Nel 2025, a quasi dieci anni dalla sua prima apparizione sul grande schermo, “Suicide Squad” continua a suscitare dibattiti tra i fan e i critici. Nonostante il film abbia incassato ben 746 milioni di dollari, la sua trama è costellata di incongruenze che mettono in discussione la coerenza narrativa, anche in un universo popolato da metaumani e magia. La figura di Harley Quinn, interpretata da Margot Robbie, rimane iconica, ma il film presenta numerosi elementi che non convincono.
La gestione del cuore di Enchantress: un errore strategico
Uno degli aspetti più critici del film è la gestione del cuore di Enchantress da parte di Amanda Waller, interpretata da Viola Davis. Waller è presentata come una stratega astuta, sempre un passo avanti rispetto agli altri. Tuttavia, la sua decisione di conservare il cuore dell’antica entità magica in un luogo facilmente accessibile appare come una grave negligenza. In un contesto dove la sicurezza è fondamentale, ci si aspetterebbe che un personaggio del suo calibro custodisse un oggetto così potente in una posizione remota e fortificata, se non addirittura al di fuori del pianeta. Questa scelta contraddittoria non solo mina la credibilità del personaggio, ma innesca anche la minaccia apocalittica che costituisce il fulcro della trama.
Le bombe impiantate: regole arbitrarie
Un altro elemento che suscita perplessità è il funzionamento delle bombe impiantate nel collo dei membri della Task Force X. Le regole che governano il loro utilizzo sembrano essere arbitrarie e mutevoli. Ad esempio, il dispositivo di Harley viene disattivato quasi istantaneamente da uno scienziato al servizio del Joker, mentre, dopo che Rick Flag distrugge il telefono di controllo, Amanda Waller continua a minacciare di far esplodere le bombe. Questa incoerenza non solo compromette l’idea di una squadra costretta a collaborare sotto minaccia, ma crea anche confusione tra gli spettatori riguardo alle reali conseguenze delle azioni dei personaggi.
I poteri di Enchantress: un’incongruenza narrativa
Enchantress, interpretata da Cara Delevingne, rappresenta una delle incongruenze più evidenti del film. I suoi poteri sembrano fluttuare in base alle esigenze della trama. In molte scene, la divinità antica dimostra di avere abilità straordinarie, come il teletrasporto e la manipolazione della materia. Tuttavia, durante lo scontro finale, Enchantress sembra dimenticare le sue capacità, rimanendo immobile mentre Harley Quinn si avvicina con la spada di Katana. Questa mancanza di coerenza non solo riduce la tensione della battaglia finale, ma lascia anche il pubblico perplesso riguardo alla vera natura dei poteri di Enchantress.
Il sequel mai realizzato: un progetto controverso
Per gli appassionati della saga, è interessante esplorare la storia del sequel di “Suicide Squad“, un progetto che ha subito cambiamenti significativi prima di essere abbandonato. Recentemente, il regista del sequel cancellato ha rivelato la sua frustrazione per le pressioni ricevute dallo studio, che desiderava trasformare il film in una commedia. Questa scelta avrebbe allontanato drasticamente il sequel dal tono originale concepito per questi antieroi controversi. La direzione che il progetto avrebbe potuto prendere solleva interrogativi su come il franchise avrebbe potuto evolversi e su quali storie avrebbero potuto essere raccontate.
“Suicide Squad” rimane quindi un’opera complessa, capace di attrarre il pubblico con i suoi personaggi iconici ma anche di generare discussioni per le sue evidenti incongruenze narrative.
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