Gino Cecchettin, padre di Giulia Cecchettin, ha recentemente preso parte al programma “La Volta Buona“, gestito da Caterina Balivo, per onorare la memoria della figlia, tragicamente uccisa. L’incontro è avvenuto in concomitanza con la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, un momento di riflessione profonda sulla tematica attuale e dolorosa. Durante l’intervista, Gino ha condiviso il suo dolore, le sue colpe e il desiderio di trasformare la propria tragedia personale in uno strumento di cambiamento sociale.
Il ricordo di Giulia Cecchettin
Gino Cecchettin ha descritto Giulia come una giovane donna determinata e brillante, intrisa di passione e ambizione. Il padre ha rievocato il loro rapporto, sottolineando la sua illusione di una normalità apparente che ha impedito di vedere possibili segnali di allerta. “Pensavo che tutto andasse bene. Mi sono posto domande e mi sento in colpa per non aver colto certi aspetti,” ha dichiarato. Gino ha rivelato come spesso egli e Giulia discutessero di incidenti e difficoltà, convinti che la situazione in cui si trovava fosse sotto controllo. Con il passare del tempo e il drammatico epilogo della vicenda, è emerso chiaramente che le vulnerabilità della figlia non erano visibili, sottolineando l’importanza di un ascolto attento e di una comunicazione aperta tra genitori e figli.
La creazione della Fondazione Giulia Cecchettin
In risposta al crimine che ha colpito la sua famiglia, Gino Cecchettin ha fondato la Fondazione Giulia Cecchettin, presentata alla Camera dei deputati lo scorso novembre. L’obiettivo della fondazione è combattere la violenza di genere e promuovere la parità tra i sessi, sostenendo iniziative educative e borse di studio per donne che desiderano intraprendere carriere in ambiti tecnologici, considerati in futuro sempre più promissori sul piano occupazionale. La fondazione non si limita a commemorare Giulia, ma si propone come un catalizzatore di cambiamento, offrendo opportunità concrete per le giovani donne, con l’intento di abbattere il gap salariale e favorire l’indipendenza economica.
Il desiderio di diventare illustratrice
Nell’intervista, Gino ha condiviso un momento particolarmente toccante quando Giulia, con umiltà e determinazione, espresse il suo sogno di diventare illustratrice, a fianco del percorso di laurea in ingegneria. “Mi laureerò, papà, non preoccuparti. Solo che poi voglio fare l’illustratrice,” ha affermato. Questo sogno rifletteva non solo le aspirazioni artistiche della giovane, ma anche la sua capacità di cercare la felicità autentica, mostrando così il suo spirito combattivo. Il ricordo di quel sorriso e di quella determinazione è un vero e proprio faro di luce nella vita di Gino, e rappresenta un’eredità di coraggio e resilienza.
Il peso delle domande senza risposta
Dopo la scomparsa di Giulia, Gino è stato assalito da un turbinio di emozioni dolorose, tra cui speranza e angoscia. “Pensavo fosse andata a divertirsi con le amiche e che l’avremmo risolta il giorno dopo. Ma quando il giorno dopo è arrivato e non l’ho vista, la realtà ha iniziato a mostrarsi in tutta la sua brutalità,” ha confidato. Ogni genitore vive nel timore di dover affrontare simili situazioni e l’esperienza di Gino evidenzia quanto sia difficile accettare responsabilità e mancanza di risposte. “Un padre vive con il dovere di proteggere i propri figli. La consapevolezza di non essere riuscito a farlo crea un vuoto incolmabile.”
La responsabilità dei genitori nel preparare i figli
Durante il dialogo con Caterina Balivo, è emerso il tema cruciale del ruolo dei genitori nell’accompagnare i propri figli verso il futuro, in particolare di fronte alle sfide della vita. Gino ha affermato l’importanza di invogliare i ragazzi a affrontare le difficoltà senza tutelarli eccessivamente: “Ho cercato di insegnare ai miei figli a non temere le salite difficili, ma a chiedere aiuto quando necessario.” Questa prospettiva si estende non solo al rapporto con Giulia, ma abbraccia anche la relazione con i suoi altri due figli, Davide ed Elena. La riflessione di Gino pone l’accento sull’equilibrio necessario tra amore, autorità e disponibilità emotiva da parte di un genitore, cruciali per la crescita di bambini e adolescenti sicuri e capaci di affrontare il mondo con determinazione e coraggio.