Trama
- Titolo Originale: Race
- Regia: Stephen Hopkins
- Cast: Stephan James, William Hurt, Jeremy Irons, Jason Sudeikis, Carice van Houten, Amanda Crew, Giacomo Gianniotti, Tim McInnerny, Eli Goree, Jonathan Aris, Shanice Banton, Jon McLaren, Shamier Anderson
- Genere: Biografico, colore
- Produzione: Germania, Canada, Francia, 2016
- Distribuzione: Eagle Pictures
- Data di uscita: 31 Marzo 2016
Con “Race – Il colore della vittoria” Stephen Hopkins si cimenta nel biopic su Jesse Owens, un personaggio che ha riscritto la storia dell’intera umanità.
Jesse nasce e cresce nell’America della grande depressione; i suoi genitori non sono benestanti e il giovane è costretto a vivere di stenti in una società permeata dal razzismo.
Siamo nel 1936 quando Owens vince quattro medaglie d’oro alle Olimpiadi di Berlino: il 3 agosto vince i 100 metri, il 4 agosto il salto in lungo, il 5 agosto i 200 metri e il 9 agosto la staffetta 4×100.
La grande vittoria dell’atleta statunitense fu leggenda: nel 1936 difatti in Europa – dove si svolsero le Olimpiadi – l’ideologia nazista propugnata da Adolf Hitler faceva da padrona.
Nel pomeriggio di quel 4 agosto, quando Jesse Owens, protagonista del biopic “Race – Il colore della vittoria” sconfisse il campione tedesco Luz Long, l’opinione pubblica simpatizzante con le teorie di Hitler venne sconvolta: come poteva una persona il cui colore della pelle non rispettava i canoni della razza ariana tanto elogiata dal cancelliere tedesco ad essere superiore a un uomo che, in tutto e per tutto, rientrava in quegli standard?
Le riprese di “Race – Il colore della vittoria” si sono svolte a Berlino; tra le location troviamo lo stadio Olimpico in cui Owens vinse le sue medaglie, e Montreal.
Recensione
Race – Il colore della vittoria: Stephen Hopkins racconta il mito di Jesse Owens, l’atleta di colore che alle Olimpiadi di Berlino sconfisse Hitler
1936. A causa delle persecuzioni contro gli ebrei, alcuni membri del Comitato Olimpico Americano vorrebbero boicottare i giochi olimpionici a Berlino sotto l’egida del regime nazista in piena ascesa. Nonostante tale opposizione, per intercessione del potente milionario Avery Brungade/Jeremy Irons, gli Usa parteciperanno alle gare con atleti di colore. Il nero Jesse Owens/Stephan James con i suoi quattro ori vinti rovinerà la festa a Hitler, intento a dimostrare il predominio della razza ariana.
Race – Il colore della vittoria, scarsa verosimiglianza storica e profondità psicologica dei personaggi
L’idea del regista era quella di girare un biopic su una vera e propria figura leggendaria dell’atletica, che in anni molto lontani dovette lottare contro tutti i pregiudizi razziali sia in patria che nella Germania hitleriana. La ricostruzione storica degli eventi, tuttavia, per quanto accurata, pecca di imperfezioni, prima tra tutte le ragioni non vere del mancato incontro ravvicinato tra Owens e il Fuhrer, che non era previsto per protocollo.
Lo scontro tra il Presidente del Comitato Olimpico Americano Jeremiah Mahooney/William Hurt, che vorrebbe boicottare i giochi, con l’affarista Brundage è affrontato in modo superficiale. Sulla figura storica di quest’ultimo pesano molte ombre, non ultima quella legata a una simpatia manifesta nei confronti del regime tedesco, che trapela soltanto negli incontri con Joseph Goebbels e Leni Riefenstahl, due personaggi molto ben delineati nel film. Elemento centrale del plot è il profondo legame che unisce il giovane Jc, appena arrivato all’Università dell’Ohio, al suo coach Larry Snyder/Jason Sudeikis, che ha visto sfumare la sua chance di partecipare alle Olimpiadi di Parigi anni prima. È lui che ha il coraggio di far mettere in squadra per la prima volta degli atleti di colore, combattendo tenacemente contro il bigottismo del tempo. Altro punto nodale della storia è il legame di amicizia tra il velocista americano e l’atleta tedesco Carl “Lutz” Long, la grande speranza ariana che tradì le speranze di Hitler.
Race – Il colore della vittoria: un cast in stato di grazia per un inno al sogno americano
Hopkins porta a casa un classico film americano sulle possibilità di rinascita per i più deboli, fatto con tutti i crismi, visto però con gli occhi del potere. Il cast formato da Stephan James, Jason Sudeikis, Jeremy Irons, William Hurt e Carice van Hauten è assolutamente grandioso.
La fotografia e le ricostruzioni delle location sono eccellenti. Quello che manca al lavoro di Hopkins è però il coraggio di osare di più nell’analizzare il contesto americano dell’epoca, che non riconobbe mai i meriti sportivi del suo campione per ragioni razziali anche dopo il suo trionfale ritorno in patria. “Race – Il colore della vittoria” resta comunque una gioia per gli occhi, ma per parafrasare il linguaggio sportivo, è da medaglia d’argento e non può ambire a un podio più alto.
Giorgio Bartoletti
Trailer
Cast
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