James Ivory dirige una pellicola poetica su uno studente che rompe gli equilibri di una famiglia divisa da intrighi e segreti
(The City of Your Final Destination) Regia: James Ivory – Cast: Anthony Hopkins, Laura Linney, Charlotte Gainsbourg, Omar Metwally, Hiroyuki Sanada, Alexandra Maria Lara, Ambar Mallman – Genere: Drammatico, colore, 117 minuti – Produzione: USA, 2009 – Distribuzione: Teodora Film – Data di uscita: 8 ottobre 2010.
Se James Ivory fosse vissuto nel lontano 1800, non avremmo fatto fatica ad annoverarlo nella cerchia dei letterati dei romanzi d’appendice. Trasportato ai giorni nostri diventa quel registra straordinario, che conosciamo bene, capace di ricamare edulcorati universi poetici che “accidentalmente” si imbattono nell’amara realtà.
Il regista ha da sempre dipinto, con inconfondibile bravura, mondi reali incapsulati in microcosmi, valevoli come codice di un linguaggio universale; dove garbo e pacatezza sono soffici ripari dalla pioggia contemporanea degli sproloqui. Tratto dal romanzo best seller di Peter Cameron, “Quella sera dorata” (Adelphi, 2006), è un altro degli affreschi ivoriani rappresentati ad hoc, nel quale siamo ancora una volta in presenza di personaggi e storie che faticano a trovare la propria identità, in un continuo di rimandi ad antiche vicende, ambigue e celate.
Dopo “Quel che resta del giorno”, Ivory ritrova l’attore premio Oscar Anthony Hopkins che, insieme a Charlotte Gainsbourg e Laura Linney, costituiscono un meraviglioso terreno emotivo sul quale costruire una trama avvincente, ma dal pathos misurato (come solo un “sir americano” sa fare!). L’intreccio racconta di Omar Razaghi, un giovane studente dell’Università del Colorado, incaricato di redigere la biografia di Jules Gund, scrittore sudamericano, noto in patria e nel mondo per un unico successo letterario. Gli eredi di Gund sono contrari al progetto, per questo Omar viene convocato in Uruguay, al fine di accaparrarsi l’approvazione.
Al suo arrivo, troverà Adam, il fratello cinico e raffinato, Caroline, la vedova orgogliosa, e Arden, la giovane amante che da Gund ha avuto una figlia. La presenza del ragazzo finisce per alterare il precario equilibrio della famiglia, facendo riemergere un passato di intrighi e segreti. La leggerezza che contraddistingue la cinematografia di Ivory, qui trova quel compimento ideale che negli anni della maturità continua a stupirci, come se il cinema, nel suo iperattivo compimento moderno, trovi ancora dello spazio nel quale inserire la calma e la riflessione sui propri mezzi, avendo una “vista dalla propria camera”, ancora più arguta e lungimirante.
Serena Guidoni