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About Elly – Recensione

Uno scontro generazionale affascinante ed interessante sullo sfondo dell’esotica Iran

(Darbareye Elly) Regia: Asghar Farhadi – Cast: Ahmad Mehranfar, Golshifteh Farahani, Mani Haghighi, Merila Zarei, Peyman Moadi, Rana Azadivar – Genere: Drammatico, colore, 119 minuti – Produzione: Iran, 2009 – Distribuzione: Mediaplex Italia – Data di uscita: 18 giugno 2010.

about-ellyÈ dalle terre esotiche ed affascinanti dell’Iran che giunge fino a noi uno dei film più interessanti del panorama cinematografico degli ultimi tempi. Mondiali o non mondiali di calcio per nostra fortuna c’è ancora qualche coraggiosa casa di distribuzione italiana che sfida cotanta elegia, fornendoci i mezzi necessari per godere del buon cinema anche nei mesi estivi.

Storia di un re-incontro fra compagni di università, che nella tranquillità di una villa sul Mar Caspio colgono l’occasione per raccontarsi vicendevolmente, in un confronto generazionale quasi obbligatorio quando si giunge a una determinata fase della vita. Fra i protagonisti di queste “confessioni” c’è chi non fa parte del ristretto gruppo: Elly. La sua improvvisa sparizione sarà il perno sul quale ruoteranno meccanismi di congetture, svelamenti, bugie e segreti, dai quali difficilmente non si può essere incuriositi.

La storia viaggia su un sottile filo che percorre a tappe alternate il racconto drammatico ed evoluzioni da noir, con una regia che lascia spazio alle personali interpretazioni dello spettatore, con somma gratitudine di chi al cinema ci va ancora per poter ragionare. Le zone d’ombra sono un terreno accidentale sul quale molto spesso ci rifiutiamo di porre la nostra attenzione.

Scavare nell’animo umano non è nostra prerogativa, perché siamo notevolmente più interessati ai “disturbi” quotidiani. Il regista Asghar Farhadi scandaglia questi luoghi con serietà, senza mai incappare nel dogmatismo, nemmeno quando i discorsi fra i vecchi amici confluiscono in diatribe di carattere morale, che quasi sempre coincidono con aspetti religiosi. Vincitore dell’Orso d’Argento per la Miglior Regia al Festival Internazionale del Cinema di Berlino nel 2009, il film è un regalo da scartare nella “lunga estate calda”.

Serena Guidoni

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