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La bellezza e l’ossessione sociale: il ruolo del film “The Substance” nella riflessione contemporanea

Il film “The Substance”, campione d’incassi nell’ultimo periodo, ha riacceso il dibattito su tematiche cruciali legate al culto dell’estetica e alla percezione del corpo. L’opera, diretta da Coralie Fargeat, invita a una profonda riflessione sulla bellezza e sulle sue ossessioni. In questo contesto, Maura Gancitano, filosofa e autrice di “Specchio delle mie brame”, offre una critica acuta sugli effetti indesiderati di questa ricerca della perfezione, non limitata solo alle donne, ma che coinvolge sempre di più anche gli uomini. L’intervista realizzata da Fanpage.it rivela la complessità e l’attualità di tali questioni.

La riflessione sulla bellezza nell’opera di Maura Gancitano

Nel suo libro “Specchio delle mie brame”, Maura Gancitano esprime il concetto che la bellezza ha assunto una connotazione paradossale: è diventata un’ossessione e una malattia, un mito inafferrabile che genera ansia e insoddisfazione perpetua. Questo pensiero si colloca come un elemento centrale nel discorso attuale, esemplificato dal film “The Substance”, dove l’ossessione per l’aspetto fisico cresce fino a divenire un elemento horror. Gancitano sottolinea come la scelta di Demi Moore come protagonista non sia casuale, ma simbolizzi il conflitto che lei stessa ha vissuto nel corso della sua carriera. La sua interpretazione offre una lente attraverso la quale osservare il rapporto disfunzionale con il corpo che spesso si sviluppa a causa delle pressioni sociali.

La bellezza e l’ossessione sociale: il ruolo del film “The Substance” nella riflessione contemporanea

La filosofa analizza il potere distruttivo dello specchio, che non rappresenta un riflesso oggettivo, ma un’immagine distorta influenzata da aspettative esterne. Molte donne, ad esempio, tendono a focalizzarsi su parti specifiche del corpo, sottovalutando la percezione globale di sé. Questo incentivo a frammentare la propria identità fisica conduce a una serie di effetti psicologici, tra cui ansia, insoddisfazione e persino patologie alimentari. Gancitano osserva come la narrazione di Moore, che ha affrontato battaglie personali con la sua immagine, diventi emblematica della tattica allarmante di misurare il valore attraverso l’estetica.

La crescente pressione estetica su uomini e donne

L’ossessione per l’estetica, storicamente associata principalmente al mondo femminile, sta ora permeando sempre più il discorso sociale riguardante anche gli uomini. Gancitano mette in evidenza come, in anni recenti, ci sia stata una crescente consapevolezza riguardo alla pressione che i giovani di entrambi i sessi devono affrontare. Le ricerche mostrano infatti che sempre più uomini giovani sono colpiti da problematiche legate all’immagine corporea e al giudizio sociale.

Gli adolescenti non sono solo influenzati da modelli femminili, ma anche da messaggi indirizzati attraverso i social media, che spingono a misurarsi con standard fisici irrealistici. Nella pellicola “The Substance”, anche un personaggio maschile subisce questa trasformazione, evidenziando il fatto che la ricerca della perfezione fisica non è limitata al solo universo femminile. Discutendo con i ragazzi nei contesti scolastici, Gancitano ha notato come l’influenza del giudizio esterno influisca sempre di più sulla loro autopercezione e salute psico-fisica.

In questo panorama, diventa fondamentale riconoscere l’impatto che la cultura contemporanea ha sul modo in cui gli individui si considerano e, in particolare, su come si relazionano col proprio corpo. La lotta per l’accettazione si traduce in un continuo scrutinio e, in molti casi, nella ricerca di interventi che promettano migliorie estetiche.

Il disegno dello specchio e le sue conseguenze

Uno degli elementi chiave della narrazione di “The Substance” è rappresentato dall’uso ricorrente del topos dello specchio, simbolo di introspezione e di conflitto interiore. Gancitano esplora come le dinamiche di confronto, sia con se stessi che con gli altri, siano distorte da una visione oggettivata della bellezza. Quando osserviamo il nostro riflesso, non stiamo solo analizzando un corpo, ma rientriamo in un contesto sociale che ci ha insegnato a percepirci in modo frammentato. Questo può dar luogo a squilibri psicologici mirati, in cui la sofferenza della protagonista non deriva dall’interazione con gli altri, ma dalla lotta interna fra le versioni di sé percepite nel tempo.

Secondo Gancitano, il continuo vagare tra le aspettative e la realtà fisica può portare a sviste significative nel modo in cui ognuno di noi vive e interpreta il proprio corpo. Questo non è solo un problema individuale, ma anche collettivo, dove i messaggi distorti della società si riflettono nelle esperienze quotidiane delle persone. Soprattutto per le donne, il conflitto genera un ciclo di insoddisfazione che è difficile da spezzare senza un dialogo aperto e consapevole.

Il potere della bellezza e la sua influenza sociale

“Il cinema è un potente strumento di comunicazione”. Con questa affermazione, Gancitano chiarisce come pellicole come “The Substance” possano inserirsi all’interno di un dibattito più ampio sulla bellezza e su come questa venga utilizzata come forma di potere. Nella storia dell’umanità, la bellezza è stata sempre associata a un certo grado di privilegio sociale. Il film mette in luce la pressione potenziale che accompagna perfino l’idea di bellezza, un’eredità che resta forte nella società moderna.

Questa oppressione si collega a una domanda cruciale: quanto siamo disposti a sacrificare il nostro benessere e la nostra salute mentale a favore di un ideale estetico? La bellezza, così come viene propagandata, diventa una forma di potere solo se porta a un’acquisizione di status. Tuttavia, quando tale potere si traduce in ansia e malessere, ci si trova di fronte a un dilemma etico. La riflessione su questi temi è necessaria per rendere consapevoli le generazioni future, invitando a interrogarsi sul significato della bellezza e sul suo impatto sulle vite quotidiane.

Nel contesto contemporaneo, il messaggio che emerge dalla discussione di Maura Gancitano sottolinea la necessità di affrontare l’ossessione per la bellezza non solo come un problema personale, ma come una questione collettiva che impatta su tutti gli individui, maschi e femmine, conducendoli verso una crescita e una consapevolezza condivisa.

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