L’inaspettata vicenda di Ubaldo Manuali, un uomo di 68 anni di Roma, ha suscitato sconcerto e indignazione nel pubblico dopo la sua recente condanna per violenza sessuale aggravata e per la diffusione illecita di immagini sessualmente esplicite. Conosciuto in modo ironico sui social media come il “sosia” italiano di Keanu Reeves, Manuali è stato arrestato e portato in carcere in seguito a testimonianze agghiaccianti di diverse donne, tra cui una chiamata Stefania. Questo articolo si propone di esplorare la cronaca di questa tragica situazione, analizzando i dettagli delle accuse, le testimonianze e il profilo dell’imputato.
Il fermo di Ubaldo Manuali e le accuse
Ubaldo Manuali è stato arrestato dopo una condanna a 9 anni e 10 mesi di reclusione emessa dal Tribunale di Viterbo, che ha accertato le accuse di violenza sessuale aggravata e diffusione illecita di immagini sessualmente esplicite. Gli eventi si sviluppano a partire da un’indagine avviata a seguito di segnalazioni di comportamenti inappropriati da parte dell’uomo. Sui social, egli esponeva una finta vivacità e simpatia, scherzando sulla sua somiglianza con l’attore hollywoodiano, ma dietro questa maschera si celavano crimini gravi. I comportamenti di Ubaldo, da semplice netturbino a predatore, hanno scosso la comunità romane.
Il crimine di cui è accusato Manuali non è isolato, ma emblematico di una problematica sociale più ampia riguardante la violenza sulle donne e le modalità con cui i predatori possono operare nel mondo digitale. È in questo contesto che il servizio di “Le Iene“, andato in onda il 24 novembre, ha dato voce alle vittime e ha messo in luce le gravissime conseguenze delle azioni dell’imputato.
La testimonianza di una vittima
Nella puntata incriminata del programma “Le Iene“, Stefania ha raccontato la sua drammatica esperienza con Ubaldo Manuali, fornendo dettagli inquietanti e strazianti che fanno emergere la gravità della situazione. Stefania ha accettato una richiesta di amicizia su Facebook, convinta che l’interazione fosse innocua. Dopo un periodo di comunicazione via social, i due si sono incontrati per una cena, un momento che si è rivelato contraddittorio rispetto alle aspettative.
Durante la cena, Stefania ha notato comportamenti inquietanti, descrivendo come Manuali “faceva gesti strani” sotto al tavolo, insinuando un’assoluta mancanza di rispetto e decoro. La situazione è rapidamente degenerata quando la donna ha realizzato di essere stata narcotizzata, perdendo il controllo e la capacità di opporsi all’aggressione. Attraverso le indagini, il cellulare di Manuali è stato perquisito, rivelando una collezione di immagini inquietanti, fotografie di donne in stati di vulnerabilità, che riguardavano atti sessuali espliciti. Questi dati hanno contribuito in modo determinante a costruire un quadro criminoso che ha portato alla condanna dell’uomo.
Il profilo di un ‘sosia’ inquietante
Ubaldo Manuali, nato e cresciuto a Roma, aveva trovato una sua piccola notorietà online, dove condivideva foto e contenuti in cui si faceva chiamare il “sosia italiano” di Keanu Reeves. Utilizzando i social media come piattaforma per connettersi con potenziali vittime, Manuali sfruttava la propria immagine per travisare la realtà, mascherando i suoi intenti predatorii. Era un netturbino di professione, un lavoro che appariva del tutto convenzionale, ma dietro questa facciata si celava una persona con sfaccettature inquietanti e una personalità manipolativa.
L’uomo ha approfittato delle sue interazioni nei social per cercare donne da coinvolgere, colpendo soprattutto le più vulnerabili, quelle pronte a fidarsi di un incontro basato su una apparente simpatia. Con questo atteggiamento, ha ingannato le sue vittime facendole sentire a proprio agio, per poi tradire tale fiducia in modi inimmaginabili. La sua storia è un inquietante promemoria di come apparenze e reali intenzioni possano essere radicalmente diverse, sottolineando l’importanza del dialogo sulla violenza di genere, le sue dinamiche e le modalità di prevenzione nei rapporti sociali.