A partire dal 26 novembre 2024, il gran maestro Gabriele Lavia porterà sul palcoscenico del Teatro Argentina la celeberrima tragedia “Re Lear” di Shakespeare, in una cornice di grande prestigio per la stagione teatrale romana. Lavia, che a 82 anni si cimenta per la prima volta nel ruolo di Re Lear e alla regia, si prepara a una sfida artistica di notevole impegno, affiancato da un ensemble di talentuosi attori, una traduzione accurata e scenografie di grande effetto. L’opera, che racconta la caduta e la fragilità di un padre nel gioco delle relazioni familiari, si preannuncia come un’esperienza intensamente emotiva e coinvolgente per il pubblico.
La scelta di Gabriele Lavia di interpretare “Re Lear”
Gabriele Lavia ha sempre considerato “Re Lear” un ruolo di enorme responsabilità, temendo la complessità e la profondità di un personaggio così emblematico. La sua avversione iniziale a cimentarsi con questa figura tragica risale a diversi anni fa, quando condivise la scena con Giorgio Strehler, noto regista che ha segnato la sua carriera. La decisione di affrontare “Re Lear” è stata influenzata dall’incontro casuale con la strada intitolata a Strehler a Milano. In quel momento, Lavia pensò di essersi scampato la “sfortuna” di dover interpretare un ruolo così ostico. Tuttavia, una telefonata inaspettata dal presidente del Teatro di Roma, Francesco Siciliano, cambiò le carte in tavola: Lavia avrebbe aperto la nuova stagione teatrale con il leggendario dramma shakespeariano.
Collaborazione e preparazione per il debutto
Nel corso della preparazione per “Re Lear”, Gabriele Lavia ha potuto contare su un team di attori selezionati con cura, definendo il cast composto da quattordici talentuose figure del panorama teatrale. Le tre figlie del Re Lear saranno interpretate da Federica Di Martino, Silvia Siravo ed Eleonora Bernazza, scelti per la loro abilità e presenza scenica. Lavia sottolinea l’importanza del lavoro collettivo nel teatro: ogni membro del cast contribuisce a dare vita alla storia, con il regista che funge da guida piuttosto che da autore assoluto. Questa filosofia di lavoro testimonia l’approccio sincero e collaborativo che caratterizza Lavia, frutto delle sue esperienze passate e delle lezioni apprese dal maestro Strehler.
Il significato profondo del personaggio di Re Lear
Il viaggio di Re Lear è una riflessione sulla perdita e sul deterioramento umano. Lavia interpreta Lear come “un uomo destinato a perdere tutto” in un turbinio di emozioni e di eventi che rispecchiano la tempesta interiore del protagonista. Lavia descrive la tempesta di Lear non solo come un conflitto esterno, ma come una manifestazione della sua psiche in crisi: “la tempesta della sua mente”, che simboleggia la morte dell’essere umano che ha dimenticato il proprio Essere. Questa interpretazione richiede a Lavia una profonda introspezione, rendendo il suo Lear un simbolo della fragilità umana in un mondo che spesso sembra ostile e incomprensibile.
Riflessioni sull’arte e la vita
Negli anni, Lavia ha spesso richiamato l’insegnamento di Eduardo De Filippo, il quale sosteneva che la vita è caratterizzata da un ciclo di acquisizione e perdita. Lavia si interroga sulle esperienze vissute e sulle perdite che ha subito nel corso della sua esistenza, rendendo evidenti le similitudini tra la sua personalità e quella di Lear. La consapevolezza della vulnerabilità e della trasformazione continua della vita è un tema centrale nella interpretazione di Lavia, che intende trasmettere al pubblico una riflessione profonda e articolata. La sua vocazione per l’arte non è solo un mezzo di espressione, ma anche uno strumento per affrontare le complessità dell’esistenza.
Il debutto di Gabriele Lavia in questa storica reinterpretazione di “Re Lear” rappresenta un momento di grande importanza per il panorama teatrale italiano e per il suo personale percorso artistico, offrendo un’opportunità unica per esplorare i temi dell’amore, della perdita e della redenazione sul palcoscenico. Lavia, con il suo talento e la sua esperienza, promette di regalare al pubblico una performance indimenticabile.