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Gaspar Noé: un nuovo viaggio cinematografico tra documentari, guerra e horror

L’interesse di Gaspar Noé per il cinema è tornato sotto i riflettori grazie a una recente masterclass tenutasi al Cairo Film Festival. Il regista, noto per la sua audacia creativa e per film che hanno suscitato reazioni forti e contrastanti nel pubblico e nella critica, ha rivelato a Variety i generi che intende esplorare nei suoi prossimi lavori. Dopo l’uscita nel 2021 del suo ultimo film “Vortex” e la regia dell’episodio “Modern Jam” del progetto “Circus Maximum” di Travis Scott, l’artista si prepara a una nuova avventura artistica.

Le ambizioni future di Gaspar Noé

Durante l’evento culturale in Egitto, Noé ha condiviso le sue aspirazioni cinematografiche. “I principali generi cinematografici che mi interessano davvero per un progetto futuro sono documentario, film di guerra e horror,” ha affermato il regista. Questa dichiarazione indica una volontà di sperimentare e di unire molti aspetti della narrazione cinematografica. La sua idea di fondere queste tre tematiche racconta di un intento di scoprire connessioni inaspettate tra stili e format tradizionali, per dar vita a opere innovative e provocatorie.

Gaspar Noé: un nuovo viaggio cinematografico tra documentari, guerra e horror

Noé ha manifestato anche l’interesse di realizzare un film dedicato ai bambini, un tema a lui caro. “Mi piacerebbe anche fare un film con bambini piccoli o un film per bambini,” ha ammesso. Questa curiosità rivela la sua capacità di esplorare la fragilità e i pericoli legati all’infanzia. Attraverso l’innocenza visiva dei bambini, il regista sembra desiderare di affrontare tematiche più complesse e turbolente, creando uno spazio di apprendimento e di esplorazione emotiva.

Una lettura dell’infanzia

Nella masterclass, Noé ha descritto il suo desiderio di raccontare storie incentrate sui bambini. “I bambini sono come piccoli adulti. Quando siamo bambini siamo in pericolo. Siamo esposti a tutto,” ha espresso. La percezione dell’infanzia come un periodo intriso di vulnerabilità e fragilità si riflette in una visione artistica che mira a mettere in luce le esperienze formative di questa fase della vita. Un film che si concentri sui bambini, secondo Noé, non sarebbe solo una rappresentazione innocente, ma un’esplorazione profonda del mondo adulto attraverso gli occhi dei più giovani.

La fragilità dei bambini nel cinema di Noé

Noé ha chiarito che i bambini offrono una connessione diretta e giocosa con il mondo, un aspetto interessante da considerare nell’ambito delle sue nuove creazioni. “Il rapporto che hai con i bambini è diretto e giocoso,” ha sostenuto. Questa visione decostruisce l’idea romantica spesso associata all’infanzia, portando alla luce le difficoltà e le insidie che i bambini devono affrontare nella vita. La prospettiva di Noé offre uno spunto di riflessione sui traumi che il cinema può esplorare e sulle modalità di come queste esperienze possono essere artisticamente rappresentate.

Il legame tra cinema e influenze familiari

Un altro aspetto affascinante rivelato dal regista durante la masterclass è l’influenza della figura materna sul suo percorso artistico. La madre di Noé, assistente sociale, ha avuto un ruolo significativo nel plasmare il suo amore per il cinema. “Ricordo la scena della lotta degli scheletri in Giasone e gli Argonauti del 1963, quando avevo quattro anni e 2001: Odissea nello spazio nel 1968, quando ne avevo sei,” ha raccontato. Questi ricordi d’infanzia rappresentano momenti cruciali in cui l’impatto del cinema ha iniziato a manifestarsi nella sua vita.

L’importanza delle esperienze formative nel cinema di Noé

La madre di Noé non solo ha accompagnato il figlio nel meraviglioso mondo del cinema, ma ha anche contribuito a formare il suo gusto per i film trasgressivi. La sua esperienza di vedere un film di Fassbinder a dieci anni ha aperto una finestra su un universo molto più complesso e sfidante. “Non sapevo chi fossero le lesbiche, e stavo guardando un film su di loro,” ha aggiunto, sottolineando quanto questo momento fosse cruciale nella sua crescita personale e artistica.

In questo contesto, si delinea un ritratto di Gaspar Noé non solo come regista, ma come un artista influenzato profondamente dalle sue esperienze e relazioni. I prossimi progetti di Noé potrebbero così non solo rappresentare i suoi interessi cinematografici ma anche esplorare tematiche che sfumano i confini tra innocenza e adultità, tra gioia e paura, creando un dialogo profondo tra il pubblico e il suo universo filmico.

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