Al Torino Film Festival, l’attrice Angelina Jolie e lo scrittore Alessandro Baricco hanno presentato l’adattamento cinematografico del romanzo “Senza sangue“, un’opera che esplora la complessità dell’umanità attraverso una narrativa di violenza e vendetta. Il film, che porta il titolo di “Without Blood“, segna una collaborazione unica tra una delle figure più iconiche di Hollywood e un autore di culto della letteratura italiana.
Un incontro tra mondi diversi
L’evento si è svolto in un’atmosfera intima e familiare, dove il calore e la gentilezza hanno caratterizzato l’incontro tra due personalità di spicco. Angelina Jolie e Alessandro Baricco, entrambi segnati da esperienze di vita distintive, hanno dato vita a una conversazione profonda sul tema centrale del loro progetto. La Jolie, reduce da un tumultuoso divorzio da Brad Pitt, e Baricco, che vive con gli effetti di una malattia, si sono confrontati in un dialogo che ha messo in luce le sfide dell’esistenza umana. La loro connessione è palpabile e i toni dei due artisti si intrecciano perfettamente, creando un’atmosfera di empatia e comprensione.
“Senza sangue”: trama e tematiche
Il romanzo di Baricco, pubblicato nel 2002, è un’opera breve che affronta temi profondi come la vendetta e la sofferenza. L’adattamento cinematografico, realizzato dalla Jolie, si propone di mantenere la fedeltà all’essenza del testo originale, pur trasformando la sua narrativa in un’esperienza visiva coinvolgente. La trama è intricata e ruota attorno a una famiglia attaccata da un gruppo di uomini, con Nina, la giovane protagonista, costretta a testimoniare l’omicidio del padre, mentre cerca disperatamente di salvarsi. Quella scena di violenza diventa il fulcro della storia, esprimendo la complessità dell’animo umano e l’inevitabile ciclicità della vendetta.
La Jolie ha commentato: “È uno studio sull’umanità di ciascuno di noi”, evidenziando l’intento di esplorare le sfumature etiche dei suoi personaggi, che non possono essere facilmente catalogati come buoni o cattivi. A questo proposito, Baricco ha sottolineato l’unicità della storia: “Tutti hanno colpa e nessuno le ha”. La narrazione si complica ulteriormente grazie alla scelta di ambientazioni che sembrano esistere al di fuori del tempo e dello spazio, rendendo così difficile definire una chiara collocazione geografica o temporale.
Una collaborazione artistica unica
L’incontro tra Baricco e Jolie non si è limitato alla reciproca ammirazione per le rispettive opere, ma si è trasformato in una collaborazione creativa che ha dato vita a un film di grande spessore. Baricco ha rivelato di aver ricevuto un’email da Jolie, che ha descritto come un messaggio ricco di comprensione e dolcezza. I due artisti si sono poi incontrati di persona, approfondendo il loro legame attraverso momenti condivisi, come una cena a casa della Jolie, situata in un’imponente villa un tempo appartenente a Cecil B. De Mille, figura chiave nella storia di Hollywood.
La Jolie ha ricordato con un sorriso l’emozione di preparare un piatto di spaghetti per Baricco: “Un’americana che cucina gli spaghetti a un italiano, vi rendete conto?”. Questa semplicità e umiltà hanno fatto sì che i due potessero immergersi completamente nel progetto, con la Jolie che ha cercato di entrare nella mente dello scrittore per cogliere le complessità del racconto.
L’essenza del film: un’esperienza cinematografica profonda
“Senza sangue” si compone di due atti distinti, ognuno con una sua specificità narrativa. Baricco ha spiegato che nella prima parte, la storia si presenta già come un film, richiedendo solo la giusta regia per essere tradotta in immagini. L’atto finale, tuttavia, si sviluppa attorno a un lungo scambio tra due personaggi seduti a un tavolo di un bar, una scelta non convenzionale che può mettere alla prova qualsiasi regista, eccezione fatta per una figura originale come Jolie.
La concezione che Baricco ha del cinema è quella di un’arte che deve far dimenticare le origini letterarie, dove l’essenza del romanzo deve scomparire nel film, trasformandosi in un respiro cinematografico continuo. Quando gli viene chiesto di visitare il set, Baricco racconta di aver provato un’emozione intensa, entrando letteralmente nella prima pagina del suo libro, osservando la Jolie mentre mostrava un’anteprima di un montaggio del film. Questo momento di connessione ha suscitato forti reazioni emotive tra i presenti.
Riflessioni sull’empatia e la sofferenza
In un periodo in cui l’arte spesso riflette complessità socioculturali e il peso delle esperienze personali, Angelina Jolie ha assunto un ruolo di protagonista non solo come attrice, ma anche come naratrice delle sofferenze altrui. Negli ultimi anni, la sua carriera ha preso una piega diversa, cercando storie che mettono in luce il trauma e la memoria, come evidenziato nel suo recente lavoro su Maria Callas e ora con “Senza sangue”.
Jolie ha affermato che le persone che hanno vissuto esperienze di sofferenza tendono a sviluppare una consapevolezza e una comprensione più profonde della vita. Questa visione fa da sfondo alla pellicola, in cui i personaggi rappresentano non solo le loro storie individuali, ma diventano simboli delle guerre e delle tensioni che permeano la società contemporanea. L’arte di raccontare storie diventa così un potente strumento per affrontare le ferite del passato e incoraggiare una maggiore empatia nei confronti delle esperienze altrui.