Raffaele Tonon, noto al pubblico per il suo passato televisivo, ha rivelato nel programma La volta buona le nuove direzioni che ha scelto di intraprendere nella sua vita. In un’intervista recente, ha spiegato come ha deciso di lasciare Milano per trasferirsi in una tranquilla cittadina dell’Emilia Romagna, Cattolica. Questa decisione è stata influenzata dalle relazioni significative che ha instaurato nel nuovo luogo, tra cui quella con amici che gestiscono una cantina locale. Questi amici hanno notato la necessità di un oste e gli hanno offerto il ruolo, che Tonon ha accolto con entusiasmo. Oltre a questo nuovo incarico, Tonon continua a dedicarsi alle televendite, che rimangono la sua principale fonte di reddito.
Nonostante il cambiamento professionale e geografico, Tonon non nutre alcun rimpianto per aver abbandonato la carriera televisiva. Ha dichiarato: «Ho dedicato a lei la prima parte della mia vita, l’ho amata più di quanto lei abbia amato me. Ho accettato questo distacco come una cosa che doveva accadere, non ho avuto delle crisi. Mi manca come una figlia lontana».
Le lotte personali e la depressione
Durante l’intervista, Raffaele Tonon ha aperto una dolorosa pagina del suo passato: la sua battaglia contro la depressione. Ha raccontato di aver vissuto momenti di grande difficoltà, ricordando un periodo della sua vita intorno ai 30 anni in cui affrontava pensieri molto oscuri. «A 30 anni guardavo della finestra e più volte mi sono detto ‘se mi dessi una spinta?’. Avevo un esaurimento nervoso», ha confessato. Le sue angosce non sono, però, sorte improvvisamente: già dalle elementari sentiva un senso di pesantezza che non riusciva a spiegare, un disagio che, fortunatamente, è stato compreso da sua madre. Tonon ha espresso grande gratitudine per il supporto materno, sottolineando come sua madre si sia accorta del suo malessere e gli sia rimasta accanto in quei momenti bui.
Il dolore per la perdita del padre ha rappresentato un altro nodo complesso nella sua vita. Ha spiegato come la morte del padre gli abbia fatto «toccare per la prima volta la morte con le mani». Questo evento lo ha colpito profondamente, spingendolo a contattare frequentemente sua madre per accertarsi del suo benessere. Nonostante le difficoltà, si è definito «un depresso molto battagliero», testimoniando la sua continua lotta contro lo sconforto pur riuscendo a riconoscere i suoi punti di forza.
Rapporti familiari complessi
Oltre alla sofferenza personale e al calore materno, Raffaele Tonon ha esplorato anche la relazione con suo padre, descrivendola in termini complessi e conflittuali. Ha riflettuto su come suo padre gli abbia insegnato un sentimento di avversione. Questo rapporto travagliato lo ha influenzato significativamente, ma non è riuscito a disconnetterlo del tutto da lui. Al contempo, lo obbligò a rivisitare le sue emozioni quando si trovò ad affrontare la morte del padre in ospedale. «Ci sono andato perché mia madre non meritava di essere lasciata da sola», ha spiegato, esplicitando nel contempo che il suo amore per la madre non è comparabile con i sentimenti che provava per il padre.
Tonon ha riflettere sulle responsabilità condivise di questo rapporto difficile, ammettendo: «La colpa è stata sia mia che sua, non me ne pento». Queste parole testimoniano il suo atteggiamento riflessivo e consapevole sul passato, evidenziando come abbia cercato di elaborare quel rapporto con un senso di accettazione del proprio percorso.
La sua storia di vita, tra sfide personali e cambiamenti di rotta, continua a mostrare un individuo alla ricerca di equilibrio e nuove opportunità, lontano dalle luci della ribalta ma sempre alla ricerca di un senso autentico nella sua esistenza.