Trama
- Regia: Cosimo Alemà
- Cast: Salvatore Esposito, Jacopo Olmo Antinori, Irene Vetere, Diego Germini, Claudia Nahum, Mattia Bellegrandi, Clemente Maccaro, Jari Ivan Vella, Federico Leonardo Lucia, Alessandro Aleotti
- Genere: Drammatico, colore
- Produzione: Italia, 2016
- Distribuzione: Koch Media
- Data di uscita: 28 aprile 2016
“Zeta” è un film ambientato in una Roma caotica, in cui si avverte un divario profondo tra i quartieri periferici e quelli centrali. Protagonisti della pellicola sono tre amici: Alex/Zeta, Gaia e Marco, interpretati rispettivamente da Diego Germini, Irene Vetere e Jacopo Olmi Antinori. Tema dell’opera è la pressione che la società moderna impone ai giovani ma anche l’incapacità di offrire loro uno spazio all’interno del quale esprimersi. Le scene, molte girate nella location del Brancaleone a Roma, si alternano tra un mondo fatto di grigi condomini e povertà e un mondo distante, ricco e sterile.
Su “Zeta” ad unire tutti gli avvenimenti è l’hip hop: Alex coltiva il sogno di divenire un cantante e riesce a raggiungere un successo che lo farà sentire solo e con il quale sarà costretto a fare i conti per poter crescere e capire quello che vuole dalla vita.
Nell’Opera di Alemà sarà inoltre possibile osservare nella veste di attori importanti musicisti italiani da J-Ax a Fedez, da Baby K a Briga e molti altri. Il regista ha l’ambizione di raccontare una storia sui giovani ai giovani, occupandosi di rap, la musica che è convinto appartenere alle nuove generazioni, ma anche trattando temi attuali per le nuove generazioni come il degrado, la droga e la disoccupazione.
Recensione
Zeta: storia di formazione a ritmo di hip pop
Con “Zeta” Cosimo Alemà si cimenta in un film di formazione, riuscendo a catturare l’interesse del pubblico non tanto per lo script, non particolarmente originale, ma grazie a movimenti di macchina da presa naturali che ci portano nel vivo delle situazioni vissute dai protagonisti ed alla profusione di musica che avvolge il tutto.
“Zeta” è la storia di Alex, del successo raggiunto senza troppa fatica, della successiva discesa agli inferi e del necessario riscatto; ad interpretare Alex/Zeta un bravo Diego Germini, in arte Izi, alla sua prima prova davanti alla macchina da presa. La scelta di usare la voce fuori campo del protagonista è un buon collante per il racconto e permette di addentrarsi nell’anima di Alex in modo diretto; l’amore per la musica e la voglia di abbandonare il quartiere al quale sente di non appartenere si tramutano in scelte non sempre appaganti.
Sequenze di una vita di periferia vissuta ai limiti della legalità si alternano al mondo patinato della musica, che Alemà ben conosce, avendo curato la regia di tante clip musicali di successo.
Il regista effettua un chiaro distinguo tra il mondo dei rapper puri, dove la parola ‘rispetto’ è un valore profondo e le gare d’improvvisazione decretano il successo dei contendenti sul palco per acclamazione da parte del pubblico, e quello dello spettacolo in generale, più corrotto ed effimero.
Zeta: Alex cambia la sua vita, ma perde una parte di sè, fino a comprendere, con dolore, che per cambiare il mondo bisogna partire dal cambiare se stessi
Seppur non privo di qualche luogo comune e a tratti assordante, il film di Alemà convince per la potenza che ha la musica di veicolare contenuti, perché parla un linguaggio che giunge ai giovani in modo diretto e perché, ci sia permesso dirlo, non è il solito film italiano di formazione dove il piagnisteo la fa da padrone.
Alex/Zeta non si lascia mai sopraffare dalla vita, neppure quando si sente perso e sconfitto, e la sua lucidità non può che essere un buon esempio in tempi grami come quelli che viviamo, in cui regna sovrana l’immagine di una gioventù più che altro allo sbando.
Nel complesso il nuovo film del regista romano, amato dai nostri migliori musicisti, è ben costruito e ben recitato: accanto all’esordiente Germini abbiamo la giovanissima Irene Vetere, anch’essa alla prima prova sul grande schermo, e il più noto Jacopo Olmo Antinori, insieme a una carrellata di volti famosi del rap italiano. “Zeta è sopratutto un film ben girato, in cui la mano di Alemà muove la telecamera con sapienza, portando lo spettatore nei recessi più intimi dei personaggi e mostrando simboli stridenti di una Roma opulenta che si divide tra una periferia annoiata, dove sembra difficile persino sognare, e ambienti dove il lusso è un’abitudine.
Maria Grazia Bosu
Trailer