Biografia
Attrice dall’inestimabile bellezza e dall’indiscutibile fascino, Isabelle Adjani costruisce la sua carriera interpretando ruoli di spessore e cimentandosi in pellicole impegnate, che le faranno ottenere quel prestigio e quella elegante raffinatezza che le pellicole francesi sanno regalare.
Isabelle Adjani, la ‘diabolica’ del cinema francese
(Parigi, 27 giugno 1955)
Il fascino e l’eleganza sono spesso per un’attrice un’arma a doppio taglio. Se certamente servono a non passare inosservati possono anche relegare in eterno al ruolo della “bella statuina”. Questo non è accaduto all’attrice francese Isabelle Adjani.
Figlia di un franco-algerino di origine berbera e di una tedesca, mix di razze che le ha regalato una spettacolare bellezza, è sempre stata attenta a scegliere ruoli anche difficili ma di spessore.
Isabelle Yasmine debutta nella recitazione a soli 14 anni in un film per bambini “Le petit bougnant” (1969) e poco più che maggiorenne entra nella prestigiosa Comédie Française.
Nonostante la proposta di un contratto ventennale con la storica compagnia, la giovane attrice rinuncia al teatro per il cinema e nel 1974 interpreta con grande successo “Lo schiaffo” per la regia di Claude Pinoteau.
Premi importanti per grandi interpretazioni
Diventa una delle star del cinema d’oltralpe e François Truffaut la sceglie per il ruolo di protagonista in “Adele H.” (1975), romantica e drammatica storia d’amore che ruota attorno alla figura di Adele Hugo, figlia del grande scrittore Victor. Truffaut fa del suo lavoro un omaggio al carisma di Isabelle, al suo sguardo profondo, alle intense espressioni del suo viso e non a caso per l’attrice arriva la prima nomination agli Oscar come miglior protagonista.
Dopo “L’inquilino del terzo piano” (1976) di Roman Polanski e “Nosferatu” (1979) di Werner Herzog, l’Adjani vince la Palma d’Oro al Festival di Cannes per il “Quartetto” (1981) di James Ivory.
Si aggiudica inoltre il primo di quattro César nel 1982 per “Possession” (1981) di Andrzej Zulawski (vincerà lo stesso premio per “L’estate assassina”, per “Camille Claudel” (1988) e per “La Regina Margot”).
Nel corso degli anni ’80 tenta anche la carriera di cantante: aveva già esordito nella canzone nel 1974 grazie a Serge Gainsbourg, che nel 1983 l’aiuta a realizzare un intero album. I risultati sono però piuttosto scarsi.
Il cinema, tuttavia, la gratifica molto di più: dopo “Subway” (1985) di Luc Besson e “Ishtar” (1987) di Elaine May, la troviamo in “Camille Claudel” (1988) di Bruno Nuytten, il regista da cui avrà il primo figlio. Il film è per Isabelle Adjani un vero trionfo: le porterà un César, un’altra nomination dalla Academy Awards e il premio per la miglior attrice al Festival di Berlino. Il suo viso diventa l’incarnazione della Marianne, il simbolo della Francia.
L’allontanamento dai riflettori e il ritorno sulle scene
Nel privato però le cose non vanno altrettanto bene. Schiva e poco incline alla vita mondana, diventa il bersaglio di un gossip maligno che la dà per malata di Aids e la costringe, lei così riservata, ad apparire al telegiornale per smentire la notizia.
Nel febbraio del 1995, dopo cinque anni, la sua love story con Daniel Day-Lewis finisce male: l’attore le comunica via fax la fine della loro relazione proprio mentre Isabelle è in attesa del loro figlio Gabriel, che nascerà nell’aprile dello stesso anno. Anche il suo legame con il musicista Jean Michel Jarre sarà una delusione.
Proprio per allontanarsi da paparazzi e pettegolezzi Isabelle Adjani decide di trasferirsi a Ginevra, città che le sembra offrire una qualità di vita migliore. Si ritira per qualche tempo dal cinema e torna a recitare nel 1994 in “La Regina Margot”, scandalizzando il pubblico quando, mentre ritira il quarto César, vinto con questa pellicola, decide di ringraziare leggendo alcuni brani da i “Versetti Satanici” di Salman Rushdie, lo scrittore anglo-indiano appena colpito da una condanna a morte dall’Ayatollah Khomeini per blasfemia.
Dopo “Diabolique” con Sharon Stone, (1996), torna al teatro nel 2000 nei panni di Marguerite Gautier, sfortunata protagonista de “La signora delle camelie” di Dumas. Nel 2003, diretta da François Dupeyron, affianca Omar Sharif in “Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano”, un film sulla tolleranza razziale, sulla pacifica convivenza tra le culture, temi da sempre cari all’attrice che non ha mai scordato le sue origini e spesso si è fatta portavoce e paladina dei diritti dei berberi a veder riconosciute la propria lingua e la propria cultura.
Temi sociali e tolleranza per Isabelle Adjani
Dopo un periodo di assenza torna sui grandi schermi nel 2008 in “La journée de la jupe” di Jean-Paul Lilienfeld, film che tratta il tema della violenza nelle scuole, presentato al Festival di Berlino nel 2009.
Nel 2010 la vediamo recitare in “Mammuth” di Gustave Kervern e Benoit Délepine, assieme al mostro sacro del cinema francese Gérard Depardieu.
Nel 2011 è la protagonista di “David e Madame Hansen” mentre l’anno successivo è tra i protagonisti di “Ishkq in Paris”, commedia diretta da Prem Soni incentrata su un ragazzo e una ragazza che dopo essersi conosciuti un giorno su un treno diretto a Roma, decidono di passare la notte insieme. Al mattino si separano come niente fosse successo ma le loro vite continuano ad incrociarsi.
Nel 2014 prende parte al film corale “11 donne a Parigi” di Audrey Dana.
Barbara Mattiuzzo
Filmografia
Isabelle Adjani Filmografia – Cinema
- Le petit bougnat, regia di Bernard Toublanc-Michel (1969)
- I primi turbamenti, regia di Nina Companez (1972)
- Lo schiaffo, regia di Claude Pinoteau (1974)
- Ariane, regia di Jean-Pierre de San Bartolomé (1974)
- Adèle H., una storia d’amore, regia di François Truffaut (1975)
- L’inquilino del terzo piano, regia di Roman Polanski (1976)
- Barocco, regia di André Téchin (1976)
- Vivere giovane, regia di Jacques Rouffio (1977)
- Driver l’imprendibile, regia di Walter Hill (1978)
- Nosferatu, il principe della notte, regia di Werner Herzog (1979)
- Le sorelle Bronte, regia di André Téchiné (1979)
- Clara et les chics types, regia di Jacques Monnet (1981)
- Possession, regia di Andrzej Żuławski (1981)
- Quartet, regia di James Ivory (1981)
- L’année prochaine… si tout va bien, regia di Jean-Loup Hubert (1981)
- Che cavolo mi combini papà?!!, regia di Jean-Paul Rappeneau (1982)
- Antonieta, regia di Carlos Saura (1982)
- Mia dolce assassina, regia di Claude Miller (1983)
- L’estate assassina, regia di Jean Becker (1983)
- Subway, regia di Luc Besson (1985)
- T’as de beaux escaliers tu sais, regia di Agnès Varda (1986)
- Ishtar, regia di Elaine May (1987)
- Camille Claudel, regia di Bruno Nuytten (+ produttrice) (1988)
- Toxic Affair, regia di Philomène Esposito (1993)
- La Regina Margot, regia di Patrice Chéreau (1994)
- Les cent et une nuits de Simon Cinéma, regia di Agnès Varda (1995)
- Diabolique, regia di Jeremiah S. Chechik (1996)
- Paparazzi, regia di Alain Berbérian (1998)
- La repentie, regia di Laetitia Masson (2002)
- Adolphe, regia di Benoît Jacquot (2002)
- Bon voyage, regia di Jean-Paul Rappeneau (2003)
- Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano, regia di François Dupeyron (2003)
- La journée de la jupe, regia di Jean-Paul Lilienfeld (2008)
- Mammuth, regia di Benoît Delépine e Gustave de Kervern (2010)
- De force, regia di Frank Henry (2011)
- David et Madame Hansen, regia di Alexandre Astier (2012)
- Ishkq in Paris, regia di Prem Soni (2012)
- 11 donne a Parigi, regia di Audrey Dana (2014)
- Carole Matthieu, regia di Louis-Julien Petit (2016)
- The world is yours, regia di Romain Gavras (2018)
Isabelle Adjani Filmografia – Televisione
- L’école des femmes, regia di Raymond Rouleau (1973)
- L’avare, regia di René Lucot (1973)
- Le secret des Flamands, regia di Robert Valey (Serie TV, 4 episodi) (1974)
- Ondine, regia di Raymond Rouleau (1975)
- Figaro, regia di Jacques Weber (2008)
- Aicha: Job à tout prix, regia di Yamina Benguigui (2011)