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Resident Evil: Retribution 3D – Recensione

Bellissimo film dal punto di vista tecnico, un po’ carente l’obsoleta trama, ma un cast meraviglioso

Regia: Paul W. S. Anderson – Cast: Milla Jovovich, Michelle Rodriguez, Kevin Durand, Sienna Guillory, Shawn Roberts, Aryana Engineer, Colin Salmon, Johann Urb, Boris Kodjoe, Li Bingbing – Genere: Avventura, colore, 135 minuti – Produzione: USA, 2012 – Distribuzione: Warner Bros Italia – Data di uscita: 28 settembre 2012.

residentevilretributionlocandinaArriva in Italia l’ultimo capitolo della saga di “Resident Evil”, girato in 3D come l’episodio “Afterlife”. Alice/alias Milla Jovovich ancora una volta si trova a combattere contro i terribili zombie generati dalla Umbrella Corporation con il virus T.

Senz’altro non c’è nulla di meglio del 3D per raccontare una storia nata da un videogioco. E lei, Milla, è la solita guerriera invincibile, anche se in questo film è ritornata umana e ha perso i suoi superpoteri. In cambio, però, ci ha guadagnato una figlia, che poi scopriremo essere un clone, nato da un suo clone, ma questa ragazzina diventerà in fondo la sua forza.

Come spesso capita in film del genere, la trama conta poco. Tutto è basato su combattimenti al cardiopalmo e soprattutto su un continuo mischiarsi di realtà e finzione nella storia dei suoi personaggi.

Più che “Residente Evil” sembra “Matrix”, con una femmina Alfa al posto di Neo l’eletto. Nella storia raccontata la realtà, infatti, non esiste più e quasi tutta l’umanità, zombie a parte, è una simulazione della Umbrella.

Mosca, Tokio, New York sono tutte delle proiezioni della malvagia Regina Rossa, create per testare gli effetti del virus T. Pochi resistono e combattono per salvare un’umanità quasi estinta e tra questi ci sono le donne in prima fila. Con l’eroina per definizione Alice, c’è Ada Wong/Li Bingbong entrambe contro le cattive Michelle Rodriguez/Rain e Sienna Guillory/Jill.

Sul piano visivo “Retribution” è eccellente e fa quasi credere allo spettatore di essere nel film. La tuta da combattimento di Milla spicca come non mai nel bianco abbagliante dei corridoi della Umbrella e tra la neve del polo nord dove si consuma il duello finale, che ricorda non poco quello di “Kill Bill”. Sul piano concettuale potrebbe avere una certa valenza simbolica il fatto che i due scenari principali siano USA e Unione Sovietica, come ai tempi lontani della guerra fredda, ma ricordiamo che, nel film, il potere è nelle mani della multinazionale farmaceutica, che per fare profitto ha ridotto gli uomini in mostri. E sembra di leggere in tutto questo una metafora del momento tremendo che stiamo vivendo. Tuttavia, il meccanismo del film/videogioco è logoro e sembra aver esaurito la sua energia. Del resto di zombie ne restano sempre meno nella storia e quindi il film non rientra più di tanto nel genere horror come era in origine. Nonostante questo, però, “Resident Evil: Retribution 3D” è un buon prodotto d’intrattenimento per chi volesse passare due ore spensierate, molto ben fatto dal punto di vista tecnico e con un ottimo cast.

Ivana Faranda

Resident Evil: Retribution 3D – Recensione

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