagine che ha suscitato ansia ha reso la campagna pubblicitaria un esempio di come il marketing possa a volte avere risultati inaspettati e discutibili.
Nel giro di poche ore, il profumo “Circumcised” è diventato il centro di un dibattito pubblico che abbraccia tanto il linguaggio della bellezza quanto le sfide contemporanee in termini di pubblicità e contenuto visivo. La provocazione, in questo caso, ha attirato chiaramente più critiche che consensi.