Platinette, all’anagrafe Mauro Coruzzi, ha recentemente ritrovato la sua presenza televisiva nel celebre salotto di Verissimo dopo quasi due anni dalla drammatica esperienza dell’ictus celebrale che lo ha colpito nel 2023. Durante l’intervista trasmessa in diretta, l’artista ha illustrato il suo percorso di riabilitazione e le difficoltà che sta affrontando nella logopedia, offrendo uno sguardo sincero ed emozionante sul delicato equilibrio tra ironia e realtà. Con toni intensi e ricchi di autobiografia, Platinette ha raccontato come il lungo periodo di ricovero e i mesi di rieducazione fisica e verbale abbiano trasformato radicalmente il suo modo di comunicare e di vivere il quotidiano. Le sue dichiarazioni, soprattutto quelle espresse tra virgolette, hanno immediatamente catturato l’attenzione del pubblico, evidenziando un percorso di resilienza e di rinnovamento che, pur segnato da una profonda consapevolezza dei limiti fisici raggiunti, non perdeva di vista l’importanza dell’ironia e dell’autoironia. La testimonianza del 69enne ha aperto un dibattito sul valore della comunicazione e sul modo in cui eventi traumatici possano incidere sulla vita professionale e personale di chi, da decenni, si esprime attraverso il mezzo televisivo.
Platinette torna in tv dopo l’ictus
Durante la recente trasmissione di Verissimo, Platinette ha condiviso dettagli toccanti sul suo ritorno in tv, illustrando come la sua esperienza post-ictus sia divenuta parte integrante del suo percorso di vita. L’artista ha spiegato con fermezza: “Non perdo l’ironia, ma so che non mi riprenderò mai completamente”, una dichiarazione che ha suscitato emozioni e riflessioni tra i telespettatori e gli addetti ai lavori. In quell’occasione, Platinette ha risposto a domande riguardanti il lungo cammino di riabilitazione che lo ha visto impegnato quotidianamente nelle sedute di logopedia e fisioterapia, interventi fondamentali per ritrovare l’equilibrio e la capacità di parlare. Ha descritto un periodo in cui, improvvisamente, tutte le capacità considerate parte integrante della sua identità erano a rischio, generando una profonda consapevolezza della fragilità umana. La presenza allo studio televisivo, dopo anni di assenza, non solo segna un momento di ritorno alla normalità televisiva, ma evidenzia anche la determinazione di chi ha saputo ricostruire se stesso nonostante le difficoltà. L’intervista è stata condotta in maniera oggettiva, ponendo l’accento sulla cronaca di un evento di salute che ha profondamente segnato la carriera del personaggio, rendendo evidente la forza espressiva e l’onestà con cui ha saputo affrontare la rinascita personale.
Il racconto dettagliato del percorso di recupero ha messo in luce ogni fase del lungo e impegnativo iter, dalla diagnosi iniziale all’intervento tempestivo e poi alla lunga degenza ospedaliera. Questo ritorno in tv si configura come una testimonianza del valore della resilienza, illustrando come, pur non essendo possibile tornare completamente alla condizione precedente, si possa comunque ritrovare una forma di normalità lavorativa e personale. Le parole di Platinette hanno avuto un impatto profondo nel pubblico, che ha potuto cogliere la dimensione umana di un’esperienza altrimenti troppo difficile da immaginare.
La riabilitazione e le difficoltà nel comunicare
In un momento di grande sincerità, l’artista ha descritto il drammatico impatto che l’ictus ha avuto sulla sua capacità di esprimersi e interagire con il mondo. Ha raccontato: “Immagina se da un giorno all’altro tu perdessi delle capacità che tu credevi fossero tue per sempre, per uno come me, che ha iniziato lavorando alla radio 50 anni fa a Parma; trovarsi all’improvviso senza parlare, senza riuscire a muoversi, e passare giorni interi nell’oscurità”. Queste parole, cariche di un dolore che traspare nella memoria, evidenziano come il ricovero, durato ben due mesi abbondanti, abbia rappresentato un’esperienza sconvolgente dal punto di vista psicologico e fisico. La rieducazione, sia a livello motorio che verbale, è stata descritta come un percorso arduo in cui, per molte settimane, era possibile esprimersi solo attraverso semplici scritte come “Ho sete” o “Grazie”.
La logopedia, secondo le dichiarazioni di Platinette, sta svolgendo un ruolo fondamentale nel tentativo di recuperare la capacità di parlare, facendo emergere non solo la sofferenza ma anche la voglia di ritrovare una forma di comunicazione. Il 69enne ha sottolineato come, nonostante l’impegno quotidiano e la determinazione mostrata in ogni fase del suo percorso, i momenti di sbalzi d’umore e la difficoltà di esprimersi correttamente siano persistiti, facendogli capire che la sua vita, dedicata a comunicare e a comprendere gli altri, ha subito una trasformazione irreversibile. In un’osservazione carica di amarezza, ha dichiarato: “Non so più fare niente, non posso più fare niente. So che non mi riprenderò mai completamente, non tornerò come prima”. Queste affermazioni evidenziano l’urgenza di una riflessione profonda sullo stress e sul sovraccarico lavorativo, fattori che nel suo caso hanno giocato un ruolo determinante nell’insorgere di un grave malessere fisico. La cronaca testimonia un percorso di sfide e compromessi, dove la volontà di comunicare è messa a confronto con il limitato potere di recupero, offrendo uno spaccato realistico della complessità delle conseguenze di un ictus sul corpo e sulla mente.