Trama
- Regia: Federico Cruciani
- Cast: Paolo Briguglia, Vincenzo Ragusa, Chiara Muscato, Vincenzo Albanese, Fabrizio Romano
- Genere: Drammatico, colore
- Durata: 85 minuti
- Produzione: Italia, 2015
- Distribuzione: Lab 80 Film
- Data di uscita: 14 Aprile 2016
La perdita dell’innocenza da parte di un bambino più avvenire nei più disparati modi; tra questi vi è la consapevolezza del mondo degli adulti, di quel mondo familiare che dovrebbe essere precluso ad un animo innocente. Sarà proprio questo passaggio devastante ad essere protagonista di “Il bambino di vetro”; siamo a Palermo e il bambino protagonista assiste in breve tempo ad alcune scene che lo catapultano nel mondo della mafia, che gli fanno realizzare la realtà del mondo in cui vive – passando il suo tempo per la strada – con sua madre e suo padre.
Il cinema siciliano, come questo, è molto concentrato a raccontare la mafia dal punto di vista infantile, come perdita dell’innocenza e scoperta del male; in questo caso però la pellicola, nonostante si ponga in maniera concreta e realistica, punta più che altro a creare un senso di compassione da parte dello spettatore, il quale svilupperà anche un senso profondo di giustizia sociale.
Tutta la storia è raccontata dal punto di vista del piccolo Giovanni, un bambino di dieci anni, che scopre i lati più oscuri del mondo che lo circonda, così come accade nel romanzo che ha ispirato l’opera”Il figlio di vetro”.
Recensione
Il bambino di vetro: una piccola e calibrata opera prima per la sezione “Alice nella città” alla Festa del Cinema di Roma
Il giovane regista teatrale Federico Cruciani esordisce sul grande schermo con “Il bambino di vetro”, una storia di famiglia e di mafia non a caso ambientata nella città di Palermo. Tutta la storia è raccontata dal punto di vista di Giovanni, un bambino di dieci anni, che scopre i lati più oscuri del mondo che lo circonda. Un gruppo di attori giovani e talentuosi è protagonista dell’unico film italiano della sezione della Festa del Cinema di Roma dedicata ai più piccoli, Alice nella città.
Tratto liberamente dal romanzo di Giacomo Cacciatore “Il figlio di vetro”, “Il bambino di vetro” è un racconto delicato sulla scoperta del male da parte di un bimbo innocente. Giovanni accompagna il padre nei suoi giri di lavoro senza capire cosa c’è dietro. E’ alla ‘luminaria’, luogo surreale di Palermo, che incontrerà un giovane estroverso dai capelli ricci e scuri, dai grandi tatuaggi. Ne resterà affascinato, per scoprire solo dopo due giorni che è stato ucciso in un agguato di stampo mafioso.
La perdita dell’innocenza attraverso la scoperta della realtà mafiosa
La perdita dell’innocenza di Giovanni inizia con un articolo di giornale, un suo conoscente viene trovato morto assassinato dalla mafia. Gli si apre un mondo davanti, inizierà a capisce i silenzi della madre e il cattivo umore del padre.
Il viaggio verso la consapevolezza è lento come lo scorrere delle immagini del film che evidentemente risente molto della matrice teatrale del regista. E questo funziona molto bene nell’architettura di una narrazione in cui la parola mafia viene solo sussurrata. Tutto è accennato e mai urlato ne “Il bambino di vetro” di Cruciani e anche la recitazione degli interpreti è rigorosa. Ottimo il cast composto da Paolo Briguglia, Vincenzo Ragusa, Chiara Muscato, Claudio Collovà, Fabrizio Romano, Maziar Firouzi.
Ivana Faranda