Con l’uscita imminente del film dedicato a Peaky Blinders, l’interesse per la serie continua a crescere. Questo è il momento perfetto per rivedere i personaggi che hanno caratterizzato le sei stagioni di questa saga, che ha saputo catturare il pubblico con le sue trame avvincenti e i suoi personaggi complessi. Mentre Tommy Shelby e la sua famiglia hanno dominato la scena, è fondamentale riconoscere anche il ruolo cruciale degli antagonisti, alcuni memorabili e altri meno incisivi.
Billy Kimber: il primo avversario
All’inizio della serie, Billy Kimber rappresenta il volto del crimine da abbattere. Con il suo atteggiamento spavaldo e le sue manie di grandezza, si contrappone perfettamente al calcolatore Tommy Shelby. Kimber, interpretato da un attore di talento, incarna l’archetipo del gangster impulsivo e grezzo. Nonostante la sua posizione di potere nella prima stagione, il personaggio rimane più simbolico che profondo, servendo principalmente a introdurre il mondo dei Peaky Blinders. La sua figura, pur essendo centrale all’inizio, non riesce a lasciare un’impronta duratura, risultando più un mezzo narrativo che un antagonista memorabile.
Alfie Solomons: l’ambiguità del potere
Tom Hardy, nei panni di Alfie Solomons, porta sullo schermo un personaggio che è un vero e proprio concentrato di contrasti. La sua capacità di passare dalla comicità al terrore in un batter d’occhio lo rende uno dei personaggi più affascinanti e imprevedibili della serie. Sebbene non sia un antagonista tradizionale, la sua ambiguità morale e i monologhi deliranti lo rendono un personaggio enigmatico. Alfie è un maestro della manipolazione, capace di giocare con le emozioni e le situazioni a suo favore, il che lo rende un avversario temibile e intrigante, capace di tenere il pubblico con il fiato sospeso.
Darby Sabini: il gangster stratega
Darby Sabini, interpretato da Noah Taylor, offre una visione più sofisticata e strategica del crimine londinese. A differenza di Kimber, Sabini è un personaggio calcolatore ed elegante, che sa come muoversi nel mondo della malavita. La sua presenza, sebbene a volte oscurata da figure più carismatiche, rappresenta un antagonista credibile e ben costruito. Sabini incarna il lato più organizzato e pericoloso della criminalità, mostrando che la violenza non è l’unico strumento a disposizione di un gangster. La sua intelligenza e la sua astuzia lo rendono un avversario rispettabile per Tommy Shelby e la sua famiglia.
Oswald Mosley: il fascista carismatico
L’interpretazione di Sam Claflin nel ruolo di Oswald Mosley è tra le più potenti della serie. Mosley non è solo un avversario politico, ma rappresenta anche un simbolo dell’ascesa del totalitarismo in Europa. La sua capacità di incutere timore non deriva da armi o violenza, ma dalla forza delle sue idee e delle sue parole. Questo lo rende un nemico diverso rispetto agli antagonisti tradizionali, ma estremamente efficace nel contesto della serie. La sua presenza porta una dimensione di inquietudine e riflessione, rendendo Mosley un personaggio memorabile e temuto.
Padre John Hughes: il male camuffato
Padre John Hughes, interpretato da Paddy Considine, è forse il volto più inquietante del male in Peaky Blinders. Sotto la maschera del sacerdote e dell’agente politico, si cela un uomo corrotto e manipolatore. I suoi metodi, che includono ricatti e abusi, lo rendono un antagonista subdolo e pericoloso. La sua convinzione di essere nel giusto aggiunge un ulteriore strato di inquietudine al suo personaggio, rendendolo uno dei villain più disturbanti della serie. Hughes incarna il male che si nasconde dietro le apparenze, creando una tensione palpabile in ogni sua apparizione.
Luca Changretta: il nemico spietato
Luca Changretta, interpretato da Adrien Brody, rappresenta un nemico che ha realmente messo in difficoltà Tommy Shelby. La sua interpretazione è magnetica e glaciale, con un desiderio di vendetta che lo rende implacabile. Il suo stile mafioso italo-americano lo distingue dagli altri antagonisti, portando una nuova dimensione alla serie. La sua presenza è intensa e il suo arco narrativo, sebbene si concluda troppo in fretta, lascia un’impressione duratura. Changretta è un personaggio che avrebbe potuto svilupparsi ulteriormente, diventando il nemico definitivo di Tommy.
Chester Campbell: il villain per eccellenza
Infine, l’ispettore Chester Campbell, interpretato da Sam Neill, emerge come il vero villain della serie. Apparentemente un funzionario pubblico ligio al dovere, Campbell si rivela un uomo disturbato e sadico, ossessionato dalla moralità e da un senso di giustizia distorto. La sua performance magistrale offre un ritratto di un personaggio che, dietro l’uniforme e i baffi curati, nasconde un’anima corrotta. Per due stagioni, Campbell è stato un’ombra costante nella vita di Tommy, e nessun altro avversario ha mai raggiunto la sua stessa intensità. La sua presenza ha segnato profondamente la narrazione, rendendolo un antagonista indimenticabile all’interno dell’universo di Peaky Blinders.
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