Recensione
La casa delle estati lontane – Recensione: per il suo primo lungometraggio Shirel Amitay sceglie di raccontare una storia di speranza che sposa un’ambientazione surreale
“La casa delle estati lontane” è la storia di tre sorelle franco-israeliane che, morti i genitori, decidono di vendere la loro dimora israeliana, nella quale erano vissute da bambine e avevano passato le vacanze estive nel periodo dell’adolescenza, osservate dai compaesani per la loro fresca modernità, in un ambiente dove era difficile reperire oggetti d’avanguardia.
Per le sorelle, che vivono in paesi diversi, sarà un ritrovarsi, ma anche l’inevitabile riemergere di divergenze, sopratutto riguardo alla vendita della casa. Ad avvolgere le vicende dei singoli la speranza di una pace che possa porre fine al conflitto israelo-palestinese che da decenni martoria il paese: siamo nel 1995, la stretta di mano tra Yitzhak Rabin e Yasser Arafat, alla presenza di Bill Clinton, due anni prima ad Oslo, faceva pensare che per il paese fosse alle porte un futuro di serenità.
La casa delle estati lontane: una riflessione sincera sul bisogno di pace, che per la regista può essere raggiunto se a prevalere è il ‘noi’ e non ‘l’io’
Così, assieme ai ricordi, alle emozioni suscitate da questo ritorno ‘a casa’, le ragazze esprimono il loro pensiero su ciò che accade e sul senso profondo della vita, aiutate dalla ‘presenza’ dei genitori. Seppur la virata surreale della pellicola ad un primo impatto sia spiazzante e sembri portare la narrazione al genere favolistico, in seguito ci si rende conto che la regista ha operato una scelta filosofica, che le permette di far emergere i contrasti e le contraddizioni di un nucleo familiare completo, fondendo passato e presente. Questo le dà inoltre la possibilità di sublimare il concetto di pace trasferendo la serenità del singolo e quella della famiglia su un piano più elevato di pace universale, cui necessariamente si deve anelare.
Colpisce come la regista rimarchi a più riprese la stanchezza dei due popoli per questa situazione conflittuale, a voler dimostrare che il fanatismo è sposato dalle frange estreme, in entrambi gli schieramenti, mentre tra il popolo prevale il desiderio di calma, di normalità.
La casa delle estati lontane: tre brave interpreti attraverso le quali ciascuno può ritrovare una parte di sè
Ad interpretare Cali, Darel e Asia ci sono tre brave attrici, Géraldine Nakache, Yaël Abecassis e Judith Chemla, che ben caratterizzano i loro personaggi. Ciascuna ha il suo bagaglio di esperienze, le proprie preoccupazioni e un diverso pensiero sulla casa e su ciò che succede nel paese: conciliare il tutto non sarà semplice.
In ogni gesto, in ogni incontro, in ogni avvenimento, si respira una profonda speranza di pace, purtroppo disillusa dall’assassinio di Rabin. L’armonia ritrovata dalle sorelle è per la regista un messaggio di speranza che vuole scuotere le coscienze.
Nel film c’è anche un po’ d’Italia: ad interpretare il padre delle ragazze è il nostro Pippo Delbono.
La pellicola della Amitay non è perfetta, ma la consigliamo fortemente, perché è un racconto armonioso che regala speranza, in cui si ride, si piange, si cade e ci si rimette in piedi per lottare, e perché fa comprendere che in un paese così tormentato le esigenze dei singoli sono tali e quali alle nostre, e ciò che noi diamo per scontato per altri è una conquista.
Maria Grazia Bosu
Trama
- Titolo originale: Rendez-vous à Atlit
- Regia: Shirel Amitay
- Cast: Géraldine Nakache, Yaël Abecassis, Judith Chemla, Arsinée Khanjian, Pippo Delbono, Makram Khoury, Pini Tavger, Yossi Marshek
- Genere: Drammatico, colore
- Durata: 91 minuti
- Produzione: Israele, Francia, 2015
- Distribuzione: Parthénos
- Data di uscita: 16 Giugno 2016
“La casa delle estati lontane” è un film ambientato nell’Israele del 1995, dove in un periodo di agognata pace la giovane Cali incontra le sorelle Darel e Asia dopo un lungo periodo di separazione per decidere della vendita della casa lasciata loro in eredità dai genitori defunti.
Per le tre ragazze è l’occasione per rivivere importanti momenti della loro infanzia, ri-incontrare vecchi amici e riesumare vecchie discussioni e amori, mentre la corsa verso la fine della pace procede inevitabile fino al 4 novembre: la speranza, però, è una delle cose che più lega le sorelle, e che le spronerà ad andare avanti nonostante tutto.
“La casa delle estati lontane” è una pellicola drammatica che fonde alcuni elementi di mistero quando, in giro per la casa, iniziano a comparire i ‘fantasmi’ dei genitori di Cali, Darel e Asia, che cercando di guidare le figlie nella giusta direzione anche dopo la morte. L’elemento filosofico-sovrannaturale è ciò che caratterizza il film di Shirel Amitay, alla sua prima prova dietro la macchina da presa.