Gianmarco Tamberi, campione olimpico di salto in alto, ha rivelato alcuni aspetti intimi e complessi della sua vita durante la seconda puntata del programma “Belve“, condotto da Francesca Fagnani su Rai2. Ospite del programma, Tamberi ha affrontato il suo doloroso rapporto con il padre, descrivendolo come uno dei più grandi fallimenti della sua vita. Queste confessioni toccano non solo il tema delle aspettative familiari, ma anche le sfide professionali che ha dovuto affrontare, in un contesto di grande pressione e osservatori.
Il fallimento del rapporto con il padre
Durante la trasmissione, Gianmarco Tamberi ha parlato del suo complesso e difficile rapporto con il padre, definendolo addirittura “orrendo”. Le sue parole hanno rivelato un livello di vulnerabilità inaspettato per chi è abituato a vedere il campione olimpico sul podio. Tamberi ha spiegato come la mancanza di un legame autentico con la figura paterna gli ha causato una profonda sensazione di tradimento. “Non avere rapporto con mio padre è il fallimento più grande della mia vita”, ha dichiarato, sottolineando come un genitore debba aiutare il proprio figlio a trovare la propria strada, piuttosto che imporre scelte.
Nel dialogo con Fagnani, Tamberi ha approfondito i motivi per cui la loro relazione si sia deteriorata nel tempo, elencando i momenti difficili e le regole rigide imposte dal padre. “Il punto più basso è stato raggiunto diverse volte e questo ha reso complicato trovare un terreno comune”, ha continuato, mettendo in luce i contrasti tra le sue aspirazioni personali e le aspettative familiari. Secondo Tamberi, è fondamentale che un genitore non prenda decisioni al posto del figlio, usando come riferimento le sue esperienze e le sue scelte di vita.
L’amore per il basket e la sua carriera sportiva
Un’altra rivelazione sorprendente del campione è stata la sua ammissione di non provare un amore incondizionato per il salto in alto. Nella conversazione, ha confessato di preferire il basket, un altro sport che lo ha sempre affascinato. “Se avessi continuato a giocare a basket, sarei stato meno orgoglioso, ma più felice”, ha dichiarato con franchezza. Questa nota di sincerità mette in risalto il peso della carriera sportiva e le scelte che spesso si devono affrontare lungo il cammino.
Tamberi ha faticato a trovare soddisfazione nel salto in alto, descrivendo la sua attività con un certo distacco: “Non è così bello saltare un’asticella”. Le sue parole fanno emergere le pressioni legate alla competizione e le aspettative personali, che possono condurre a una forma di insoddisfazione persistente. “Devo pensare al mio futuro ogni giorno”, ha affermato, evidenziando l’incertezza che circonda la sua carriera e ogni decisione su come proseguire.
Le Olimpiadi di Parigi e le sfide fisiche
Un altro aspetto emotivamente carico della discussione si è focalizzato sulle recenti Olimpiadi di Parigi. Tamberi ha raccontato di aver affrontato forti dolori addominali, una situazione che ha profondamente influenzato la sua prestazione. “Ero a Parigi, sicuramente tra i favoriti”, ha confessato, aggiungendo che le problematiche fisiche che ha dovuto affrontare gli hanno negato la gioia di competere al massimo della forma.
Il campione ha descritto quell’esperienza come “il momento più brutto, sia dal punto di vista fisico che mentale”. Queste dichiarazioni danno una visione chiara delle sfide che gli atleti affrontano, non solo in termini di prestazioni, ma anche dal punto di vista del benessere psicologico. La pressione delle aspettative e i limiti fisici possono diventare un peso insostenibile, rendendo ancora più evidente il prezzo da pagare per raggiungere l’eccellenza nello sport.
Queste confessioni di Tamberi offrono uno spaccato significativo della sua vita, caratterizzata da sfide immense e una lotta continua per affermarsi, sia come atleta che come individuo, rendendo il suo racconto molto più che una semplice intervista sportiva.