Recensione
Sucker Punck: un viaggio psichedelico in un mondo folle e coinvolgente
La trama di “Sucker Punch” può sembrare pura follia, ed in effetti è questo il senso di “Sucker Punch”: un viaggio psichedelico in un mondo folle e irreale, di pura fantasia, l’unico luogo dove Babydoll può trovare una fuga dalla crudele realtà e dalla tragica ed inevitabile fine che la aspetta.
Il regista, produttore ed autore del soggetto e della sceneggiatura Zack Snyder, alla sua prova più personale, crea un viaggio immersivo e coinvolgente, come un complicato labirinto di specchi ed illusioni, esplicitando le sue intenzioni in maniera sottile con alcuni piani sequenza folli ed inquadrature impossibili, come quando, mentre Babydoll e le sue amiche si stanno truccando davanti a uno specchio, la telecamera sembra passare attraverso la superficie riflettente per continuare a riprenderle dall’altro lato, all’interno del riflesso, in un trucco degno di “Alice nel Paese delle Meraviglie”.
Notevole anche la colonna sonora, composta principalmente da cover di canzoni famose, cantate tra gli altri da Bjork, Skunk Anansie, Queen e dagli stessi protagonisti del film, Emily Browning, Oscar Isaac e Carla Cugino.
Sucker Punch: cosa non ha funzionato
Il film non è esente da pecche, di cui forse la più grave è l’eccessiva durata delle scene di azione, tutte molto ben coreografate ma prolisse, che a tratti rischiano di venire a noia. Nonostante questo, l’impianto narrativo funziona e, dopo un paio di colpi di scena ben assestati, non si possono trattenere le lacrime di fronte al drammatico, terribile epilogo della vicenda, quando tutti i nodi vengono al pettine, la fantasia finisce e si ritorna a fare i conti con la cruda realtà.
Il flop di “Sucker Punch”, all’uscita, oltre alla sua complicata concezione, è dovuto probabilmente ai tagli assurdi che la produzione ha imposto all’uscita in sala. La versione cinematografica della pellicola, infatti, è stata accorciata di circa venti minuti, tagliando scene fondamentali che aiutavano alla comprensione della storia e guidavano lo spettatore alla risoluzione finale, rendendo il film solo una sequenza di scene di azione folli ed inutilmente fracassone, tronco ed incomprensibile.
Purtroppo in Italia non è mai stata distribuita l’Extended Edition, che tuttavia si può trovare nell’edizione francese in bluray, in lingua originale con i sottotitoli in italiano, che consigliamo fortemente di reperire per poter godere di questo piccolo capolavoro, questo esperimento ibrido, sicuramente folle ed imperfetto, ma onesto e commovente.
Nicola De Santis
Trama
- Regia: Zack Snyder
- Cast: Emily Browning, Abbie Cornish, Jena Malone, Vanessa Hudgens, Jamie Chung, Carla Gugino, Jon Hamm
- Genere: Azione, colore
- Durata: 127 minuti
- Produzione: USA, 2011
- Distribuzione: Warner Bros Italia
- Data di uscita: 25 marzo 2011
“Sucker Punch” è ambientato negli anni ’50. La giovane Babydoll tenta di difendere se stessa e la sua sorellina dalle attenzioni del laido patrigno. Questi uccide la sorellina della protagonista e la accusa di essere lei stessa l’assassina. La fa rinchiudere in un manicomio e predispone le cose in modo tale che la giovane venga presto lobotomizzata.
In attesa dell’esecuzione, Babydoll inizia a rinchiudersi in un mondo di fantasia, dove i medici e gli infermieri del manicomio diventano i tenutari di un bordello, e lei e le altre pazienti divengono le giovani prostitute. In questa realtà, lei è più forte e riesce, ballando per soddisfare i clienti, a catapultarsi in un terzo livello di fantasia, dove con le sue compagne diventa guerriera capace di difendersi da mostri, draghi e robot assassini, e di procurarsi gli strumenti necessari per fuggire dal bordello, e quindi anche dal manicomio, nella realtà.
Sucker Punch – Extended Edition: un film difficile
“Sucker Punch” sin dalla sua uscita ha avuto una gestazione complicata. È un film difficile da comprendere ed etichettare, perché sotto la copertina da fumetto manga, con cinque ragazze in tenuta da scolarette che combattono contro i samurai giganti e gli zombie nazisti (ebbene sì…), si nasconde una tragica storia di rivalsa.
La trama si dipana su diverse ambientazioni, costruite una dentro l’altra come scatole cinesi, apparentemente scollegate tra di loro, che all’inizio spiazzano lo spettatore ma, man mano che il film avanza, cominciano ad acquistare un senso, rivelando una costruzione barocca quasi degna di Christopher Nolan, solo meno fredda e logica e più viscerale.