Questa sera, alle 21.15, Rai 5 trasmette una delle opere più emblematiche di Giuseppe Verdi, il Simon Boccanegra. Questo dramma storico-politico segna l’apertura della stagione 2024/2025 del Teatro dell’Opera di Roma. Sotto la direzione artistica del regista britannico Richard Jones, con la sapiente direzione musicale di Michele Mariotti, gli spettatori possono aspettarsi una produzione magniloquente e coinvolgente. L’attore Matteo Martari avrà il compito di introdurre l’opera per il pubblico di Rai 5.
Simon Boccanegra, la trama dell’opera
Simon Boccanegra si apre in una Genova vivace ed in tumulto, precisamente nella piazza della Chiesa di San Lorenzo. Qui, si manifestano appassionate tensioni tra il gruppo populista capeggiato da Paolo Albiani e l’aristocrazia riunita attorno a Jacopo Fiesco. Paolo esprime l’intenzione di sostenere la candidatura di Simon Boccanegra come doge, un’idea carica di significato per la città, dove la politica è segnata da lotte interne e rivalità.
Simon, tuttavia, è distrutto perché non riceve notizie dell’amata Maria, di cui ha perso traccia. Maria ha dato alla luce una figlia, Amelia, che ora vive nel palazzo di Fiesco, il suo affliggente padre. La vincente strategia di Paolo porta Simon ad accettare la candidatura, con la speranza di poter convolare a nozze con Maria. Le forti emozioni raggiungono il culmine quando Jacopo Fiesco informa Simon della tragica morte della donna, un colpo duro da affrontare, che complica ulteriormente la già intricata situazione familiare.
Nel corso della narrazione, Simon viene proclamato Doge ma scopre rapidamente che le sue scelte sono intrise di dolore: l’unica famiglia che conosce è ormai teatro di misteri e separazioni. Si scopre quindi che Amelia è stata adottata da una famiglia Grimaldi. Venticinque anni dopo, nel cosmo drammatico della Genova di Verdi, Amelia è cresciuta e innamorata di Gabriele, ma la malvagità di Paolo continua a perseguitarla, portando a un esito carico di tensioni e conflitti.
Dalla guerra alla pace
La lotta per il potere si intensifica mentre Simon Boccanegra, ora Doge, cerca di stabilire una pace duratura con Venezia. Tuttavia, la fazione di Albiani è fervente nel desiderare la guerra. Gabriele, il giovane innamorato di Amelia, viene catturato dai plebei. Durante uno degli scontri più drammatici del racconto, confessa di aver ucciso Lorenzino, il misterioso rapitore di Amelia, illuminando ulteriormente l’oscura trama che avvolge i personaggi.
Simon, per rafforzare la propria autorità e scoprire il mandante del rapimento, costringe Paolo a maledire Lorenzino in piazza, il che getta Paolo in una spirale di angoscia. Intanto, le macchinazioni di Albiani e le sue feroci tattiche culminano in un tentativo omicida nei confronti di Simon, attraverso un poison orchestrato sapientemente.
Quando Amelia si rivolge al padre per chiedere clemenza per Gabriele, entra in gioco il tema della famiglia e dei legami, in una veste di drammaticità che richiama all’attenzione la difficile dualità tra amore e dovere. La storia si chiude sull’eroismo dell’amore e su un finale tragico ma risolutivo, con Simon Boccanegra che, nella sua ultima parte, annuncia a Gabriele la sua successione al potere prima di incontrare un triste destino.
Simon Boccanegra, la versione del 1881
La storia di Simon Boccanegra è complessa e intrisa di evoluzioni artistiche. Giuseppe Verdi, per il suo debutto alla Fenice di Venezia nel 1881, decide di riprendere il dramma spagnolo di Gutiérrez, arricchendolo e rivisitandolo. La prima versione, datata 1851, ha vissuto difficoltà e una serie di aggiustamenti, con il librettista Francesco Maria Piave affiancato dal poeta Francesco Montanelli. La revisione del 1881, frutto di una profonda riscrittura e senza eccessi virtuosistici, riesce a fare emergere il profondo messaggio politico alla base dell’opera.
Questo capolavoro unisce intrighi di potere e passioni umane, portando a riflessioni sul significato della leadership e della legacy storica che si intrecciano nel tessuto drammaturgico. La forza del racconto si manifesta non soltanto attraverso i conflitti visibili, ma anche attraverso le emozioni e le relazioni, che rimangono nel crescendo di tensione fino all’esito finale.
Il regista e il direttore d’orchestra
Michele Mariotti, direttore musicale dell’Opera di Roma, nutre una forte passione per il Simon Boccanegra, sottolineando come l’opera di Verdi continui a reinventarsi con il passare degli anni. Questo capolavoro è in grado di riflettere le diverse interpretazioni del suo tempo, mentre Mariotti riesce a trasmettere la musicalità insita nella trama, evocando atmosfere che accompagnano in modo sublime i momenti drammatici.
Richard Jones, regista di origine britannica, è noto per la sua abilità nel curare produzioni di grande impatto visivo e interpretativo. Con esperienze precedenti nella Royal Opera House e in altre celebri produzioni, Jones ha già saputo emozionare il pubblico, creando attese per il suo lavoro su Simon Boccanegra, arricchendo la narrazione visiva e tragica dell’opera di Verdi.
Simon Boccanegra, gli interpreti
L’opera si distingue per il talento dei suoi interpreti. Luca Salsi e Claudio Sgura, entrambi baritoni italiani, ricoprono il prestigioso ruolo di Simon Boccanegra, mostrando versatilità e padronanza del repertorio verdiano. Le soprano Eleonora Buratto e Maria Motolygina interpretano Amelia, un personaggio che esprime freschezza e intensità vocale, portando vita a un ruolo complesso e sfaccettato.
I bassi Michele Pertusi e Riccardo Zanellato, rispettivamente nel ruolo di Jacopo Fiesco, offrono un’interpretazione di grande spessore emotivo, mentre Gevorg Hakobyan, nei panni di Paolo Albiani, rappresenta la malvagità insita nell’opera, un antagonista carico di tensione e inganno. Le scelte vocali e le interpretazioni di questi artisti promettono di dare vita a una serata indimenticabile di grande musica e drammaturgia.