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Chirurgo Giacomo Urtis spiega un anno d’inferno tra problemi psichiatrici e psicofarmaci

Giacomo Urits, rinomato chirurgo estetico dei vip, sta attraversando una fase difficile della sua vita personale e professionale. Il 47enne, conosciuto anche come “Jenny”, ha recentemente raccontato tramite le sue storie su Instagram di aver vissuto una relazione duratura e intensa che si è trasformata in un vero e proprio incubo. Secondo le dichiarazioni rilasciate, il rapporto con un ragazzo calabrese, iniziato con speranze e promesse, si è presto rivelato un’esperienza devastante e tossica. Urits ha infatti ammesso di essere ancora “controllato” da questo partner, il cui comportamento invadente e ossessivo ha avuto ripercussioni anche sulla sua salute mentale e sulla sua capacità di svolgere l’attività professionale. La situazione, descritta come un “anno d’inferno”, ha costretto il chirurgo a intraprendere un percorso di cura basato su psicofarmaci e incontri regolari con specialisti del settore, evidenziando come le sofferenze psicologiche possano impattare non solo la vita privata ma anche quella lavorativa. Le difficoltà affrontate lo hanno portato ad abbandonare temporaneamente la medicina cosmetica, settore nel quale era riconosciuto e apprezzato, e hanno lasciato il segno in un periodo caratterizzato da lotte interne e da una pesante battaglia contro lo stress e la pressione quotidiana.

Chirurgo Giacomo Urtis spiega un anno d'inferno tra problemi psichiatrici e psicofarmaci

Dettagli della relazione e difficoltà psicologiche

Il racconto di Giacomo Urits si concentra sui tormenti vissuti nel corso della relazione con un ragazzo calabrese, durata “un anno e qualcosa”, secondo le sue stesse parole. In particolare, il chirurgo ha dichiarato: “Ho avuto una relazione con questo ragazzo calabrese che è durata un anno e qualcosa”, testimonianza che ha acceso l’interesse del pubblico e suscitato numerose reazioni. Urits ha proseguito evidenziando come quell’esperienza sia stata ben lontana dai momenti di felicità e serenità che aveva immaginato, definendola apertamente come “un anno di inferno”. La relazione, infatti, si è trasformata in una fonte costante di stress e paura, tanto che il medico ha ammesso di sentirsi controllato in maniera invadente: “Di questa persona ho anche molta paura perché io non mi sto liberando. Mi controlla ogni mezz’ora, ogni ora, quello che faccio”. Queste parole rivelano una dinamica relazionale tossica, nella quale il partner ha esercitato un controllo eccessivo, generando nell’uomo un senso di prigionia emotiva. Le difficoltà psichiche emergono così chiaramente, lasciando intendere quanto potesse essere debilitante un rapporto in cui il rispetto dei confini personali veniva completamente ignorato. Numerosi dettagli del racconto evidenziano come la pressione psicologica, intensificata da comportamenti invadenti, abbia avuto effetti negativi sulla salute mentale del chirurgo, contribuendo a un deterioramento del suo benessere e alimentando un costante stato di ansia e disagio interiore.

Questa esperienza personale ha avuto un impatto importante sulla percezione che Urits ha di sé stesso e delle proprie capacità relazionali. Le dichiarazioni condivise pubblicamente non lasciano dubbio riguardo alla portata dello stress vissuto, trasformando il racconto in un monito per chiunque possa trovarsi in situazioni simili. In un contesto in cui spesso il successo professionale e la vita privata vengono scrutinati con occhio critico, le parole di Urits offrono uno sguardo sincero su quanto possa essere devastante una relazione tossica. La rivelazione delle proprie fragilità, accompagnata da un linguaggio diretto e privo di censure, indica la necessità di riconoscere e affrontare tempestivamente i segnali di una dinamica relazionale malsana, invitando a riflettere sull’importanza del rispetto reciproco e della propria salute psichica.

Impatto sulla carriera e percorso terapeutico

Le conseguenze della relazione descritta da Giacomo Urits si ripercuotono in maniera evidente sulla sua carriera e sul suo stato di salute. Il chirurgo estetico, il cui lavoro nel campo della medicina cosmetica lo aveva consolidato come figura di riferimento tra i vip, ha confessato di non essere più in grado di lavorare con la stessa energia di un tempo a causa dei “grossi problemi sul lavoro”. In un momento in cui la pressione e il controllo esercitato dal partner hanno generato un quadro psicologico debilitante, Urits ha dovuto sospendere temporaneamente la sua attività professionale. La necessità di seguire un percorso terapeutico, che prevede appuntamenti regolari con la psichiatra e la psicologa, è un chiaro segnale della gravità della situazione. Le sue parole, rese note tramite le Stories, sottolineano il concetto che “problemi psichiatrici” e il costante impatto emotivo derivante dal rapporto tossico possono compromettere non solo la vita privata ma anche quella lavorativa, rendendo difficile mantenere il livello di prestazioni attese in un ambiente altamente esigente come quello della medicina cosmetica.

Nonostante l’uso di psicofarmaci abbia portato ad un miglioramento, Giacomo Urits ha dichiarato apertamente: “Sto prendendo psicofarmaci per stare meglio e infatti sto molto meglio, mi hanno aiutato tantissimo”, evidenziando così come il percorso terapeutico sia fondamentale per gestire le conseguenze di una situazione tanto complessa. Tuttavia, dalle sue parole emerge chiaramente che la situazione non sembra essere completamente sotto controllo, segnando un periodo di transizione in cui la priorità è il recupero del benessere psicofisico. Il chirurgo ha dovuto fare i conti con una realtà in cui la dimensione lavorativa si confonde con quella personale, rendendo difficile conciliare le esigenze della professione con il bisogno di guarigione interiore. Tale esperienza ha evidenziato come anche figure pubbliche e apparentemente solide possano incorrere in difficoltà derivanti da relazioni tossiche, ricordando al pubblico l’importanza di prendersi cura della propria salute mentale e di cercare supporto professionale quando necessario. In questo contesto, la storia di Urits si configura come un invito a riconoscere e affrontare tempestivamente i segnali di disagio, affinché il recupero diventi possibile e la carriera, seppur temporaneamente interrotta, possa in futuro rifiorire in un ambiente che rispetti il benessere personale.

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Luigi Gigli

Luigi Gigli

Sono Luigi Gigli, critico d'arte, scenografo e amante del mondo dello spettacolo. Mi appassiona tutto ciò che ruota intorno a gossip, serie TV, film e programmi televisivi. Con il mio background in video editing e scenografia, analizzo e racconto con uno sguardo unico le tendenze e i dietro le quinte di questo affascinante universo.

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