Giovan Battista Marino, uno dei poeti più significativi del Seicento italiano, si distingue per il suo profondo legame con il mondo dell’arte. La sua opera è un incessante dialogo tra linguaggio poetico e visione artistica, riflettendo la vivacità culturale dell’epoca barocca. Il prossimo evento espositivo presso la Galleria Borghese di Roma, dal 19 novembre al 9 febbraio, offre un’opportunità unica per scoprire come le sue poesie abbiano interagito con le opere dei più celebri artisti del tempo, creando un’affascinante sinergia che ha travolto generazioni di spettatori.
Il percorso espositivo
La mostra “Poesia e Pittura nel Seicento. Giovan Battista Marino e la meravigliosa passione” si sviluppa attraverso un percorso articolato in cinque sezioni tematiche, tutte tese a illuminare il genio di Marino e la sua interazione con l’arte. Le opere esposte comprendono una selezione accurata di testi di Marino, arricchiti da una vasta gamma di dipinti risalenti alle epoche del Rinascimento e del Barocco. Si può percepire il “fil rouge” che unisce il poeta ai grandi maestri dell’arte, rendendo evidente l’affinità tra la poesia di Marino e le opere di artisti come Tiziano, Rubens, Guido Reni e Nicolas Poussin.
L’esperienza espositiva è pensata per trasmettere la vibrazione culturale e sociale dell’epoca, con i curatori Emilio Russo, Patrizia Tosini e Andrea Zezza che mettono in evidenza come la biografia e l’attività letteraria di Marino fossero inestricabilmente legate a quella comunità artistica. L’itinerario inizia con il sublime lavoro di Marino, “Adone”, e prosegue con “La Galeria”, una raccolta di poemetti dedicati a opere d’arte. Gli anni dell’esilio a Parigi, in particolare nel 1615, sono cruciali per comprendere il suo influsso negli ambienti artistici, poiché la sua fuga dall’Inquisizione lo condusse tra i nobili della corte di Maria de’ Medici.
I confronti tra poesia e arte
Uno degli aspetti più intriganti della mostra è il confronto diretto tra i versi di Marino e le opere visuali che li hanno ispirati. Ci si può immergere nell’aura biblica de “La Strage degli innocenti”, dove la tragedia è evocata dalle poetiche parole e dai dipinti di artisti come Guido Reni e Poussin. La potenza delle emozioni trasmesse attraverso i testi di Marino raggiunge vette straordinarie, conferendo vita a oggetti d’arte che, in assenza di parole, potrebbero sembrare silenziosi.
L’elemento centrale di questa mostra è senza dubbio l’Adone, una delle opere più rappresentative del XVII secolo. Il tale testo poetico esplora i temi dell’amore e della morte, oscillando continuamente tra sacro e profano. I quadri esposti, tra cui quelli di Palma il Giovane, Scarsellino e Poussin, non solo accompagnano il poema, ma lo amplificano, creando un’esperienza sensoriale che funziona come un dialogo aperto tra arte e poesia. La chiusura della mostra è riservata a opere emblematiche, rendendo omaggio alla grandezza di Marino e sottolineando il compianto su Adone morente, il Parnaso e L’ispirazione del poeta. Questo epilogo emozionante offre al pubblico l’opportunità di riflettere sulla vita e sull’opera di Marino, creando un legame duraturo tra le parole e le immagini.
L’evento rappresenta non solo un omaggio a Marino come poeta, ma anche un tributo a un’epoca in cui parole e immagini si fusevano in una danza sottile, in grado di catturare le complessità dell’animo umano.