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Tomorrowland – Recensione

  • Titolo originale: (1952)
  • Regia: Brad Bird
  • Cast: Cast: George Clooney, Britt Robertson, Hugh Laurie, Raffey Cassidy, Kathryn Hahn, Judy Greer, Thomas Robinson
  • Genere: Fantascienza, colore, 130 minuti
  • Produzione: USA, 2014
  • Distribuzione: Walt Disney
  • Data di uscita: 21 maggio 2015

Tomorrowland: troppa abbondanza estetica per una storia poco credibile

 

tomorrowlandDa qualche parte, nello spazio e nel tempo, esiste un posto chiamato Tomorrowland dove l’ingegno umano, libero da qualsiasi briglia, ha edificato una realtà iperfuturistica ed alternativa alla società attuale. Frank e Casey, fra le menti più brillanti del nostro pianeta, finiscono, inevitabilmente, per incrociare il loro destino con quello del “mondo di domani” provocando ripercussioni inaspettate per la Terra e l’intera umanità.

Il kolossal formato Disney non è solo servito ma confezionato a dovere da uno dei suoi registi di maggior talento: Brad Bird, il papà de “Gli Incredibili” e “Ratatouille”. Inutile, quindi, stare a soffermarsi sulle aspettative generate da questa pellicola e in un primo momento, durante le battute iniziali, il film sembra garantire ciò che, sulla carta, preannunciava.

Dopo dei flemmatici e convincenti primi passi, “Tomorrowland” disattende le premesse sfrecciando a tutta velocità verso la riduttiva meta del teenager movie. Le spettacolari evoluzioni dell’estro di Bird si mostrano in tutto il loro vigore ma la storia non riesce a supportare tanta abbondanza estetica.

Brad Bird non riesce a dare un’anima a “Tomorrowland”, trascurando le atmosfere con una storia eccessivamente didascalica

Sogno e realtà si intersecano come nella migliore tradizione Disney non trovando però l’equilibrio giusto per poter rintracciare, se non tratti di verosimiglianza, almeno un pizzico di credibilità. Si assiste inermi ad un enorme spreco di ciò che dovrebbe essere il carburante principale di siffatte produzioni: la fantasia. Commettere un errore così marchiano è quasi un delitto in casa Disney e non è l’unico: la scelta di rivolgersi ad un pubblico molto giovane non impone necessariamente pistolotti didascalici mentre in “Tomorrowland” è tutto troppo spiegato lasciando solo brandelli di spazio all’immaginazione.

Per essere uno sci-fantasy, l’ultima creatura del regista statunitense, trascura, a causa di una scrittura estremamente semplice, le atmosfere tipiche del genere che contribuiscono alla fascinazione dello spettatore. La riuscita del film è lasciata completamente nelle mani degli ideatori degli effetti speciali, superbi e addirittura incantevoli in alcuni momenti, ma non più che autocelebrativi.

Brad Bird, pur essendo un navigato narratore di favole, sembra aver dimenticato un aspetto fondamentale del suo mestiere: i gadget della Disney rimangono tali se nessuno riesce a regalargli un’anima.

Riccardo Muzi

Tomorrowland – Recensione

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