Cher, icona della musica e del cinema, continua a stupire i suoi fan con aneddoti sorprendenti dalla sua lunga carriera. Durante il tour promozionale della sua autobiografia, la celebre cantante ha svelato retroscena inediti sulle sue esperienze cinematografiche, rivelando i nomi di due registi con cui ha avuto brutti rapporti sul set. Scopriamo questi dettagli e i riconoscimenti che hanno segnato la carriera dell’artista.
Cher: una carriera costellata di riconoscimenti
Cher, conosciuta in tutto il mondo per la sua voce unica e il suo stile inconfondibile, ha costruito un percorso artistico straordinario, non limitandosi soltanto alla musica. La sua carriera nel cinema ha avuto inizio negli anni ’60 e da allora ha collezionato numerosi premi e riconoscimenti. Tra i trionfi più significativi spicca il premio Oscar come miglior attrice protagonista nel 1988 per il film “Stregata dalla luna“, dove ha dimostrato una profondità emotiva e una gamma interpretativa straordinaria. Inoltre, è stata candidata all’Oscar nel 1984 come miglior attrice non protagonista per “Silkwood“, un film biografico che ha messo in luce il lavoro di attivismo di Karen Silkwood.
Oltre agli Oscar, Cher ha ricevuto anche altri importanti riconoscimenti, come il Golden Globe e il People’s Choice Award, sottolineando la sua versatilità come artista. La passione di Cher per la recitazione l’ha portata a collaborare con alcuni dei più grandi nomi del cinema, ma non tutte le sue esperienze sul set sono state positive. Durante recenti interviste, la star ha avuto l’opportunità di riflettere su alcuni aspetti del suo percorso professionale, rivelando dettagli meno noti riguardo ai suoi rapporti con determinati registi.
Esperienze negative con Peter Bogdanovich e Frank Oz
Nel corso di una chiacchierata con “The Times“, Cher ha condiviso le sue brutte esperienze lavorative con Peter Bogdanovich e Frank Oz. La cantante ha descritto Bogdanovich come “un maiale“, evidenziando il suo atteggiamento arrogantemente poco professionale sul set. “Non era gentile con le ragazze e si comportava in modo incredibilmente arrogante“, ha dichiarato Cher, esprimendo un profondo dispiacere per la sua esperienza.
Un episodio in particolare sul set di “Dietro la maschera“, film del 1985 diretto da Bogdanovich, ha colpito la cantante. Cher ricorda una discussione cruciale riguardo a una scena nella cucina: “Gli dissi che la scena aveva funzionato bene e che potevamo girarla di nuovo. La mattina seguente, però, arrivò sul set mangiando un panino con le uova e iniziò a urlare che non mi avrebbe permesso di dirigere il film“. Un’esperienza che l’ha segnata e che racconta le difficoltà di lavorare con un regista poco rispettoso delle idee altrui.
Cher ha anche accennato a Frank Oz, famoso per il suo lavoro con i Muppets. Secondo la sua testimonianza, Oz era stato inizialmente scelto per dirigere “Sirene“, ma fu poi sostituito da Richard Benjamin. Cher ha descritto Oz come un regista con cui non si è trovata a proprio agio, aggiungendo che le piccole disfunzioni dovute a una mancanza di rispetto hanno avuto un forte impatto sulla qualità del lavoro.
Il rapporto professionale con Peter Bogdanovich
Sebbene Cher abbia espresso le sue frustrazioni nei confronti di Peter Bogdanovich, è interessante notare che il regista stesso aveva condiviso un’opinione simile riguardo alla sua collaborazione con la diva. In precedenti interviste, Bogdanovich aveva descritto Cher come una persona che faticava a fidarsi, sottolineando le sue paure e insicurezze, specialmente nei confronti degli uomini. Aveva notato che Cher, rifiutando il cognome di suo padre, Sarkisian, cercava di affermare la sua indipendenza in un ambiente dominato da figure maschili.
“La sua reazione era spesso difensiva“, ha detto Bogdanovich, “non riuscendo a lasciarsi andare completamente e a fidarsi del processo creativo“. Questo non ha comunque oscurato le sue qualità come attrice, e Bogdanovich ha ammesso di aver girato molti primi piani di Cher, ritenendola estremamente abile in tali riprese.
“Dietro la maschera“, premiato al Festival di Cannes e che ha visto Cher vincere il premio per la miglior interpretazione femminile, racconta una storia drammatica ispirata alla vita di Roy Lee Dennis, un ragazzo affetto da leontiasi. Questo film ha rappresentato un punto di svolta nella carriera di Cher, mettendo in evidenza non solo le sue doti artistiche, ma anche la difficoltà di lavorare in un ambiente cinematografico spesso complesso e sfidante.
I racconti di Cher sul suo percorso professionale ci fanno capire che, dietro al successo e ai premi, ci sono storie di sfide e rapporti complessi con alcuni dei più rilevanti registi del suo tempo.