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Luca Guadagnino e Daniel Craig presentano “Queer”: un viaggio tra sogni e realtà

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Il film “Queer“, diretto da Luca Guadagnino e interpretato da Daniel Craig, è finalmente pronto per il grande schermo dopo tre decenni di attesa. Presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2024, il lungometraggio si basa sull’omonimo romanzo di William Burroughs, pubblicato in Italia nel 1985. La pellicola esplora temi profondi come il desiderio, la ricerca di connessioni autentiche e le emozioni nascoste, offrendo una visione unica e provocatoria della vita e delle esperienze del protagonista.

La genesi di “Queer” e il legame con Burroughs

Luca Guadagnino ha spesso raccontato di come, da adolescente, sia stato attratto dal libro “Queer” di William Burroughs, un’opera che racconta la vita dell’autore attraverso l’alter ego di Lee, un uomo in fuga dagli Stati Uniti verso Città del Messico. Questo romanzo, che affronta temi di identità e ricerca interiore, ha ispirato il regista a realizzare un film che riflettesse le complessità e le sfide della vita moderna. Durante la presentazione del film a Milano, Guadagnino ha sottolineato l’importanza di catturare l’essenza del libro, che non è solo una biografia, ma un viaggio emotivo attraverso i sogni e le esperienze di Lee.

Daniel Craig, che interpreta il ruolo di Lee, ha descritto la sua performance come una delle più intense della sua carriera. La preparazione per il ruolo ha richiesto un impegno profondo, poiché il personaggio affronta conflitti interiori e cerca di riconnettersi con le proprie emozioni. La scelta di ambientare parte della storia a Città del Messico, ricostruita a Cinecittà, ha permesso al regista di esplorare visivamente le tematiche del romanzo, creando un’atmosfera che riflette sia la bellezza che il caos della vita.

I sogni e la loro importanza nel film

Uno degli aspetti più affascinanti di “Queer” è l’uso dei sogni come strumento narrativo. Guadagnino ha spiegato che nel libro di Burroughs i sogni giocano un ruolo cruciale, specialmente verso la conclusione. Lee, infatti, si addormenta e sogna di essere un investigatore alla ricerca di Allerton, un momento che rappresenta una riflessione profonda sulla sua vita e sulle sue scelte. Il regista ha voluto mantenere questa logica onirica, integrando nel film sequenze che evocano la complessità dei sogni e delle esperienze vissute.

Craig ha aggiunto che i sogni possono essere un modo per esplorare la propria psiche e che, anche se i suoi sogni sono più controllati e legati alla sua vita familiare, riconosce l’importanza di mantenere viva la propria immaginazione. La rappresentazione dei sogni nel film non è solo un omaggio al romanzo, ma anche un invito a riflettere su come le esperienze oniriche possano influenzare la realtà.

I dettagli e i simboli nel racconto

Queer” è un’opera ricca di simboli e dettagli significativi, che richiedono una comprensione profonda non solo del libro, ma anche della vita di Burroughs. Il senso di colpa per la morte della moglie, avvenuta in circostanze tragiche, permea il racconto e si riflette nei simboli presenti nel film. Ogni elemento, come il ciondolo a forma di millepiedi, ha un significato che arricchisce la narrazione e invita gli spettatori a esplorare le sfumature della storia.

Guadagnino ha fatto riferimento a un consiglio di Burroughs per gli scrittori: “Tenete gli occhi aperti, perché la maggior parte delle persone non si accorge di ciò che accade intorno a loro”. Questa osservazione risuona particolarmente nel contesto attuale, dove le distrazioni digitali possono allontanare le persone dalla realtà. Craig ha ribadito che, nonostante le distrazioni, è fondamentale per un artista osservare e trarre ispirazione dal mondo circostante.

La magia nel cinema e nella vita

La magia è un tema ricorrente nelle opere di Burroughs e trova spazio anche nel film di Guadagnino. Il regista ha parlato di come in Sud America esistano diverse forme di magia, tra cui la brujeria, e ha sottolineato che la magia nel film rappresenta un’emancipazione interiore. La figura della dottoressa Cotter, ad esempio, incarna un aspetto di questa magia positiva, che offre al protagonista la possibilità di esplorare il proprio io più profondo.

Craig, pur non credendo nella magia in senso stretto, ha riconosciuto che momenti estremi della vita possono sembrare magici. Le coincidenze e le esperienze che si intrecciano possono dare vita a situazioni che sfuggono a una spiegazione razionale, rendendo la vita stessa un mistero affascinante.

La passione di Guadagnino per la cucina

Un aspetto curioso emerso durante l’intervista è la passione di Luca Guadagnino per la cucina. Molti attori, tra cui Zendaya e Timothée Chalamet, hanno elogiato le sue abilità culinarie sul set. Daniel Craig ha descritto Guadagnino come un cuoco brillante, capace di gestire un ristorante stellato Michelin. Quando gli è stato chiesto quale sapore rappresenterebbe “Queer“, il regista ha risposto senza esitazione: “Quello di quando baci qualcuno e lo mordi accidentalmente: il sangue che esce dalle sue labbra. Quello è Queer“.

Con questa affermazione, Guadagnino ha catturato l’essenza del film, che è tanto intenso e complesso quanto un’esperienza sensoriale. “Queer” non è solo un film da vedere, ma un’opera da vivere, che invita a riflettere su temi universali e profondi, rendendolo un’opera imperdibile per il pubblico contemporaneo.

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Giulia Barone

Giulia Barone

Sono Giulia Barone, un'appassionata di cinema che ama esplorare il mondo del grande schermo. Condivido recensioni, curiosità e riflessioni sui film che mi hanno emozionata, dai classici intramontabili alle ultime novità. Seguo con grande interesse i programmi tv e il gossip.

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