La nuova pellicola “Conclave“, diretta da Edward Berger, ha attirato l’attenzione degli spettatori e dei critici grazie alla sua intensa narrazione e alle tematiche sollevate. Isabella Rossellini, protagonista del film, ha condiviso la sua visione e le sue impressioni sulla sceneggiatura, rivelando come la Chiesa cattolica e la sua estetica teatrale influenzino profondamente l’opera e la sua ricezione.
La bellezza teatrale del dramma cattolico
Nel corso di un’intervista con il Los Angeles Times, Isabella Rossellini ha definito la sceneggiatura di “Conclave” come “molto interessante e molto intellettuale”. L’attrice ha messo in evidenza come il cuore del film risieda nell’estetica drammatica della Chiesa cattolica, un aspetto che ha un forte impatto su tutti gli eventi narrativi. Crescendo a Roma, Rossellini ha sviluppato un profondo legame con l’istituzione ecclesiastica, nonostante le sue numerose controversie nel corso della storia. Secondo lei, la Chiesa rimane un luogo di incontro per persone di diverse origini e culture, un aspetto che arricchisce ulteriormente il film.
L’attrice ha sottolineato l’importanza della diversità che si può osservare all’interno del Vaticano, dove vescovi e suore provenienti da ogni parte del mondo si riuniscono. Le università e le scuole cattoliche, spiega, sono centri di apprendimento e di scambio culturale, dove si offrono corsi in lingue straniere. Questa dimensione multiculturale ha lasciato un’impronta profonda su Rossellini, che considera il Vaticano un simbolo di incontro fra varie culture e tradizioni. L’estetica teatrale della Chiesa, assieme alle complesse dinamiche interne del film, porta il pubblico a interrogarsi su questioni esistenziali che affondano le radici nella spiritualità e nella vita.
Dietro le quinte di “Conclave”: l’importanza del Vaticano
Le riprese di “Conclave” si sono svolte presso gli storici studi di Cinecittà a Roma, ma Rossellini e il suo cast, tra cui Stanley Tucci e John Lithgow, hanno scelto di visitare il Vaticano per un’esperienza autentica. Questa visita si è rivelata cruciale per comprendere le sfide e le emozioni dei personaggi rappresentati nel film. Rossellini ha dichiarato che questa sorta di “pellegrinaggio” ha aperto loro la mente alla grandezza e al potere simbolico del luogo sacro.
Durante questa visita, il cast ha avuto modo di esplorare le maestose strutture della Cattedrale di San Pietro e di percepire l’immensa storia che permea questi luoghi. Queste esperienze hanno aiutato gli attori a calarsi nel loro ruolo, evidenziando come le rappresentazioni teatrali e cerimoniali all’interno della Chiesa possano evocare una forte risposta emotiva. Secondo Rossellini, la grandezza degli spazi e l’atmosfera solenne gli hanno permesso di cogliere il significato intrinseco del dramma rappresentato nel film, rendendo palpabile il tema della ricerca di risposte sulle domande esistenziali, come il destino dell’anima dopo la morte.
Questo approccio ha giovato alla narrazione, considerando che “Conclave” non si limita a rappresentare eventi ecclesiastici, ma esplora anche i conflitti interiori e le incertezze condivise da molti. Attraverso questa lente, la pellicola riesce a toccare corde profonde, portando il pubblico a riflettere su questioni universali legate alla vita, alla morte e alla fede. Rossellini conclude che l’essenza del film risiede proprio nella sua capacità di affrontare tali tematiche universali, rendendolo un’opera apprezzabile da un ampio pubblico.