Il reselling online è diventato un fenomeno sempre più diffuso, con molte persone che si avventurano nel mondo del commercio elettronico, sia come acquirenti che come venditori. Questo articolo analizza il film “Cloud” del regista giapponese Kiyoshi Kurosawa, che affronta le complessità e le insidie di questo nuovo modo di fare affari, mettendo in luce le sfide morali e psicologiche che ne derivano.
Il protagonista e la sua ascesa nel mondo del reselling
Il film “Cloud” segue la storia di Ryusuke Yoshii, un trentenne che si trova in una fase di transizione della sua vita. Inizialmente impiegato in una fabbrica, Yoshii scopre un’opportunità di guadagno nel reselling di macchinari medici. Dopo aver acquistato un’attrezzatura a un prezzo stracciato di 90.000 yen, riesce a rivenderla per quasi sei milioni di yen. Questo successo lo spinge a lasciare il suo lavoro e a dedicarsi completamente a questa nuova attività. La sua decisione di trasferirsi in una casa di campagna con la fidanzata Akiko rappresenta un tentativo di trovare un equilibrio e una tranquillità necessaria per concentrarsi sul suo business.
Tuttavia, la vita in campagna non si rivela così semplice. Yoshii si trova a dover affrontare non solo le sfide del mercato online, ma anche i propri demoni interiori. La paranoia che lo affligge, già presente durante la sua vita a Tokyo, si intensifica nella nuova ambientazione, complicando ulteriormente la sua esistenza. La tensione cresce quando episodi inquietanti iniziano a verificarsi, portando il protagonista a interrogarsi sulle conseguenze delle sue azioni e sulle scelte che ha fatto.
La dualità del film: tra affari e crimine
“Cloud” si sviluppa su due piani narrativi distinti. Nella prima parte, il film esplora il mondo del reselling e le dinamiche del commercio online, rivelando come il profitto possa derivare dall’inesperienza di chi vende. La seconda parte, invece, si tinge di noir e crime, mostrando come le scelte di Yoshii possano portare a conseguenze drammatiche e inaspettate. La narrazione si fa sempre più oscura, riflettendo le paure e le ansie del protagonista, mentre il suo viaggio si trasforma in un’odissea psicologica.
Kurosawa riesce a catturare l’attenzione dello spettatore, portandolo a riflettere sulle implicazioni morali del reselling. La linea tra giusto e sbagliato si fa sempre più sottile, e il film invita a considerare le conseguenze delle azioni di Yoshii. La tensione cresce, culminando in un epilogo che ricorda i grandi capolavori del regista, come “Kairo – Pulse“, dove l’orrore e la solitudine si intrecciano in un racconto avvincente e inquietante.
L’alienazione e la critica sociale nel film
Uno degli aspetti più affascinanti di “Cloud” è la rappresentazione dell’alienazione che permea la vita di Yoshii e, per estensione, della società contemporanea. Il film mette in evidenza come il mercato online possa trasformarsi in un’arma a doppio taglio, dove il desiderio di guadagno può portare a una disconnessione dalla realtà. Yoshii, pur cercando di costruire una nuova vita, si ritrova intrappolato in una spirale di paranoia e sfiducia, che riflette una condizione condivisa da molti.
Kurosawa utilizza abilmente l’atmosfera ansiogena per trasmettere il senso di oppressione che caratterizza la vita moderna. La monotonia della routine quotidiana viene interrotta da eventi imprevisti, creando un crescendo di inquietudine che culmina in una resa dei conti finale. La lotta per la sopravvivenza di Yoshii diventa una metafora della società contemporanea, dove le persone si trovano a dover affrontare le conseguenze delle proprie scelte in un mondo sempre più dominato dal denaro.
La dicotomia tra il virtuale e il reale si fa sempre più evidente, portando a una riflessione profonda sulla moralità e sull’etica nel contesto del commercio online. “Cloud” invita a considerare le sfide e le responsabilità che derivano da un’economia basata sul profitto, evidenziando come il desiderio di successo possa condurre a una perdita di umanità e a una crisi di valori.
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