Angelica Barbareschi, conosciuta per le sue audaci performance nel mondo del bondage e del freak show, ha recentemente condiviso la sua storia durante un cameo nel programma “La Zanzara“. Figlia dell’illustre attore e produttore Luca Barbareschi, la sua arte ha suscitato opinioni contrastanti, non solo nel pubblico, ma anche nella sua stessa famiglia. Angelica affronta il pregiudizio e le aspettative sociali con una determinazione che la distingue, rivelando come la sua carriera la ponga in una luce diversa rispetto a quella di suo padre.
Un legame complicato tra padre e figlia
Durante la trasmissione radiofonica, è emerso che il rapporto tra Angelica e Luca Barbareschi non è propriamente idilliaco. Nonostante sia una delle otto figlie del noto regista, i contatti tra loro sembrano sporadici e limitati a occasioni speciali come Natale e compleanni. Angelica ha dichiarato: “Ci sentiamo per il Natale, per il compleanno; mio padre ha tanti figli e tanti rapporti da dover mantenere.” Questo latente distacco sembrerebbe essere accentuato dalle scelte artistiche di Angelica, che si è allontanata dai sentieri tradizionali del cinema per intraprendere un percorso creativo controverso e spesso frainteso.
In particolare, Angelica ha sottolineato la sua volontà di essere accettata per la sua arte, pur riconoscendo che il suo stile di esibizione l’ha relegata nel limbo delle “artiste di serie B“. “Io gli voglio bene, ma facciamo lavori diversi,” ha detto, evidenziando la disparità di visioni che caratterizza il loro legame. Il rispetto di Luca per le scelte artistiche della figlia emerge, sebbene la mancanza di sostegno visibile l’abbia indotta a sentirsi emarginata nel mondo dell’arte.
La sfida dell’arte del bondage
Angelica Barbareschi non è solo una performer; è una dominatrice che utilizza la sua arte per esplorare e sfidare i confini della performance e della percezione sociale. “Faccio la dominatrice,” ha rivelato, descrivendo le pratiche provocatorie che la caratterizzano. Nella sua esibizione, Angelica utilizza la frusta e incorpora elementi del fetish, cimentandosi in azioni audaci come fumare mentre interagisce con i suoi spettatori.
Un aspetto distintivo delle sue performance è l’uso dei clienti come “posacenere umano“, un atto che suscita curiosità e scalpore. Angelica ha spiegato: “Gli butto la cenere addosso, in bocca, posso anche spegnere una sigaretta sulla lingua delle persone. L’ho fatto anche io per uno show.” Queste affermazioni rivelano non solo un approccio audace, ma anche una riflessione profonda sulle dinamiche di potere e sul consenso, temi che emergono frequentemente nel mondo del bondage.
L’identità di Angelica al di là dei legami familiari
L’ambizione di Angelica Barbareschi non si limita alle sue performance provocatorie. È una giovane donna in cerca di una propria identità artistica, che pur portando il peso del cognome Barbareschi, desidera furiosamente farsi strada in un ambiente spesso critico e limitante. Abbandonando il ruolo di assistente alla regia, Angelica ha compiuto una scelta importante: perseguire quel mondo che l’unisce, nonostante la sua visione personale possa sembrare in contrasto con quella di suo padre.
Con il suo coraggio, Angelica sta sfidando non solo le aspettative sociali nei confronti delle donne, ma anche le concezioni tradizionali di arte e spettacolo. La sua volontà di esibirsi e di esplorare le proprie inclinazioni, anche a fronte di critiche e incomprensioni, la rende una figura complessa e intrigante nel panorama contemporaneo. Con il tempo, potrebbe dimostrare che la vera arte non conosce legami di sangue e che ogni performer ha il diritto di essere riconosciuta per ciò che è, oltre il proprio nome.