“Paperman”: corto rivoluzionario, premio Oscar come Miglior Cortometraggio d’animazione, che racconta un incontro d’amore con l’inconfondibile stile poetico Disney
Regia: John Kahrs – Cast: John Kahrs, Jeff Turley, Kari Wahlgren – Genere: Animazione, b/n, 7 minuti – Produzione: USA, 2012 – Distribuzione: Walt Disney Pictures.
Avete mai pensato a quante persone incrociano il nostro cammino ogni giorno solamente per brevi istanti, per poi sparire? Uno sguardo rubato camminando per strada, un’occhiata in una sala d’aspetto, un sorriso alla persona seduta accanto a te in autobus… Per pochi secondi fate parte della vita di uno sconosciuto, qualcuno che nella maggior parte dei casi non rivedrete mai. È questo che accade a George e Meg, i due protagonisti di “Paperman”, il cortometraggio animato realizzato dai Walt Disney Animation Studios, vincitore del premio Oscar. Con una differenza sostanziale: George ottiene dal destino una seconda possibilità quando scorge Meg impegnata in un colloquio di lavoro nel palazzo accanto. L’unico modo che ha a disposizione per attirare la sua attenzione è… lanciare areoplanini di carta.
Il regista John Kahrs combina sapientemente in sei minuti tutto ciò che caratterizza l’animazione Disney: la storia d’amore, narrata nella sua semplicità e forse per questo straordinariamente efficace, due personaggi (lui, a cui sembra non andare nulla per il verso giusto, e lei, che è la spontaneità e la tenerezza fatta persona) in cui lo spettatore si immedesima all’istante, una narrazione dinamica in cui ogni frame vuole dirci qualcosa, e poi i sentimenti. Impossibile rimanere impassibili davanti ai due protagonisti che tentano di ricongiungersi, in un crescendo di intensità e di emozioni accompagnato dalla splendida colonna sonora di Christophe Beck.
Poi, ovviamente, c’è la tecnica. Non tutti lo sanno, ma “Paperman” è un corto rivoluzionario, che ha tutte le carte in regola per cambiare il mondo dell’animazione. Quella che vediamo è infatti una tecnica del tutto nuova, sviluppata proprio dai Walt Disney Animation Studios e chiamata Meander, dal nome del software. Lo scopo è quello di prendere il meglio della computer grafica e del disegno a mano e fonderli insieme in una tecnica completamente nuova. Come funziona? Prima di tutto gli animatori del reparto computer grafica (CGI) creano lo “scheletro” del personaggio, che viene poi rifinito dagli animatori del reparto animazione tradizionale (2D), disegnando con la matita direttamente sopra il modello in CGI. Meander però non si limita a questo: ciò che vediamo nel prodotto finito è la vera e propria integrazione tra le due tecniche; non è più CGI e non è più disegno a mano, a tratti è l’uno e a tratti è l’altro.
Certo, ovviamente si tratta di un’innovazione, che presenta i suoi piccoli difetti: nei primi piani, ad esempio, funziona molto bene, dando l’illusione che i volti dei personaggi siano semplicemente disegnati a matita; su campo lungo, invece, l’illusione a volte si spezza, e la CGI prevale. Ma sono sottigliezze, particolari che saranno sicuramente migliorati con il tempo, e che non cambiano la verità dei fatti: “Paperman” ha le potenzialità per cambiare il mondo dell’animazione e mettere d’accordo proprio tutti, sia coloro che adorano la computer grafica sia quelli che rimpiangono la linea.
E il consenso collettivo si è già visto: “Paperman” ha non solo conquistato i cuori degli spettatori che hanno avuto il piacere di vederlo al cinema, proiettato insieme a “Ralph Spaccatutto”, ma ha anche colpito l’Academy, che gli ha assegnato il premio di Miglior Cortometraggio Animato durante la notte degli Oscar.
Irene Rosignoli