Siamo nel cuore della Mostra del Cinema di Venezia, un evento che attira cinefili e professionisti del settore da tutto il mondo. In questo contesto, abbiamo avuto l’opportunità di incontrare Kiyoshi Kurosawa, uno dei registi giapponesi più influenti e apprezzati della sua generazione. Con una carriera costellata di opere iconiche come “Pulse“, “Tokyo Sonata” e “Cure“, Kurosawa ha presentato il suo ultimo lavoro, “Cloud“, suscitando grande interesse tra gli spettatori. In questa intervista, esploreremo la genesi del film e le sue tematiche, oltre a scoprire il processo creativo che ha portato alla realizzazione di questa pellicola.
La trama di “Cloud”: un viaggio nella vita di Ryosuke Yoshi
“Cloud” racconta la storia di Ryosuke Yoshi, un uomo che lavora in una piccola azienda ma che ha trovato la sua vera vocazione come rivenditore online, utilizzando il nickname di Ratel. La sua attività spazia dalla vendita di borse a materiale medico e action figure, seguendo una regola fondamentale: acquistare a prezzi stracciati per rivendere a un costo maggiorato. Quando il suo business online esplode, Ryosuke decide di abbandonare il suo lavoro ufficiale per dedicarsi completamente a questa nuova avventura. Tuttavia, la situazione presto gli sfugge di mano, portandolo a confrontarsi con le conseguenze delle sue scelte.
La pellicola si distingue per la sua capacità di mescolare elementi di vita quotidiana con situazioni di tensione e azione, creando un contrasto affascinante. La figura di Ryosuke rappresenta l’uomo comune che, immerso nel suo quotidiano, si ritrova coinvolto in eventi straordinari. Questo approccio permette al pubblico di identificarsi con il protagonista, rendendo la storia ancora più coinvolgente e realistica.
La genesi di “Cloud”: un film d’azione atipico
Durante l’intervista, abbiamo chiesto a Kurosawa come sia nata l’idea per “Cloud“. Il regista ha spiegato che il suo desiderio di realizzare un film d’azione lo ha spinto a esplorare nuove strade. “Volevo girare un film d’azione, ma non nel modo convenzionale, parlando di yakuza o di militari. Volevo raccontare la vita di persone comuni che si trovano in situazioni di emergenza”, ha affermato. Questo desiderio di innovare ha portato Kurosawa a ispirarsi a eventi reali, come le notizie di individui che, partendo dal mondo virtuale, si trovano a compiere atti violenti nella vita reale.
Il regista ha inoltre sottolineato l’importanza di rappresentare il fenomeno dei rivenditori online, un aspetto che ha acquisito sempre più rilevanza nel Giappone contemporaneo. La combinazione di questi elementi ha dato vita a un film che, pur mantenendo un ritmo incalzante, non perde di vista la dimensione umana dei suoi personaggi.
La sfida delle sequenze d’azione: normalità e autenticità
Un aspetto centrale di “Cloud” è la rappresentazione delle sequenze d’azione, che Kurosawa ha voluto rendere il più realistica possibile. “Le scene d’azione sono sempre le più complicate da girare, sia per la loro complessità che per la necessità di garantire la sicurezza di tutti sul set”, ha spiegato il regista. Tuttavia, in questo caso, ha trovato il processo più semplice del previsto, poiché non si trattava di acrobazie spettacolari, ma di situazioni in cui persone comuni si trovano a dover affrontare eventi straordinari.
Kurosawa ha voluto mettere in scena la reazione autentica di individui che si trovano di fronte a situazioni di pericolo, come ad esempio l’uso di un’arma per la prima volta. Questo approccio ha permesso di mantenere un alto livello di credibilità e di coinvolgimento emotivo, rendendo le sequenze d’azione non solo spettacolari, ma anche profondamente umane.
La scelta del cast: Masaki Suda e il suo ruolo
Un altro elemento chiave del film è la scelta del cast, in particolare quella di Masaki Suda nel ruolo di Ryosuke. Kurosawa ha rivelato che, mentre scriveva la sceneggiatura, aveva già in mente Suda come protagonista. “Quando gli ho fatto leggere il copione, ha accettato immediatamente. È uno degli attori più talentuosi e versatili del Giappone, capace di interpretare ruoli complessi”, ha affermato il regista. Suda ha saputo incarnare l’ambiguità del personaggio, rendendolo credibile e vicino al pubblico.
Il cast di “Cloud” è composto da attori che, per la maggior parte, erano alla prima collaborazione con Kurosawa. Il regista ha espresso la sua soddisfazione per le performance di tutti, sottolineando come ognuno di loro abbia contribuito a dare vita a personaggi autentici e memorabili.
L’eredità di Kiyoshi Kurosawa: un cineasta che lascia il segno
“Cloud” potrebbe non essere considerato il film più riuscito di Kurosawa, ma ha sicuramente lasciato un’impronta duratura negli spettatori. Il regista ha condiviso la sua visione riguardo all’importanza di creare opere che stimolino la riflessione e l’immaginazione del pubblico. “Non mi preoccupo troppo di cosa pensano gli spettatori, perché se lo facessi, non riuscirei più a creare. Tuttavia, lascio sempre uno spazio aperto per l’interpretazione”, ha dichiarato.
Questa filosofia di lavoro ha reso Kiyoshi Kurosawa un autore di riferimento nel panorama cinematografico contemporaneo, capace di affrontare temi complessi e di coinvolgere il pubblico in un dialogo profondo e significativo. La sua capacità di raccontare storie che si insinuano nella mente degli spettatori è ciò che lo distingue e lo rende un maestro del cinema.
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