Il Donizetti Festival di Bergamo ha ufficialmente aperto le sue porte alla decima edizione con un’opera che promette di catturare l’attenzione di tutti gli amanti della musica lirica: «Roberto Devereux». Sotto la direzione di Riccardo Frizza e con la regia di Stephen Langridge, questa rappresentazione della celebre opera di Gaetano Donizetti ha messo in scena non solo la complessità delle relazioni umane, ma anche il profondo affresco di una regina, Elisabetta I d’Inghilterra, che si rivela un personaggio centrale e affascinante. Un cast d’eccezione, insieme a una messa in scena ricca di simbolismo, ha reso l’evento un momento imperdibile per la cultura operistica.
La regina Elisabetta: Un’icona di potere e vulnerabilità
Elisabetta I, interpretata con maestria da Jessica Pratt, rappresenta non solo la figura storica di una sovrana potente, ma anche la vulnerabilità di una donna innamorata. La mise en scène presenta la regina con i suoi riccioli rossi e il trucco di biacca, simboli di una bellezza ereditata ma anche di una vita segnata dalla tragedia. La Pratt descrive la sua Elisabetta come una “grande sovrana, una donna libera e intelligente”, ma è chiaro che nel cuore di questa figura imponente c’è spazio per l’amore e la sofferenza. Con un’età di 53 anni, Elisabetta vive una storia d’amore con il giovane Devereux, in un contesto sociale che considerava le donne oltre i 30 anni quasi “vecchie”.
La regia di Langridge presenta la complessità emotiva della regina attraverso l’inserimento di un elemento inquietante: un scheletro che funge da memento mori. Questo personaggio scheletrico rappresenta la consapevolezza di una vita che sta giungendo al termine, creando un contrasto stridente con le emozioni travolgenti che la regina prova. La relazione tra lei e Devereux, interpretato dal tenore John Osborn, è intensa e schiacciante. Le tensioni tra i due – dallo schiaffo di lei alla spada lanciata da lui – raccontano di un amore non solo romantico, ma anche ricco di conflitti e passioni febbrili. Questa dinamica rende l’opera un’analisi della fragilità umana e delle conseguenze dei legami affettivi.
Il dramma e la commedia nelle opere di Donizetti
Il festival proseguirà con un’altra opera di Donizetti, «Don Pasquale», che presenta un’opposizione netta rispetto a «Roberto Devereux». Mentre quest’ultima narra la tragedia di un amore impossibile da vivere, «Don Pasquale» si configura come battuta di spirito, mettendo in scena un anziano che, invaghito di una giovane donna, si trova a subire una beffa piuttosto crudele. La dimensione tragica di Devereux, intrisa di sentimenti profondi, lascia spazio a momenti di leggerezza nella commedia, ma non mancano elementi di amare verità anche qui, poiché il tema dell’amore fuori dal tempo continua a risuonare.
L’amore della regina per Devereux si configura come l’ultima possibilità di realizzazione per una donna che ha sempre rifiutato i vincoli matrimoniali. Quando questo amore le sfugge, la regina riacquista l’atteggiamento di sovrana implacabile, ordinando la condanna di Devereux. Questo colpo di scena non solo mette a nudo una donna capace di grande amore, ma anche di una razionalità fredda e calcolatrice, perfettamente in linea con il suo status regale.
L’eredità delle eroine di Donizetti
Donizetti è famoso per aver creato donne forti, indipendenti e per lo più tragiche, che riflettono una lotta contro le convenzioni di una società patriarcale. Jessica Pratt sottolinea come le protagoniste dell’opera siano spesso madri di una certa emancipazione femminile, rappresentando donne che non tengono conto delle aspettative altrui e sfidano il sistema. In questo contesto, il personaggio di Elisabetta I si erge a simbolo di una ribellione silenziosa, una figura che compie scelte audaci à fronte delle convenzioni sociali. La follia dell’amore, presente in molte delle creazioni di Donizetti, trova in Elisabetta una delle sue espressioni più potenti.
Dopo il termine del festival, Pratt si prepara per altri passi in salotti prestigiosi, portando la voce dei suoi personaggi e la loro complessità psicologica. La strada di questa soprano è quindi segnata dal sacrificio e dalla solitudine, dai cui riflussi fiorisce la bellezza dell’arte lirica. Tra gli impegni futuri, ci saranno interpretazioni di opere che continueranno a mettere in risalto il felice connubio tra emozioni intense e sfide personali.