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Anna Ammirati: la tenerezza e la libertà nella sua interpretazione in “Napoli – New York”

Anna Ammirati, l’attrice protagonista del nuovo film “Napoli – New York” diretto da Gabriele Salvatores, sta per conquistare il grande schermo a partire dal 21 novembre. Attraverso il personaggio di Anna Garofalo, un’immigrata a New York nel secondo Dopoguerra, Ammirati esplora temi profondamente umani come l’amore, la famiglia e le scelte consapevoli. In un’intervista, ha condiviso le sue riflessioni sull’interpretazione del personaggio, la sua esperienza di vita e il significato della libertà.

La tenerezza e l’amore nel personaggio di Anna Garofalo

Interpretare Anna Garofalo ha forgiato in Ammirati un nuovo modo di vedere la maternità e le dinamiche familiari dell’epoca. “È un privilegio di chi fa il nostro mestiere”, afferma l’attrice, sottolineando come il suo ruolo le abbia insegnato valori come la tenerezza e l’amore. Garofalo rappresenta una donna che, sebbene lontana dal mondo contemporaneo, incarna la forza e la determinazione di chi vive con passione la propria vita. Ammirati evidenzia la scelta consapevole della protagonista di dedicarsi alla famiglia, riflettendo su come, nel suo quotidiano, la figura materna sia tanto significativa.

Anna Ammirati: la tenerezza e la libertà nella sua interpretazione in “Napoli – New York”

Racconta che la sua immersione nel personaggio è stata sorprendentemente naturale: “Nonostante le differenze temporali e culturali, mi sono sentita perfettamente a mio agio”. La lettura della sceneggiatura, insieme alla direzione preziosa di Salvatores, ha stimolato in lei una connessione profonda con il personaggio, che aspirava a un futuro luminoso con il marito e, nel contesto inaspettato, si è vista coinvolta da due orfani che bussano alla sua porta, arricchendo la narrazione di colpi di scena emotivi.

Collaborazione con Gabriele Salvatores

Lavorare con un regista di fama internazionale come Gabriele Salvatores è stata un’esperienza “incredibile” per Ammirati. L’attrice descrive il regista come un “lord”, capace di empatia e sensibilità nei confronti delle sue esigenze sul set. “È commovente quando un regista si scusa per l’attesa”, dice, mettendo in luce non solo l’umanità di Salvatores, ma anche il suo impegno per creare un ambiente collaborativo e rispettoso.

Inoltre, condividere il set con Pierfrancesco Favino ha rappresentato un ulteriore stimolo professionale. Ammirati parla della generosità e dell’esperienza dell’attore, il che ha facilitato una crescita reciproca nel corso delle riprese. La sinergia tra i due ha arricchito il film, conferendogli una dimensione autentica che risuona con il pubblico.

L’atto di essere madre: scelte e responsabilità

Essere madre ha plasmato non solo la vita personale di Ammirati, ma anche la sua carriera e il suo approccio all’arte. Diventata madre a soli 20 anni, ha affrontato le sfide della maternità con una certa dose di disincanto, ma senza mai dimenticare di valorizzare il suo ruolo. “Mi è sempre piaciuto essere una mamma”, spiega, pur evidenziando le difficoltà legate alle aspettative sociali.

Ammirati affronta il tema della vita da madre, riflettendo sulle pressioni e le responsabilità che accompagnano questa scelta. “Ho sempre cercato di essere una madre e non un’amica”, rivela, affermando la necessità di porre dei limiti e di stabilire una disciplina sana, anche durante la separazione dal padre di sua figlia. Sebbene oggi sua figlia consideri le sue scelte come “dure”, Ammirati ritiene che tali decisioni siano state un modo per garantire una stabilità fondamentale per la crescita della figlia.

Riflessioni sulla libertà e l’emancipazione

La libertà, secondo Ammirati, non è senza costo e la sua vita ne è testimone. Ha pagato il prezzo della libertà più volte, sia professionale che personale, ma di questo è consapevole. La sua carriera l’ha portata a esplorare numerosi ruoli, come quelli di Monella e Liz in “Mare fuori“, personaggi che l’hanno accompagnata e che, al contempo, non definiscono completamente la sua identità artistica.

Quando le viene chiesto se si senta emancipata da questi ruoli, Ammirati risponde che la dimensione temporale ha fatto il suo corso. Non avverte la necessità di emanciparsi da ciò che ha rappresentato, data la sua assunzione di responsabilità e l’integrità con cui ha affrontato ogni sfida. La conversazione termina con il richiamo alla bellezza dell’amore, citando come questo sia l’unico elemento capace di sciogliere le paure e di dare forza e libertà a chi lo vive autenticamente.

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