C’è il pubblico delle grandi occasioni oggi alla Festa del Cinema di Roma, accorso entusiasta per l’incontro con il regista de “La grande bellezza”, il pluri – acclamato Paolo Sorrentino, Premio Oscar che aveva saputo conquistare critica e pubblico mettendo in mostra, davanti al mondo intero, tutta la ‘bellezza’ del suo cinema.
Da Ang Lee a Sam Mendes, passando per Tim Burton e David Lynch: ecco a voi la storia del cinema secondo Paolo Sorrentino.
Arriva in ritardo Paolo Sorrentino, perché doveva vedere la partita del Napoli, ma questo lo scopriremo solo alla fine dell’incontro. Il pubblico lo applaude con calore, e il regista Premio Oscar la sua ‘grande bellezza’ ce la vuole mostrare in una ‘chiacchierata’ divisa in cinque sequenze, tutte scelte personalmente da lui.
Si comincia con la “Tempesta di ghiaccio” di Ang Lee, il film che a detta dell’illustre ospite gli ha insegnato molto sulla sceneggiatura. Gli piaceva anche il fatto che parlasse di famiglia e che coniugasse il bello con il vero, cosa che accadeva molto spesso nel cinema degli anni ’90, e che secondo Sorrentino adesso capita più raramente. Si prosegue con uno dei capolavori di Antonioni, “La notte”, complice la bravura di un Mastroianni d’annata. Lo dirà chiaramente nel corso dell’incontro Sorrentino: sono Antonioni, Fellini e Bertolucci i maestri, per lui. Ha scelto proprio “La notte” perché è un film che racconta il disagio dello stare al mondo, lo inserisce tra quelli che ama più di tutti, insieme a “Professione Reporter”.
Sorrentino si racconta attraverso le pellicole che hanno segnato il suo modo di fare cinema
La terza sequenza giunge, a nostro parere, con una grande intensità, palesandosi come la più bella e forte di tutte. Si tratta di “Era mio padre” di Sam Mendes, un vero trattato di storia del cinema in meno di dieci minuti. Lo stile è quello dei western, anche se si tratta di film gangster, Sorrentino riassume il suo pensiero al riguardo, concentrandolo in una sola battuta: “Una perfetta sintesi di ciò che é cinema”, questo ci dice il ‘nostro’ Paolo.
Si continua alla grande con “Una storia vera” di Lynch; un racconto di vita e della famiglia davanti al fuoco in un bosco. Un film anomalo per Lynch, dice Sorrentino, la scena potrebbe essere inquietante ma non lo è. E poi parla di famiglia, la sua fissa. La cinquina si chiude con una scena spettacolare di “Mars Attack” di Tim Burton, con il fermo su un’affascinante aliena che entra alla Casa Bianca insieme a un perfetto idiota che ne resta incantato. Sorrentino la definisce erotica, e la cosa risulta innegabile.
Giunge come ciliegina sulla torta, sorpresa finale dell’incontro, la clip di “Il divo”, con un uso esemplare della musica, al pari della maestria nell’utilizzo della fotografia e della sorprendente interpretazione dell’attore feticcio del regista napoletano, Toni Servillo. L’incontro si chiude con un inedito tratto da un film collettivo chiamato “Rio, I love you”, realizzato per il progetto Cities of Love: un vecchio sposato con una giovane donna ne immagina la morte….un piccolo gioco surreale in cui è racchiuso tutto il cinema del nostro regista preferito.
Ivana Faranda
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