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Robert Eggers svela il numero choc di ratti nel remake di Nosferatu: 5.000 rodentati addestrati

Con l’uscita del remake di Nosferatu, previsto per il prossimo periodo natalizio, l’attenzione si focalizza sulla realizzazione di un’opera che promette di essere tanto immersiva quanto inquietante. Il film, diretto da Robert Eggers, si propone come un omaggio al classico horror di F.W. Murnau del 1922, rivisitato con un occhio di riguardo per i dettagli e per una narrazione che riflette i temi oscuri dell’originale. In questa nuova versione, l’iconico Conte Orlok incarna l’oscura figura di Willem Dafoe, mentre la trama si concentra sulla lotta del professor Albion Ebert Hart von Frank per liberare la giovane coppia Thomas ed Ellen Hutter dalla maledizione vampirica.

Un approccio pratico e disturbante al mondo di Nosferatu

Robert Eggers è conosciuto per il suo approccio pratico e tattile nel realizzare film, e Nosferatu non fa eccezione. La sua intenzione è quella di trasmettere un’esperienza gitale, immergendo il pubblico in un’ambientazione che ricorda le atmosfere cupe e angoscianti del film originale. Tuttavia, uno degli aspetti più sorprendenti emersi durante le recenti interviste è l’ammontare reale di roditori utilizzati durante le riprese. Inizialmente, Eggers aveva affermato di aver impiegato circa 2.000 topi per una scena particolarmente intensa, ma in una successiva conversazione ha chiarito che il numero effettivo era sorprendentemente maggiore.

Robert Eggers svela il numero choc di ratti nel remake di Nosferatu: 5.000 rodentati addestrati

Nella recente intervista con Deadline, il regista ha rivelato che ben 5.000 ratti veri sono stati utilizzati durante le riprese. Questo numero, che ha destato scalpore tra gli addetti ai lavori e gli appassionati di cinema, porta a riflettere sull’impegno e sull’accuratezza che Eggers ha perseguito per rendere la sua opera il più realistica possibile. Tuttavia, il regista non ha trascurato di sottolineare una difficoltà inaspettata: l’inarrestabile incontinenza dei ratti, che ha comportato non solo una sfida logistica ma anche un’esperienza olfattiva piuttosto difficile da gestire.

La fusione tra veri ratti e CGI nel film

Un altro aspetto interessante emerso dalle dichiarazioni di Eggers riguarda l’uso di ratti in CGI. Secondo il regista, i ratti utilizzati per i primi piani delle scene erano tutti veri e ben addestrati, mentre quelli che appaiono sullo sfondo sono stati creati digitalmente. Questo approccio composito offre una soluzione ottimale, combinando realismo fisico e straordinarie capacità visive moderne. Tuttavia, Eggers ha ammesso che la creazione di alcune scene non è stata affatto semplice. L’interazione fra ratti veri e immagini digitali ha sicuramente posto sfide artistiche, ponendo domande sulla coerenza estetica e narrativa tra elementi naturali e artificiali.

Il regista ha descritto il procedimento: “Se ci sono ratti in primo piano, sono veri, ma quando la macchina da presa si allontana, diventano ratti in computer grafica.” Questo metodo rappresenta una strategia ben ponderata per garantire che la narrazione e le emozioni siano potenti e autentiche, contribuendo a un’atmosfera di terrore e ansia che ha caratterizzato il film originale.

Un impegno senza precedenti nella costruzione dei set

Oltre all’eccezionale utilizzo di animali veri, Eggers ha rivelato di aver costruito oltre 60 set per il film, dimostrando un’attenzione maniacale ai dettagli che è distintiva della sua opera. Ogni ambiente è stato meticolosamente progettato e realizzato, contribuendo alla creazione di un mondo in cui gli spettatori possono sentirsi completamente immersi. La scelta di costruire set tangibili piuttosto che affidarsi esclusivamente a green screen o a scenografie digitali è una decisione che riflette la volontà del regista di restituire un’esperienza visiva autentica e coinvolgente.

La prefazione di Eggers a questo imponente progetto ha coinvolto una ricerca approfondita e una pianificazione intensa, con il fine di rivisitare un classico horror in modo che potesse stupire sia i fan di lunga data che le nuove generazioni di cinefili. La fusione di tecniche tradizionali e innovazioni moderne si propone di realizzare un film che rispetti l’eredità di Nosferatu mentre invita il pubblico a esplorare nuove dimensioni di paura.

L’anticipazione per il remake di Nosferatu è palpabile, e l’impegno di Eggers nel portare a termine un’opera di così alta fattura non passa inosservato. Le scelte audaci e le rivelazioni shockanti sul dietro le quinte lasciano presagire un film che sarà oggetto di discussione per molto tempo a venire.

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