La figura di Bob Noto, un’icona del panorama gastronomico italiano, continua a vivere attraverso ricordi e riconoscimenti prestigiosi. A soli 61 anni, ci ha lasciato un’eredità indelebile, non solo nella fotografia culinaria ma anche nell’affermazione di un gusto che ha segnato un’epoca. Per rendere omaggio alla sua carriera e al suo impatto, il premio a lui dedicato è uno degli eventi salienti di Buonissima, la manifestazione che celebra l’arte della gastronomia. Inventore di uno stile unico e planktonico, Noto ha saputo scoprire il potenziale della cucina moderna, specialmente attraverso l’influenza di chef di fama mondiale come Ferran Adrià.
Un tributo cinematografico: il documentario su Bob Noto
In occasione di Buonissima 2024, il 25 ottobre, si terrà la presentazione del documentario “Bob Noto, the world’s finest palate“, diretto da Francesco Catarinolo. Questo film, di 80 minuti, costituisce un tributo autobiografico che raccoglie le testimonianze di celebri chef che hanno chiesto la sua amicizia o collaborato con lui nel corso degli anni. Il progetto è stato realizzato grazie al supporto di Pandora, della Film Commission Torino Piemonte e del Gruppo Lavazza. Attraverso interviste e immagini evocative, il documentario si propone di esplorare l’eredità culinaria di Noto, illustrando i suoi legami con figure emblematiche della gastronomia, quali Ferran Adrià, Massimo Bottura, Carlo Cracco ed Enrico Crippa. Questi chef, che hanno condiviso con Bob momenti di convivialità e di scambio professionale, offrono uno spaccato autentico della sua personalità, arricchendo il racconto di una carriera dedicata alla scoperta e valorizzazione della cucina.
I ricordi delle star della gastronomia italiana
La memoria di Bob Noto è fulcro di emozioni e aneddoti affettuosi, un aspetto ben rappresentato da Mariella Organi, maîtresse de La Madonnina del Pescatore di Senigallia e vincitrice del Premio Bob Noto 2024. Organi ha evidenziato come la sua capacità di entrare in empatia con gli altri fosse una delle qualità più apprezzabili di Bob, non solo come gastronomo, ma come amico. Enrico Crippa ha aggiunto un richiamo all’“amicizia sincera” che li legava, sottolineando il modo diretto e onesto con cui Noto sapeva formulare critiche costruttive. Questa rara combinazione di sensibilità e competenza ha reso Bob un interlocutore prezioso, un consapevole e appassionato sostenitore della cucina d’autore. Le sue interazioni con questi chef diventano così testimonianze non solo delle ricette e delle creazioni culinarie, ma anche di relazioni umane profondamente radicate nella passione per il cibo.
Innovazione nella fotografia gastronomica
L’aspetto forse più rivoluzionario del lavoro di Bob Noto è il suo approccio unico alla fotografia dei piatti. Negli anni, ha trasformato la percezione visiva del cibo, esaltando la sua bellezza intrinseca come se fosse una scultura. Noto ha creduto fermamente che il cibo dovesse essere immortalato nella sua forma più pura, togliendo ogni elemento superfluo che potesse distogliere l’attenzione dal piatto. Ha precorso i tempi, influenzando non solo i professionisti ma anche i normali avventori dei ristoranti, che oggi scattano foto ai loro pasti con l’aspettativa di realizzare scatti vibranti e significativi. Nel 2023 è stato anche pubblicato un libro dal titolo “Bob Noto“, edito da Maretti, che raccoglie le sue migliori opere fotografiche e riflessioni sul suo stile.
Un codice di comportamento per immortalare il cibo
Bob Noto ha anche redatto un decalogo per una corretta fotografia gastronomica, proponendo un approccio pratico e diretto per coloro che desiderano rappresentare il cibo in modo autentico. Una delle regole più celebri, che rispecchia il suo humor tipicamente torinese, recita: “Scattate rapidamente, sennò il piatto si raffredda.” Questa frase non solo racchiude la sua filosofia professionale, ma suggerisce anche un modo di vivere il momento, celebrando la freschezza e la vitalità del cibo. Con le sue indicazioni, Noto ha offerto non soltanto un metodo, ma una vera e propria filosofia che accompagna la fruizione e l’immortalazione del cibo nei contesti conviviali.
L’eredità di Bob Noto spazia ben oltre la sua arte: egli ha saputo creare una connessione profonda tra cibo e comunità, lasciando un’impronta che continua a influenzare la gastronomia moderna. A distanza di anni dalla sua scomparsa, la sua figura resta un riferimento imprescindibile per tanti appassionati e professionisti, che cercano di cogliere l’essenza della bellezza culinaria attraverso l’obiettivo e l’approccio empatico alla cucina.