Eco Del Cinema

Wild – Recensione

Torna il regista di “Dallas Buyers Club” con la vera storia di una giovane donna e del suo viaggio alla ricerca di se stessa

Regia: Jean-Marc Vallée – Cast: Reese Witherspoon, Gaby Hoffmann, Laura Dern, Michiel Huisman, Brian Van Holt, Charles Baker, Kevin Rankin, W. Earl Brown, Thomas Sadoski, J.D. Genere: Biografico, colore, 115 minuti – Produzione: USA, 2014 – Distribuzione: 20th Century Fox – Data di uscita: 2 aprile 2015.

wild-locLa macchina dei sogni americana pare essersi incagliata nel filone delle storie vere. Le biografie e i racconti di vita vissuta, ultimamente, rappresentano il volano dell’industria cinematografica statunitense. Anche “Wild” non si sottrae alla moda del momento e racconta, basandosi sull’omonimo libro di memorie di Cheryl Strayed, il viaggio catartico della stessa autrice in fuga dal dolore e alla ricerca della proprio identità.

Doveroso soffermarsi su alcuni nomi: le redini della pellicola sono affidate a Jean-Marc Vallè, regista dell’acclamato “Dallas Buyers Club”, mentre la sceneggiatura è nata dall’importante inchiostro di Nick Hornby.

Accade nelle vite di alcuni di avere il desiderio di scappare perché l’esistenza si fa troppo pesante o perché la sofferenza ha deviato improvvisamente la strada percorsa fin a qualche tempo prima. Non si tratta di un moto egoistico del tipo “mollo tutto” ma di un’esigenza che porta ad esplorare l’intimità del proprio io.

Cheryl Strayed (Reese Witherspoon), dopo la morte improvvisa della madre e con un divorzio alle spalle, sceglie di affrontare uno dei sentieri escursionistici più impervi e affascinanti: il Pacific Crest Trail, 4000 chilometri che congiungono il Messico con il Canada. Senza una preparazione adeguata ma con un carico emotivo ingombrante (chiara la metafora del pesantissimo zaino) la giovane protagonista parte alla ricerca estenuante di se stessa.

Nel viaggio non sarà da sola. Incontrerà persone di ogni tipo che le lasceranno qualcosa di materiale, come del cibo, e pezzetti di esperienza che le si attaccheranno addosso con dolcezza in alcuni casi, con rozzezza in altri. I veri compagni di viaggio saranno i suoi ricordi che non la lasceranno mai durante il lungo cammino. Ed è questo l’asso nella manica del film. L’abile somministrazione dei flashback fa si che i tormenti e le piccole gioie di Cheryl vengano alla luce man mano e in momenti salienti, creando un vincolo di curiosità ed empatia con il personaggio. Il montaggio segue una linea emotiva che rende uno stereotipato percorso di rinascita un’avvincente spedizione verso una nuova vita.

La pellicola ci risparmia momenti didascalici sui perché della drammatica deriva alla quale si lascia andare una donna ferita nell’anima. La vera forza dell’ultima opera di Jean-Marc Vallè risiede nella narrazione delle emozioni, un racconto che si fa sempre più selvaggio. “Wild”, appunto.

Riccardo Muzi

Wild – Recensione

Articoli correlati

Condividi