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Luca Guadagnino affronta la censura in Turchia: una battaglia di libertà nel mondo del cinema

Il regista Luca Guadagnino, noto per opere come “Chiamami col tuo nome“, non si lascia intimidire dalla censura e dalle restrizioni imposte al suo ultimo film “Queer“. Durante il Marrakech International Film Festival, dove svolge il ruolo di presidente della giuria, ha aperto un dibattito stimolante sulla libertà artistica e sull’importanza del cinema come strumento di comunicazione e di cambiamento. La censura imposta in Turchia ha scatenato una serie di reazioni che evidenziano i conflitti tra arte e politica, rivelando la necessità di difendere la libertà di espressione.

La censura del film “Queer” in Turchia

La proiezione di “Queer” a Istanbul è stata vietata all’inizio del mese, suscitando una forte indignazione. Luca Guadagnino ha commentato che la decisione di vietare il film si basa su motivazioni che definisce “ottuse“. Durante una conferenza stampa, ha dichiarato: “Hanno vietato il film perché dicevano che creava disordine sociale“. Questa affermazione solleva interrogativi sulla comprensione e sull’interpretazione del cinema nella società contemporanea. Guadagnino si mostra scettico riguardo alla possibilità che i censori abbiano visionato l’opera nella sua interezza, insinuando che la loro valutazione possa essere stata influenzata da pregiudizi o da informazioni superficiali.

Il regista esprime la sua convinzione nel “potere del cinema“, sottolineando che la censura in effetti dimostra come l’arte possa inquietare e provocare una riflessione profonda. “Spero davvero che credano che la forma del film porti alla possibilità di un collasso sociale“, ha detto Guadagnino, affermando che una simile reazione dimostra la potenza espressiva del cinema e la capacità di affrontare questioni controverse.

La cancellazione del Mubi Fest Istanbul

La situazione si è ulteriormente complicata quando, poche ore prima dell’inizio del Mubi Fest Istanbul 2024, gli organizzatori sono stati costretti a annullare l’intero evento a causa del divieto di proiezione di “Queer“. Mubi Turchia ha pubblicato un comunicato in cui esprime il rammarico per la cancellazione, specificando che questo divieto rappresenta un attacco alla libertà artistica e all’espressione culturale. “Crediamo che questo divieto sia un intervento che limita l’arte e la libertà di espressione“, si legge nel comunicato.

La piattaforma di streaming ha sottolineato che l’annullamento del festival non influisce solo sulla proiezione di un film, ma colpisce l’intero concetto dell’evento. Un festival di cinema, per definizione, è uno spazio di dialogo e condivisione, e la cancellazione di un film d’apertura segna un triste capitolo nella lotta per la libertà di espressione in Turchia. Mubi vuole mantenere una linea di integrità artistica e ha deciso di agire conformemente alle aspettative del suo pubblico, cancellando l’intero festival in segno di protesta.

“Queer”: trama e contesto

Queer“, ispirato al romanzo semi-autobiografico di William Burroughs, è ambientato a Città del Messico negli anni ’40 e racconta la storia di William Lee, interpretato da Daniel Craig. Questo espatriato americano vive in un ambiente sociale isolato, circondato da studenti universitari e proprietari di bar. La trama si intensifica quando Lee sviluppa un forte interesse romantico per Eugene Allerton, un militare congedato che lotta contro la tossicodipendenza.

Il film si addentra in tematiche complesse come l’amore, l’identità e le sfide individuate all’interno di un contesto sociale critico. Accanto ai protagonisti, il cast include nomi noti come Jason Schwartzman, Lesley Manville e Omar Apollo, che arricchiscono ulteriormente la narrazione. La produzione è dunque figlia di un’epoca e di un ambiente socioculturale che, sebbene sia storicamente distante, continua a risuonare con le attuali battaglie per i diritti e la visibilità della comunità LGBTQ+.

La proiezione di “Queer” in contesti come il Marrakech International Film Festival, riflette la volontà di Guadagnino di affrontare temi scomodi e di suscitare interrogativi ed emozioni forti nei suoi spettatori, in un momento cruciale per la libertà artistica a livello globale.

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