Recensione
Il pianista Recensione: Roman Polanski si cimenta con il difficile tema dell’Olocausto, raccontando la storia di un pianista ebreo che cerca la sopravvivenza nella musica
Sopravvivere con ogni mezzo, in condizioni che l’umana natura non dovrebbe riservare a nessuno, con la consapevolezza che ogni gesto, anche la compassione più inaspettata, come l’aiuto di un ufficiale che sta dall’altra parte della ‘barricata’, hanno il sapore intenso della speranza. Olocausto è una parola dal significato potentissimo, dalla quale non ci aspettiamo altro che immagini di sofferenza e infinito dolore.
Roman Polanski con “Il pianista” affronta questo tema con la consapevolezza di chi l’orrore l’ha visto e vissuto; con il turbamento di una storia che possa, nostro malgrado, ripetersi in forme, indiscutibilmente diverse, ma non meno penose. Un omaggio non solo poetico, se si considera che la Prima del film si è tenuta nel settembre del 2002, in quella stessa Varsavia nella quale ha origine questa storia.
È il 1° settembre del 1939. Con questa data si suggella l’effettiva dichiarazione di guerra della Germania, che invade la Polonia. Władysław Szpilman, un giovane prodigioso pianista ebreo, sta eseguendo Chopin per una registrazione radiofonica, quando arriva la notizia dell’invasione nazista. La libertà individuale e collettiva è definitivamente messa al bando. Iniziano le prime vessazioni, poi le conseguenti leggi razziali; la stella di Davide cucita sugli abiti è solo l’inizio di una segregazione che culminerà con la costruzione del Ghetto. Il giovane non può far altro che assistere inerme all’orrore che si attanaglia in una morsa stretta e soffocante. L’intera sua famiglia viene deportata e lui è costretto a sopravvivere da solo nel ghetto, sino all’arrivo dell’Armata Rossa.
Il pianista: Palma d’Oro a Canne e tre Oscar
In questa profonda solitudine la musica diventa il suo unico “tangibile” appiglio nell’oscurità, il faro che impedisce di naufragare. Ma neppure la musica, dopo tanto dolore, avrà lo stesso sapore consolatorio. Gli occhi hanno visto troppo… Vincitore della Palma d’oro al festival di Cannes e di tre Premi Oscar fra cui miglior regia e miglior attore Adrien Brody, il film è tratto dal romanzo autobiografico di Wladyslaw Szpilman “Death of a City” (1984).
Serena Guidoni
Trama
- Titolo originale: The Pianist
- Regia: Roman Polanski
- Cast: Adrien Brody, Thomas Kretschmann, Frank Finlay, Emilia Fox, Maureen Lipman, Ed Stoppard, Julia Rayner, Jessica Kate Meyer, Michal Zebrowski, Wanja Mues, Richard Ridings, Nomi Sharron, Anthony Milner, Lucy Skeaping, Roddy Skeaping
- Genere: Drammatico, colore
- Durata: 148 minuti
- Produzione: Polonia, 2002
Wladyslaw Szpilman è un pianista di talento ed ebreo polacco costretto a vivere nel cuore del ghetto di Varsavia durante il periodo del nazismo.
Si nasconde fra le rovine della capitale dove riuscirà a sopravvivere grazie all’aiuto di un ufficiale tedesco.
Trailer