Alice Urciuolo, scrittrice e sceneggiatrice di 30 anni, rappresenta una delle voci più fresche e incisive del panorama contemporaneo. Nata a Priverno, in provincia di Latina, ha ottenuto la candidatura al prestigioso Premio Strega nel 2021 con il romanzo “Adorazione”, che ha recentemente ispirato l’omonima serie Netflix, divenuta un fenomeno di visualizzazioni in Italia. In questo contesto, Urciuolo affronta le tematiche della violenza contro le donne e la difficoltà di comunicazione tra i giovani, sottolineando l’importanza di riflessioni sociali e culturali sui destini di Elena e dei suoi amici.
Romanzo e serie: un confronto tra narrazione e linguaggio visivo
“In ‘Adorazione’ ho scelto di non scrivere direttamente la serie perché, essendo anche sceneggiatrice, sono consapevole che l’adattamento di un romanzo comporta inevitabili modifiche,” spiega Urciuolo. La serie, che affronta la misteriosa morte di Elena, si distacca da alcune linee narrative del libro per rimanere verosimile a un pubblico più vasto. “La trama si concentra su un giallo, un cambiamento significativo rispetto alla narrativa libro.”
Urciuolo esprime la sua soddisfazione nel vedere che i temi portanti del romanzo, come la violenza di genere, siano stati gestiti in modo responsabile e siano rimbalzati a un ampio pubblico. La serie ha raggiunto il primo posto nelle visualizzazioni di Netflix, evidenziando un interesse crescente per questioni sociali rilevanti. “Siamo in un momento in cui è fondamentale affrontare queste tematiche con serietà,” afferma la scrittrice.
I giovani e la difficoltà di comunicare: l’importanza di un’educazione sentimentale
Un elemento chiave che emerge sia nel romanzo che nella serie è la difficoltà di comunicazione tra i protagonisti. Urciuolo sottolinea che i ragazzi e le ragazze di oggi spesso non riescono a esprimere le proprie emozioni e a interpretare i segnali di pericolo nei rapporti interpersonali. “La mancanza di educazione sentimentale è alla base di questo problema,” commenta. “I giovani hanno bisogno di strumenti per capire come elaborare le proprie emozioni e relazionarsi in modo sano.”
Secondo Urciuolo, la cultura patriarcale gioca un ruolo cruciale nel manifestarsi della violenza di genere. “Rabbia e frustrazione, che spesso si accumulano, vengono agitate contro le donne quando non si hanno le giuste competenze emotive per affrontarle,” spiega. La scrittrice invoca quindi l’urgenza di un’indagine più profonda su questi argomenti, sia nelle scuole che nelle famiglie.
La banalità del male: riflessioni dopo il caso di Giulia Cecchettin
Urciuolo non può evitare di ricollegare il suo lavoro alla tragica cronaca attuale, citando il caso di Giulia Cecchettin, una giovane donna uccisa in circostanze che rispecchiano i temi da lei trattati. “Nel dialogo tra l’assassino e la madre nella serie emergono dinamiche dolorose e attuali che dimostrano come la violenza si ripeta all’infinito, con variazioni minime,” afferma.
La scrittrice commenta che la consapevolezza razionale dei pericoli non sempre si traduce in salvaguardia emotiva, creando una spirale di colpevolizzazione della vittima. “La scrittura della lista da parte di Giulia rappresenta un tentativo di razionalizzazione di una situazione insostenibile, un segno della difficoltà di liberarsi da una relazione tossica.”
L’evoluzione dei personaggi e il ruolo degli adulti nella società contemporanea
Urciuolo riflette sulle storie dei suoi personaggi, in particolare sul legame tra Vanessa e Elena. “Vanessa non si rende conto che i comportamenti tossici di Enrico nei confronti di Elena non sono romantici, ma manifestazioni di controllo e gelosia,” afferma. Queste dinamiche dimostrano la necessità di una maggiore consapevolezza per prevenire situazioni simili nella vita reale.
La scrittrice discute anche il ruolo degli adulti nell’educazione delle nuove generazioni, affermando di aver iniziato a considerare questo aspetto nel suo secondo romanzo. “Quando si cresce, si tende a diventare l’adulto che avremmo voluto avere da piccoli e questo porta a una riflessione profonda sul come si possa proteggere e guidare i giovani.”
Sfide future: il linguaggio della violenza e la responsabilità sociale
Al centro delle sue narrazioni c’è anche un’importante riflessione sul linguaggio utilizzato per descrivere la violenza e intercettare la sensibilità della società. “Il titolo ‘Adorazione’ è emblematico; l’idea di un amore che diventa possesso è un tema ricorrente,” spiega Urciuolo. A suo avviso, la romanticizzazione della sofferenza e dell’abuso nell’arte e nella musica deve essere affrontata, senza necessariamente demonizzare tali espressioni, ma promuovendo una discussione critica.
Urciuolo continua a lavorare su nuovi progetti, compresi romanzi e film, con l’ambizione di portare avanti il suo messaggio di sensibilizzazione attraverso le storie. “Ogni narrazione ha il potere di influenzare le masse e spero di poter contribuire a un cambio positivo nella società,” conclude, continuando a concentrarsi sulla rappresentazione di esperienze giovanili e sull’importanza di un linguaggio che possa restituire dignità alle vittime di violenza.