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Il regista di Until Dawn svela i misteri del finale e i legami con il videogioco

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La recente uscita di Until Dawn ha suscitato grande interesse tra gli appassionati del videogioco omonimo per PlayStation. Il regista David F. Sandberg ha rivelato alcuni dettagli intriganti riguardo al finale del film e alla sua connessione con il gioco, offrendo spunti di riflessione su come la trama si intrecci con l’universo narrativo originale.

La trama di Until Dawn: un viaggio nel terrore

Until Dawn non è un semplice adattamento del videogioco, ma piuttosto un’opera che sfrutta un dispositivo narrativo innovativo. La storia si sviluppa attorno a un gruppo di giovani che si ritrovano in una baita isolata nel bosco, dove devono affrontare una serie di minacce sempre più inquietanti. Tra queste, ci sono mostri ispirati ai classici del genere horror e persino una fonte d’acqua potabile che provoca combustione spontanea. La peculiarità della trama risiede nel meccanismo di viaggio nel tempo: ogni volta che uno dei protagonisti muore, il ciclo si ripete, riportandoli all’inizio della notte. Questo espediente crea un’atmosfera di tensione continua, in cui ogni scelta può avere conseguenze devastanti.

La protagonista, Clover, si ritrova a dover affrontare il dottor Hill, un personaggio enigmatico che nel videogioco rappresenta il tormento interiore di Josh. Hill ha un obiettivo oscuro: ridurre i sopravvissuti ai loro istinti primordiali, trasformandoli in wendigo. Il climax della storia culmina in un confronto tra Clover e Hill, che si conclude con la morte del dottore. Tuttavia, il finale lascia aperti numerosi interrogativi, specialmente con la rivelazione che Hill potrebbe essere sopravvissuto, suggerendo un legame profondo con il Washington Lodge, location centrale nel videogioco.

I legami tra film e videogioco: prequel o sequel?

Una delle domande più frequenti tra i fan riguarda la relazione tra il film e il videogioco. È un prequel, un sequel o qualcosa di completamente diverso? Durante un’intervista con Dexerto, David F. Sandberg ha affrontato questo tema, rivelando che, mentre le riprese del film procedevano, il team creativo aveva sempre considerato la storia come ambientata dopo gli eventi del gioco. Tuttavia, il finale ambiguo lascia spazio a diverse interpretazioni, suggerendo che gli eventi potrebbero anche precedere quelli del videogioco.

Sandberg ha descritto il finale come un “easter egg“, un elemento nascosto che stimola la curiosità degli spettatori. La complessità della trama si riflette nel fatto che, pur essendo concepito come un seguito, il film potrebbe anche essere visto come un prequel, a seconda delle scelte narrative future. L’idea di un finale aperto consente di mantenere viva la possibilità di un sequel, dove potrebbero essere esplorati ulteriormente i legami tra i personaggi e le loro storie.

Riflessioni sul futuro del franchise

Il regista ha concluso l’intervista sottolineando l’importanza di concentrarsi sulla realizzazione di un film di qualità, piuttosto che preoccuparsi eccessivamente delle connessioni future. Sandberg ha citato la sua esperienza con Shazam!, dove una scena post-credits non è stata successivamente ripresa nel sequel. Tuttavia, ha lasciato intendere che la possibilità di un seguito per Until Dawn è concreta, e che il pubblico potrebbe avere l’opportunità di scoprire ulteriori dettagli sulla trama e sui personaggi.

In definitiva, Until Dawn si presenta come un’opera intrigante che gioca con le aspettative del pubblico, mescolando elementi di horror e mistero in un contesto narrativo avvincente. Con la sua trama complessa e i legami con il videogioco, il film ha già catturato l’attenzione di molti, lasciando aperte le porte a futuri sviluppi nel franchise.

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Giulia Barone

Giulia Barone

Sono Giulia Barone, un'appassionata di cinema che ama esplorare il mondo del grande schermo. Condivido recensioni, curiosità e riflessioni sui film che mi hanno emozionata, dai classici intramontabili alle ultime novità. Seguo con grande interesse i programmi tv e il gossip.

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