Josh Brolin, attore affermato del panorama cinematografico, ha recentemente rievocato i ricordi del suo primo grande lavoro sul set del film cult “I Goonies”, diretto da Richard Donner. Intervistato in vista della pubblicazione del suo memoir “From Under the Truck”, Brolin ha condiviso aneddoti che raccontano non solo il suo percorso come attore, ma anche le difficoltà che ha affrontato nella sua giovinezza prima di raggiungere la celebrità. Questo film, una pietra miliare del cinema degli anni ’80, ha segnato una svolta nella sua vita e nella sua carriera, mostrando al pubblico un grande talento.
Il contesto della giovinezza e il provino per “I Goonies”
Quando Josh Brolin ottenne il ruolo di Brandon “Brand” Walsh nel film “I Goonies”, aveva solo 16 anni. Era un periodo complesso della sua vita: il giovane attore stava affrontando la difficile esperienza di essere stato cacciato di casa. Dopo avere lasciato la comodità della sua casa familiare, si trasferì temporaneamente sul divano di suo padre, vivendo un momento di transizione e sfide. “Ero determinato a rimettermi in sesto,” ha dichiarato Brolin, evidenziando come la ricerca di serrati provini diventasse parte della sua vita quotidiana.
Il suo approccio ai provini fu costellato da insuccessi e difficoltà, con persone che lo scoraggiavano, consigliandogli di trovare un’altra carriera. Nonostante ciò, Brolin non si lasciò demoralizzare e continuò a combattere per il sogno di diventare attore. Dopo circa 350 provini, la sua determinazione venne finalmente premiata. “Ho adorato quella sfida,” ha affermato, riflettendo sull’importanza di quel momento cruciale nella sua formazione artistica e personale.
L’approccio di Josh Brolin alla recitazione e il feedback di Spielberg
Durante la realizzazione de “I Goonies”, Brolin si era imposto un approccio intellettuale e analitico nei confronti del suo personaggio. Infatti, il giovane attore inizialmente cercò di dare una profonda interpretazione a Brand, visualizzando il suo viaggio attraverso il film come una metafora esistenziale. “Penso che il mio personaggio stia andando fuori di testa, e i tunnel rappresentano l’interno del grembo materno,” ha spiegato Brolin, sottolineando la natura poetica della sua visione.
Tuttavia, Steven Spielberg, produttore del film, non sembrò concordare con questa interpretazione. Durante le riprese, Brolin ricevette un rimprovero che lo colpì: “Mi ha guardato e ha detto ‘Sì, recita. Dì semplicemente quello che c’è sulla pagina’”. Questo scambio d’opinioni, lontano dall’essere un atto di antipatia, fu piuttosto una forma di guida artistica. Brolin ha riconosciuto che Spielberg aveva ragione, un insegnamento prezioso per il giovane attore che ha influenzato il suo approccio alla professione in futuro.
L’impatto di “I Goonies” sulla carriera di Josh Brolin
“I Goonies” rimane una delle esperienze più significative nella vita di Josh Brolin. L’attore ha descritto quel periodo come un’avventura straordinaria, un’opportunità che non avrebbe mai pensato di ricevere in un momento così difficile della sua vita. Il film, che racconta la storia di un gruppo di ragazzi alla ricerca di un tesoro, divenne immediatamente un successo di pubblico e critica, trasformando il giovanissimo cast in star emergenti.
Il film, che includeva altri talenti come Martha Plimpton, Corey Feldman, Jeff Cohen, Kerri Green e Ke Huy Quan, si è rivelato una pietra miliare non solo per la carriera di Brolin, ma per un’intera generazione. “È stato un momento che mi ha cambiato la vita,” ha aggiunto, riconoscendo come l’opera abbia connessioni profonde che risuonano anche nella cultura contemporanea.
In definitiva, la storia di Josh Brolin in “I Goonies” rappresenta non solo l’inizio di una carriera di successo, ma anche un capitolo significativo di crescita personale e professionale. Con la pubblicazione del suo memoir, il pubblico ha l’opportunità di esplorare ulteriormente questo percorso ricco di sfide e momenti significativi che hanno contribuito alla formazione di un attore iconico.
