Con l’annuncio della data di uscita ufficiale di “Predator: Badlands” in Italia, l’attenzione si concentra sulle fonti di ispirazione che hanno guidato il regista Dan Trachtenberg nella creazione di questo sequel atteso. Trachtenberg, che ha preso le redini del celebre franchise di Predator, ha condiviso dettagli interessanti riguardo al processo creativo e alle influenze artistiche che hanno contribuito alla realizzazione del film.
L’ispirazione da Shadow of the Colossus
In un’intervista rilasciata a IGN, Dan Trachtenberg ha rivelato che una delle principali ispirazioni per “Predator: Badlands” proviene dal videogioco “Shadow of the Colossus“, pubblicato nel 2005 per PlayStation 2. Questo titolo, considerato un capolavoro nel panorama videoludico, racconta la storia di Wander, un giovane che si avventura in un regno desolato per riportare in vita la sua amata Mono, affrontando enormi colossi lungo il cammino. Trachtenberg ha sottolineato come la relazione tra i personaggi nel gioco abbia influenzato la narrazione del film: “Per quanto mi ispiri ai film, sono stato molto ispirato da videogiochi come Shadow of the Colossus, dove un protagonista è affiancato da un’altra persona che fornisce colore e connessione”, ha dichiarato il regista.
Questa connessione tra i personaggi è fondamentale per la trama di “Predator: Badlands“. Trachtenberg ha spiegato che l’idea di vedere il Predator interagire con un altro personaggio, che funge da suo opposto, è stata una delle motivazioni principali per sviluppare la storia. La presenza di un cavallo nel videogioco, che ha un impatto emotivo devastante durante il gameplay, ha ispirato il regista a esplorare dinamiche simili nel suo film.
La trama di Predator: Badlands
“Predator: Badlands” segue le avventure di Dek, un giovane Predator che si trova emarginato dal suo clan. La sua storia si intreccia con quella di Thia, una sintetica appartenente alla Weyland-Yutani, interpretata da Elle Fanning. Insieme, i due formano un’improbabile alleanza con l’obiettivo di eliminare i loro bersagli e completare il rito di passaggio che segna l’ingresso di Dek nell’età adulta. Questo legame tra un Predator e una creatura sintetica rappresenta una novità nel franchise, portando una nuova dimensione alla narrazione e alle interazioni tra i personaggi.
La scelta di esplorare un’alleanza tra un Predator e un essere umano sintetico offre spunti di riflessione sulle tematiche dell’identità e dell’appartenenza, elementi che sono stati trattati in modo approfondito nel videogioco “Shadow of the Colossus“. La connessione emotiva tra i protagonisti, un tema centrale nel film, si riflette anche nella lotta di Dek per trovare il suo posto in un mondo che lo rifiuta.
L’eredità di Shadow of the Colossus nel cinema
La dichiarazione di Dan Trachtenberg evidenzia come il mondo dei videogiochi possa influenzare la narrazione cinematografica, portando a una fusione di stili e generi. “Shadow of the Colossus” è ampiamente considerato uno dei videogiochi più influenti di tutti i tempi, e la sua eredità si estende oltre il medium videoludico, ispirando registi e narratori a esplorare nuove forme di storytelling. La capacità di evocare emozioni attraverso le interazioni tra i personaggi è un aspetto che Trachtenberg ha voluto portare nel suo lavoro, dimostrando che il confine tra cinema e videogiochi è sempre più sottile.
Con “Predator: Badlands“, il regista non solo rende omaggio a un classico del videogioco, ma introduce anche una nuova prospettiva nel franchise di Predator, promettendo un’esperienza cinematografica ricca di emozioni e colpi di scena. L’attesa per il film cresce, e i fan sono curiosi di scoprire come queste influenze si tradurranno sul grande schermo.
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