Da un romanzo di Sophie Kinsella, una commedia tutta al femminile sullo shopping compulsivo
(Confessions of a Shopaholic) Regia: P. J. Hogan – Cast: Isla Fisher, Hugh Dancy, Joan Cusack, John Goodman, John Lithgow, Kristin Scott Thomas, Fred Armisen, Julie Hagerty, Krysten Ritter, Robert Stanton – Genere: Commedia, colore, 105 minuti – Produzione: USA, 2008 – Distribuzione: Walt Disney Studios Motion Pictures – Data di uscita: 27 febbraio 2009.
Lo spettatore di ”I Love Shopping” potrebbe partire un po’ prevenuto, convinto che sia l’ennesimo film adattato da un libro e di conseguenza, come spesso accade, inferiore al testo scritto. Tuttavia questa pellicola rappresenta davvero una piacevole sorpresa poiché, forte di un soggetto come quello dei due romanzi di Sophie Kinsella “I love shopping” e “I love shopping a New York” e della regia di un mago della commedia americana come P. J. Hogan (che ci entusiasmò con “Il matrimonio del mio miglior amico”) sviluppa una trama assolutamente coinvolgente ed esilarante.
La differenza sostanziale con l’opera della Kinsella sta nell’ambientazione, che viene qui spostata da Londra a New York, vera patria dello shopping sfrenato. Rebecca Bloomwood (Isla Fisher) è una giornalista sveglia e sfrontata con una stanza da letto che ricorda un bazar, tanto sono pieni di abiti e accessori i suoi armadi! È cresciuta con la sindrome da brutto anatroccolo, a causa di una madre risparmiatrice che la vestiva comprando nei mercatini dell’usato. In questo aspetto Rebecca, detta Becky, ci ricorda Andrea Sachs, la segretaria della perfida Miranda, interpretata da Anne Hathaway ne “Il diavolo veste Prada”, ma le corrispondenze con altre eroine dei romanzi non finiscono qui.
La protagonista, infatti, commette delle gaffe che non possono non farci pensare a Bridget Jones, la single britannica più famosa nel mondo creata dalla penna di Helen Fielding e divenuta un fenomeno internazionale proprio come il personaggio della Kinsella. Becky ha appena perso il lavoro in una rivista di giardinaggio, è colta da crisi di panico all’arrivo dell’estratto conto delle sue innumerevoli carte di credito, sente parlare i manichini ogni volta che si avvicina ad una vetrina e non può fare a meno di cogliere il loro invito ed entrare nei negozi per comprare.
Siamo, quindi, di fronte ad una compratrice compulsiva che, quasi per uno scherzo del destino, trova invece lavoro nella rivista “Far fortuna risparmiando”, nella cui redazione conosce l’affascinante caporedattore Luke Brandon (Hugh Dancy). Nonostante sia decisamente l’opposto della ragazza, Brandon crede molto nelle sue capacità e le affida una rubrica con cui dispensare consigli ai consumatori. Rebecca, però, predica bene e razzola male perché continua ad acquistare qualunque vestito o borsetta le capiti a tiro e finisce in un mare di debiti. A poco servono le riunioni di un’associazione di shoppers compulsivi dove Becky viene spedita dall’amica Suze.
Quando tutto sembra essere perduto per Becky, che vive ormai con l’agente del recupero crediti alla porta, la ragazza saprà risollevarsi e troverà la strada giusta per il lieto fine. Punti di forza di questa pellicola sono i dialoghi esilaranti, un’accattivante colonna sonora con brani delle Pussycat Dolls e Macy Gray e l’ambientazione newyorchese, che ha permesso alla troupe di girare nei veri luoghi di culto della moda come Barneys.
Il regista Hogan ha potuto inoltre contare sulla presenza di attori comprimari del calibro di Joan Cusack e Kristin Scott Thomas. Grazie alla bravissima costumista Patricia Field (“Sex & The City”, “Il diavolo veste Prada”), “I Love Shopping” è un film molto colorato ma raffinato allo stesso tempo. La sua scelta accurata di ogni abito e accessorio non potrà non attrarre il pubblico femminile, che non faticherà tuttavia a convincere anche quello maschile ad affollare le sale cinematografiche.
Nonostante sia sommersa dai debiti e non riesca ad ottenere il lavoro che vorrebbe, Becky è felice e ottimista: questo non è poco in tempi di crisi economica! Inoltre la ragazza sa mettere a frutto i propri errori (vedi la scena finale del mercatino dell’usato) offrendo quindi un esempio positivo ai giovani che vivono in una società fondata solo su beni materiali.
Ilaria Capacci