Tratto dall’omonimo romanzo del cantante country Willy Vautlin, “The Motel life” è la storia di una coppia di fratelli che vivono la loro vita dentro i motel. Il loro rapporto, corroborato da anni di sofferenza, sembra essere l’unica cosa vera della loro vita, volta alla ricerca di un qualche tipo di redenzione
Regia: Gabriel Polsky, Alan Polsky – Cast: Stephen Dorff, Emile Hirsch, Dakota Fanning, Kris Kristofferson – Genere: Drammatico, colore, 95 minuti – Produzione: USA, 2012.
Frank (Emile Hirsh) e Jerry Lee (Stephen Dorff) sono due fratelli molto uniti. Cresciuti nella più profonda solitudine e sofferenza, vivono costantemente nei motel e cercano di sopravvivere al meglio. Sempre alla ricerca di un po’ di amore e di serenità, entrambi trovano rifugio nei loro talenti: Jimmy è bravissimo a disegnare e Frank a raccontare storie sempre molto fantasiose.
I fratelli Polsky portano In Concorso, al Festival del Film di Roma 2012, il loro primo lungometraggio, un film on the road che racconta il viaggio catartico compiuto da due fratelli attraverso le strade del Nevada.
Applaudito dalla stampa, “The Motel Life” era molto atteso, ma, nonostante la sceneggiatura davvero interessante (è tratta dall’omonimo romanzo del cantante country Willy Vaultin) e dal grande potenziale, la sua trasposizione non riesce a catturare del tutto l’animo dello spettatore, manca quel senso di empatia e di immedesimazione fondamentale per la buona riuscita di un film. Sorprende la scarsa interpretazione di Emile Hirsh, così immenso in “Into the wild” di Sean Penn del lontano 2007, mentre più convincente è Stephen Dorff, reduce dal successo di “Somewhere” (di Sofia Coppola, 2010).
Anche se sono molto poetiche e riuscite le scene fumettistiche che animano le storie raccontate dal personaggio Frank, il film non convince del tutto, così come molto di questo Festival, a cui, quest’anno, sembra mancare l’anima.
Domenica Quartuccio