Le recenti dichiarazioni di Sophie Codegoni riguardo alla querela presentata contro Alessandro Basciano, hanno sollevato un acceso dibattito legale e mediatico. Mentre Codegoni sostiene di non aver mai ritirato l’atto, l’avvocato di Basciano, Leonardo D’Erasmo, presenta una narrazione diametralmente opposta, affermando che la remissione è avvenuta e ha avuto un impatto significativo sulla scarcerazione del suo assistito. Questo articolo esplora le diverse posizioni e le implicazioni legali della vicenda.
La querela e le dichiarazioni di Sophie Codegoni
Sophie Codegoni, ex partecipante a reality show e influencer, ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera, dove ha ribadito di non avere mai ritirato la querela sporta a dicembre 2023 contro Alessandro Basciano. La querela originava da una serie di presunti reati, compresi minacce e stalking a suo carico. Codegoni ha sostenuto che le sue affermazioni non coincidono con quelle della rappresentanza legale di Basciano, creando una situazione di forte tensione legale. La querela è stata depositata in un periodo in cui la relazione tra i due era complicata e segnata da episodi conflittuali.
Le dichiarazioni di Codegoni pongono interrogativi sulla gestione della comunicazione tra le parti coinvolte. Mentre lei difende la sua posizione, manifestando la volontà di non ritirare l’atto, l’aspetto legale diventa particolarmente rilevante, dato che si tratta di una questione che riguarda la sua credibilità e il suo stato di vittima. La questione si fa ancor più complessa quando si mette in luce che, secondo l’avvocato di Basciano, esisterebbero prove documentali che confermerebbero il contrario, dando una dimensione ulteriore alla dinamica fra l’accusatrice e l’accusato.
Le dichiarazioni dell’avvocato di Alessandro Basciano
Leonardo D’Erasmo, legale di Alessandro Basciano, ha rilasciato una serie di affermazioni riguardo alla veridicità della remissione della querela. Secondo D’Erasmo, non solo l’atto di remissione è reale, ma è stato anche presentato al giudice durante il processo che ha portato alla scarcerazione di Basciano avvenuta il 23 novembre, dopo due giorni di fermo. L’avvocato ha specificato che l’eventuale ritiro della querela ha avuto un ruolo cruciale nel determinare la decisione del giudice, poiché ha ridotto la gravità delle accuse e ha alleggerito il pericolo di reiterazione del reato.
Nella sua spiegazione, D’Erasmo ha affermato che l’atto di remissione è stato firmato da entrambi, Sophie Codegoni e Alessandro Basciano, e autentificato da avvocati di fiducia. Ciò implica una formalità legale che rende valida la remissione, a meno che emergano irregolarità. L’avvocato ha anche fatto riferimento a un’ordinanza di scarcerazione, in cui viene documentato come, grazie alla remissione della querela, i gravi indizi di colpevolezza siano venuti meno, contribuendo a una modifica della situazione legale di Basciano.
Inoltre, D’Erasmo ha suggerito che il non riconoscere di aver firmato la remissione potrebbe non essere una questione di malafede, ma una semplice mancanza di memoria da parte di Codegoni. Tuttavia, ha sottolineato che le implicazioni legali sono di notevole importanza e qualsiasi affermazione contraria da parte della Codegoni può avere conseguenze legali.
Le chat e le accuse di violenza domestica
Un altro aspetto da non sottovalutare nella questione riguarda le comunicazioni tra Sophie Codegoni e Alessandro Basciano. D’Erasmo ha chiarito che una serie di chat presentate come prova dimostrerebbero che la Codegoni cercava attivamente di contattare Basciano, sottolineando un certo grado di comunicazione e una potenziale riappacificazione tra i due. La questione dell’utilizzo delle chat come prova è complessa: sebbene possano dimostrare un desiderio di contatto, non garantiscono automaticamente che non esistano stati di coercizione o violenza.
L’avvocato ha anche messo in evidenza come il semplice invio di numerose chiamate da parte di Basciano non debba necessariamente essere interpretato come un gesto di minaccia, ma piuttosto come un tentativo di contattare la figlia, traendo questo aspetto come indicativo delle sue intenzioni. Tuttavia, il contesto emotivo del caso rimane delicato e carico di connotazioni storiche, e la questione della violenza domestica è sempre trattata con grande serietà e attenzione.
Le complicazioni legali
La situazione legale di Sophie Codegoni e Alessandro Basciano ha sollevato interrogativi non solo sulle singole dichiarazioni, ma anche sull’efficienza dei processi legali coinvolti. L’avvocato D’Erasmo ha accennato a potenziali disfunzioni nelle cancellerie e procure, suggerendo che la remissione della querela potrebbe non essere stata elaborata con la dovuta attenzione, complicando ulteriormente il processo legale. Ha citato altri casi simili come prova di possibili inconvenienti nei sistemi legali.
Secondo il legale, se non si trova documentazione ufficiale riguardo alla remissione, ne esisterebbe comunque una copia che potrebbe chiarire la situazione. Questa affermazione pone l’accento su come, in ambito legale, sia fondamentale la documentazione che può determinare l’esito di un caso. Senza prove tangibili, la questione della remissione rimane in bilico, e le conseguenze legali per Codegoni e Basciano continuano a essere tutte da stabilire.
La complessità del caso Codegoni-Basciano si fa quindi evidente: la giustizia deve affrontare le sfide non solo in termini di prove legali, ma anche relativamente agli aspetti umani delle persone coinvolte, con il rischio di trasformare una questione personale in una battaglia legale strenua.