Il dibattito su etica e trasparenza nel mondo dei social media si riaccende dopo le recenti accuse mosse nei confronti di Selvaggia Lucarelli dal quotidiano Il Giornale. La blogger e opinionista è stata accusata di non aver segnalato adeguatamente alcuni post in cui mostrava gioielli e abiti indossati durante il programma “Ballando con le stelle“. La questione solleva interrogativi importanti sulla responsabilità degli influencer e sul rispetto delle normative in materia di pubblicità online.
Le accuse del Giornale
Il Giornale ha messo in evidenza una serie di post pubblicati da Selvaggia Lucarelli tra il novembre 2021 e il dicembre 2022, con alcune menzioni anche nel 2023. Secondo il quotidiano, questi contenuti violerebbero le linee guida del Garante della comunicazione, stabilite dopo il caso noto come Ferragni-Balocco. Questo episodio ha evidenziato la necessità di regolamentazioni chiare nel mondo del marketing degli influencer, soprattutto per coloro che possiedono un ampio seguito.
In particolare, le linee guida stabiliscono che gli influencer con un milione di follower e un engagement rate medio pari o superiore al 2% devono dichiarare esplicitamente quando stanno pubblicizzando un prodotto o un servizio. Ciò implica l’inserimento di diciture come “Pubblicità/Advertising” o “In collaborazione con” all’inizio dei post interessati. Secondo Il Giornale, Lucarelli non avrebbe rispettato questi obblighi, alimentando polemiche e discussioni sul suo operato.
Il tema della pubblicità occulta è di grande attualità e viene affrontato con serietà, poiché influisce sulla fiducia del pubblico nei confronti di figure pubbliche e influencer, il cui ruolo è sempre più centrale nelle dinamiche commerciali attuali.
La risposta di Selvaggia Lucarelli
In seguito alle accuse ricevute, Selvaggia Lucarelli ha prontamente risposto attraverso un’intervista rilasciata al giornale online Open. L’opinionista ha negato categoricamente di aver intrattenuto relazioni commerciali con marchi o brand durante la sua partecipazione a “Ballando con le stelle“. Secondo la sua versione dei fatti, non esisterebbe alcun contratto o accordo, nemmeno informale, riguardante pubblicità o sponsorizzazioni sui social media.
Lucarelli ha sottolineato che, contrariamente a quanto riportato, non ha mai ricevuto alcuna comunicazione da parte del giornalista de Il Giornale per verificare i fatti prima della pubblicazione dell’articolo incriminato. Questa mancanza di confronto, secondo Lucarelli, mette in luce come la correttezza giornalistica debba sempre prevalere su affermazioni unilaterali e senza fondamento.
La questione ha richiamato l’attenzione su come il pubblico possa essere facilmente influenzato da contenuti non contrassegnati come pubblicità, evidenziando la necessità di una maggiore trasparenza nel modo in cui gli influencer operano nel settore. Inoltre, pone in discussione le strategie di comunicazione di marchi e personalità pubbliche.
La polemica, di per sé, diventa l’occasione per riflessioni sul futuro della comunicazione e della pubblicità nel contesto contemporaneo, un ambito in continua evoluzione e con sempre nuove sfide da affrontare.